Cohen, Hermann

Dizionario di filosofia (2009)

Cohen, Hermann


Filosofo tedesco (Coswig 1842- Berlino 1918). Successore di F. A. Lange all’univ. di Marburgo, è uno dei principali esponenti, insieme a Natorp e a Cassirer, della scuola che da questa università prende nome (➔ neokantismo). Ricollegandosi alle posizioni kantiane, la filosofia di C. si svolge in senso antipsicologistico, ponendosi come compito essenziale quello di ricercare le leggi a priori che condizionano l’oggettività pensabile. Nella sua interpretazione del kantismo C. rifiuta sia la cosa in sé, sia la netta distinzione tra intuizione e categorie, risolvendo anche l’intuizione nel pensiero, di cui si sottolinea il momento creativo. Si abbandona altresì la deduzione kantiana delle categorie, pervenendo a una nuova classificazione dei giudizi (in dodici classi), di cui si assume come fondamentale il giudizio dell’origine (produzione logica del dato), onde «logica dell’origine» sarà chiamata da C. la sua logica della conoscenza pura. Come autocritica del pensiero o meglio della direzione in cui esso si muove nella «produzione dell’oggetto», essa riduce sia pensiero sia conoscenza al loro conenuto oggettivo, ricercando una validità puramente logica. Di qui il tentativo di C. di fare della sua logica una fondazione trascendentale della conoscenza scientifica, con particolare riguardo alla matematica, dal cui studio storico trasse importanti spunti teorici (Das Prinzip der Infinitesimalmethode und ihre Geschichte, 1883). La filosofia, per C., si esaurisce nelle tre sfere della teoresi, dell’etica e dell’estetica, il cui fondamento comune è la coscienza come categoria della possibilità. Nell’etica, scienza del volere puro, è ancora il concetto kantiano di dover essere (Sollen), con quello di dignità della persona umana, a svolgere un ruolo fondamentale. Di ispirazione kantiana è anche l’estetica o scienza del sentimento puro (di cui viene tuttavia riconosciuta la soggettività). Notevole il tentativo di C. volto a fondare un socialismo non materialistico, ispirato a esigenze umanitarie e cosmopolitiche. Tra le sue opere : Kants Theorie der reinen Erfahrung (1871; trad. it. La teoria kantiana dell’esperienza); Kants Begründung der Ethik (1871; trad. it. La fondazione kantiana dell’etica); Kants Begründung der Aesthetik (1889); System der Philosophie (1902-12); Kommentar zu Kants Kritik der reinen Vernunft (1907); Der Begriff der Religion im System der Philosophie (1915; trad. it. Il concetto di religione nel sistema della filosofia); Die Religion der Vernunft aus den Quellen des Judentums (1919; trad. it. Religione della ragione dalle fonti dell’ebraismo); Kleine philosophische Schriften (1926).

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