Hertzberger, Herman

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Architetto (n. Amsterdam 1932). Allievo di A. van Eyck, ha sviluppato autonomamente parte del pensiero del maestro, coniugandone lo strutturalismo antropologico e anarchico con le esperienze dell'architettura costruttivista olandese degli anni Trenta (Duiker, Bijvoet, van der Vlugt, Brinkman). L'originalità della sua architettura risiede nella capacità di essere intrinsecamente antigerarchica e partecipativa senza rinunciare a una forte caratterizzazione linguistica. L'equilibrio dinamico tra individuo e collettività che H. pone al centro della sua opera ne fa un precursore di molte tematiche attuali del dibattito architettonico. Negli anni Settanta sviluppa una propria teoria in cui l'apparente antinomia modello collettivo-interpretazione individuale viene paragonata, richiamandosi alle teorie linguistiche di F. de Saussure, al rapporto che intercorre tra linguaggio e parola. Le sue architetture, spesso introflesse, sono concepite come microcosmi autonomi, città nella città, programmaticamente stimolanti per chi ne fruisce, pur rappresentando un esplicito surrogato della perdita di valori collettivi della società di massa. Si basano su una doppia sintassi: da una parte un ordine costruttivo e strutturale con un'elevata possibilità di combinazione degli elementi base, trave-pilastro-murature, dall'altra una trama spaziale convergente verso il centro delle figure. Ha pubblicato Architecture for people (1980) e Bauten und Projekte, 1959-86 (1987).

Vita e opere

Laureato all'Università tecnica di Delft nel 1958, prof. all'Accademia di architettura di Amsterdam (1965-70) e all'Università di Delft (1970-99); visiting professor all'Università di Ginevra (1982-86); dal 1999 insegna al Berlage Institute di Amsterdam, di cui è stato uno dei fondatori. Teorico influente e progettista innovativo, è stato tra i protagonisti dell'architettura dei Paesi Bassi del 20º sec. e uno dei principali interpreti dello strutturalismo. Attivo nel contesto del Team X accanto ad A. van Eyck, J. Bakema e altri, dal 1959 al 1963 ha collaborato con la rivista Forum, importante organo di diffusione del movimento strutturalista. Dopo le prime opere (scuola Montessori a Delft e Casa dello studente ad Amsterdam, 1966; uffici della Centraal Beheer ad Appeldorn, 1972; casa per anziani De Drie Hoven ad Amsterdam, 1974), che rappresentano l'evoluzione della ricerca sui temi della modularità spaziale, delle connessioni tra volume e funzione (case sperimentali Diagoon a Delft, 1971), della progettazione di spazi ad alta flessibilità (Centro musicale Vredenburg a Utrecht, 1978; scuola De Evenaar ad Amsterdam, 1986), le sue architetture hanno saputo rinnovarsi in sintonia con l'evoluzione dei linguaggi. Tra le successive realizzazioni: il Teatro Chassé a Breda (1995), il Teatro Markant a Uden (1996), il collegio Montessori ad Amsterdam (2000), un complesso di edifici a Leidschenveen (2001), il Media Park "Forum" a Colonia (2004), gli edifici per il Water Management and Sewerage Department ad Amsterdam (2005). Membro onorario del Royal Institute of British Architects (dal 1991) e dell'Akademie der Künste di Berlino (dal 1993). Nel 1998 gli è stato assegnato il premio Vitruvio. Assunta nel giugno 2007 la denominazione di Architectuurstudio HH architects and urban designers, in collaborazione con gli architetti Herman Hertzberger, Cor Kruter, Patrick Fransen e Laurens Jan ten Kate ha realizzato il nuovo ufficio della Wooncorporatie Aramis a Roosendaal (2008) ed è risultato vincitore del concorso per la costruzione di un complesso scolastico a Vathorst (Amersfoort).

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