IMPRIMITURA

Enciclopedia Italiana (1933)

IMPRIMITURA

Carlo Alberto Petrucci

Pittura. - Preparazione alla quale si sottopone la superficie destinata a ricevere la pittura per facilitare l'esecuzione dell'opera e meglio garantirne la durata e l'inalterabilità. L'imprimitura ha importanza grandissima per la conservazione della pittura. Essa la isola dal piano sottoposto, assecondando e neutralizzando sia le contrazioni che il dipinto subisce nell'asciugare, sia i movimenti del piano stesso conseguenti alle variazioni di temperatura, all'umidità, agli urti eventuali. Ha il compito di assorbire l'eccedenza d'olio e di vernice provenienti dalla pittura, ma senza impoverirla; e quello d'impedire che dal piano penetrino nel colore sostanze dannose. La buona imprimitura può salvare il quadro, permettendo il trasporto della pittura sopra un altro piano quando quello primitivo sía deteriorato o minacciato di distruzione. Essa varia secondo la materia che deve rivestire, il genere di pittura a cui è destinata, il modo d'esecuzione particolare all'artista. Per la pittura sulla carta, all'acquarello, non è necessaria; ma nel pastello é utile un leggiero strato d'una materia che dia alla carta porosità e ruvidezza (argilla, polvere di vetro mescolate alla colla) per il solo scopo di offrire al colore maggiori possibilità di aderenza in questo caso puramente meccanica. Nell'affresco, essa è rappresentata dall'intonaco, di calce, che fissa il colore. Per la tempera e l'olio, gli antichi preparavano le tavole con gesso spento, colla (per lo più di caseina) e calce; oltre a varî altri ingredienti di minore importanza, alcuni molto strani e suggeriti dall'empirismo. Le vecchie tavole sono state oggi sostituite dal legno compensato, comodissimo per studî e piccoli lavori. Molti artisti vi dipingono senza alcuna preparazione, o con una semplice mano di colla per chiuderne i pori; altri lo preparano con un'imprimitura a corpo simile a quella delle tele, che costituiscono il mezzo di più largo uso.

Indipendentemente dalla qualità della loro grana, che può essere grossa, media e fine, le tele si sogliono praticamente distinguere dagli artisti in assorbenti (a gesso), non assorbenti (a olio) e mezzo assorbenti. Quanto all'origine, le migliori sono quelle di canapa o di lino, regolari di tessuto. Per la loro preparazione esistono innumerevoli ricette, i cui componenti essenziali sono però sempre più o meno gli stessi. Il procedimento è il seguente. Dopo averle tese a dovere su speciali telai, imbevendole di colla per rinforzarle e diminuirne la permeabilità, si lasciano seccare, e si coprono poi a caldo della pasta preparata a parte, stesa con la spatola o con grossi pennelli in uno o più strati. Per le tele assorbenti, questa pasta è composta di gesso da doratore (solfato di calce macerato in acqua, seccato, macinato e passato allo staccio) e colla di gelatina o di caseina. Per quelle non assorbenti, di biacca di piombo purissima (essendo le impurità di tale sostanza esiziali al dipinto) sciolta in un olio vegetale (per lo più quello di linseme) ben lavato e chiarificato, e in essenza di trementina distillata di fresco. Per le mezzo assorbenti, degli elementi sopraddetti, tutti o parte mescolati nella misura e nel modo più rispondenti allo scopo. Le tele a gesso debbono poi venir raschiate con carta vetrata e pomice per toglierne i groppi e i fili sporgenti e ben preparate, esse non debbono, stropicciandole, abbandonare il gesso. Il collaudo migliore dell'imprimitura si fa, per qualsiasi tela, piegandola fra le dita; la preparazione non deve screpolarsi né tanto meno distaccarsi.

L'imprimitura molto assorbente rende più penoso e stentato il lavoro del pittore; ma gli conferisce in compenso maggior solidità, e, sopportando bene le raschiature, permette di riprenderlo e continuarlo quanto è necessario. Quella non assorbente, se dà agio al pennello di correre con maggiore speditezza facilitando gl'impasti, e assecondando la foga d'una esecuzione alla prima, è però poco adatta alle riprese e ai ritocchi, distaccandosi da essa facilmente il colore; ed è causa, per il dipinto, d'un abbassamento di valori assai sensibile fin dal primo seccarsi. Importanza maggiore di quanto si possa credere ha il colore dell'imprimitura. L'aiuto ch'esso può dare al pittore permettendogli un'esecuzione più sicura e immediata se il colore stesso è vicino o s'identifica al tono dominante nel quadro, o conferendo all'opera maggiore vibrazione e freschezza se si accosta al suo complementare, o maggiore delicatezza se tende al neutro, è purtroppo frequentemente scontato a caro prezzo per la tendenza che hanno alcune materie coloranti a imporsi col tempo alle altre con le quali furono mescolate, o che furono loro sovrapposte, alterando spesso irreparabilmente l'armonia del dipinto. Sicché rimarrà sempre ottima norma preferire finch'è possibile il bianco, attenuandolo, se necessario, con colori non invadenti e chimicamente inoffensivi per gli altri.

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