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Sigla dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero, ente di diritto pubblico, con sede in Roma, con il compito di promuovere e sviluppare gli scambi commerciali tra l’Italia e gli altri paesi con particolare attenzione alle esigenze delle piccole e medie imprese, dei loro consorzi e raggruppamenti. Agisce in collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico. Fu creato nel 1926 come INE (Istituto Nazionale per la Esportazione), con ordinamento autonomo ma sottoposto alla vigilanza del ministero delle Corporazioni, allo scopo di raccogliere informazioni sui mercati esteri e di disciplinare e incrementare l’esportazione italiana, valendosi di propri ispettori all’estero oltre che degli addetti commerciali, degli uffici consolari e delle camere di commercio. Trasformato in Istituto nazionale fascista per gli scambi con l’estero (1935) e quindi in Istituto nazionale fascista per il commercio estero (1936), estese le proprie funzioni allo studio dei problemi riguardanti l’importazione e passò alle dipendenze del ministero degli Scambi e valute. Soppresso quest’ultimo nel 1944, fu sottoposto dapprima alla vigilanza del ministero dell’Industria, commercio e lavoro e poi a quella del ministero del Commercio con l’estero, dopo che nel 1947 ebbe mutato il suo nome in quello attuale. Nel 1989, con la l. 106/18 marzo 1989, è stata attribuita all’Istituto una maggiore autonomia amministrativa, patrimoniale, contabile e finanziaria e introdotta, tra l’altro, l’onerosità dei servizi erogati. La l. 68/1997 ne ha precisato le funzioni, riguardanti, in generale, la promozione e lo sviluppo del commercio con l’estero, nonché i processi di internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale.

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