NAGY, Imre

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

NAGY, Imre


Uomo politico ungherese, nato a Kaposvár nel 1896. Dopo aver aderito ancora giovanissimo al partito socialdemocratico, nel 1918 - rientrato in patria dalla Russia dove era stato prigioniero nel corso della prima guerra mondiale - prese parte al tentativo di rivoluzione comunista di Bela Kun. Dopo il fallimento di questo, si recò nell'URSS, dove fece parte della sezione ungherese del Comintern. Rientrato in Ungheria nel 1944 al seguito delle truppe sovietiche, nel 1945 assumeva la carica di ministro dell'Interno e nel 1947 quello di presidente dell'Assemblea nazionale. Pur favorevole ad una riforma agraria in senso socialista, entrò ben presto in contrasto con lo staliniano M. Ràkosi, deciso sostenitore di un indirizzo di collettivismo e di industrializzazione di schema sovietico. Relegato per questo in posti di minore importanza, dopo la morte di Stalin e in conseguenza delle dimissioni di Ràkosi da primo ministro, il 3 luglio 1953 lo sostituì in tale carica: come primo atto egli inaugurò quello che verrà poi chiamato "nuovo corso", nel senso di favorire "un tenore di vita sempre migliore nel campo culturale e sociale" rallentando l'eccessiva industrializzazione, specie dell'industria pesante, e incoraggiando il ritorno ad una politica di sviluppo nell'agricoltura. Questa politica ebbe termine il 18 aprile 1955 quando N. - con il ritorno in forze della tendenza che faceva capo al segretario del partito Ràkosi e ad Erno Gerö e per le pressioni di Mosca - veniva accusato di "deviazionismo di destra", destituito dalla carica di primo ministro ed espulso dal comitato centrale del partito. N. nel corso della rivoluzione ungherese, sotto la pressione della piazza, il 14 ottobre 1956 fu riammesso nel partito e il 24 nominato primo ministro al posto di Hegedus. In questa posizione egli cercò di dominare la situazione rivoluzionaria raccogliendo intorno a sé uomini di varie tendenze. Dopo un primo intervento delle truppe sovietiche N. cercò di attuare una sorta di sganciamento e il 10 novembre decise l'uscita dell'Ungheria dal "patto di Varsavia", proclamandone la neutralità. Di qui il secondo intervento delle truppe sovietiche: N., attirato, con promessa di salvaguardia, fuori della sede dell'ambasciata di Iugoslavia a Budapest dove aveva trovato asilo, fu in realtà arrestato e trasportato fuori dell'Ungheria. Il 17 giugno 1958 fu annunciato ufficialmente che, a seguito di condanna a morte, l'ex primo ministro era stato giustiziato.

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