Hesse, Hermann

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Scrittore tedesco (Calw, Württemberg, 1877 - Montagnola, presso Lugano, 1962). Autore tra i più significativi della prima metà del Novecento, nelle sue opere esplorò i territori della ricerca spirituale individuale spingendosi oltre ogni convenzione culturale e letteraria. Influenzato di lontano dal pietismo fiorito nella patria sveva, si rivolse al mondo orientale alla ricerca di un'umanità purificata, al di là dei contrasti del mondo moderno; determinante a tale riguardo fu l'incontro con la psicanalisi. Premio Nobel per la letteratura nel 1946, tra le sue opere più importanti occorre citare Demian (1919), Siddhartha (1922) e Der Steppenwolf (1927).

Vita

Figlio di un missionario protestante e della figlia di un missionario cultore di orientalistica, fu anch'egli avviato a studi teologici, che però non concluse. Dedito stabilmente alla letteratura a partire dal 1904, si trasferì in Svizzera, di lì intraprendendo viaggi fra cui particolarmente importante quello compiuto in India nel 1911. Durante la prima guerra mondiale, cui fu avverso quale pacifista e antinazionalista, si occupò di assistenza ai prigionieri. Divenne cittadino svizzero nel 1923. Fra i molti riconoscimenti che ottenne nella seconda parte della sua lunga vita figura anche il premio Nobel per la letteratura (1946).

Opere

Esordì con Romantische Lieder (1899), iniziando una maniera che ha fatto parlare di lui come dell'"ultimo paladino del Romanticismo". Seguirono, sotto pseudonimo, Hinterlassene Schriften und Gedichte von Hermann Lauscher (1901), fogli di diario di un sognatore alla ricerca di una via per uscire dal proprio isolamento. Dopo le due biografie Franz von Assisi e Boccaccio (1904), prima autentica affermazione di H. fu il romanzo Peter Camenzind (1904). Autobiografico è il successivo romanzo Unterm Rad (1906). Melanconica ironia si nota nei racconti riuniti in Diesseits (1907), Nachbarn (1908), Umwege (1912) e Schön ist die Jugend (1916). Patetiche vicende di esseri umani infelici per naturale disposizione o per altrui incomprensione presentano i romanzi Gertrud (1910) e Rosshalde (1914), fra i quali cronologicamente si colloca il libro di memorie Aus Indien (1913). Al termine della guerra, pubblicava sotto pseudonimo (Emil Sinclair) il romanzo Demian (1919), contro il mondo fatiscente della borghesia. Sulla medesima traccia, ma con toni ancora più spietati specie in ordine alla critica sociale, si pone qualche anno dopo il romanzo Der Steppenwolf (1927), opera fondamentale nel suo genere, biografia di un individuo scisso in una doppia personalità, personaggio emblematico di una civiltà, come quella borghese postbellica, traversata da flussi di follia. Su un'altra linea è invece Siddhartha (1922), che segue la via che il figlio di un bramino percorre verso la purificazione, cui tenne dietro, sospeso fra sogno e realtà, il romanzo di ambiente medievale Narziss und Goldmund (1930). Il racconto surrealistico Die Morgenlandfahrt (1932) preannuncia il romanzo simbolistico Das Glasperlenspiel (1943), opera dal piano assai ambizioso, con un messaggio per la civiltà del futuro che risulta però di difficile decifrabilità. Ha lasciato inoltre altre numerose opere di narrativa, saggistica, memorialistica, oltre a una vasta produzione lirica cui attese durante tutto il corso della vita (raccolta pressoché definitivamente nei due volumi di Gedichte del 1942 e 1947).

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