Indian national congress

Dizionario di Storia (2010)

Indian national congress (inc)


Indian national congress

(INC) Venne fondato nel 1885 a Bombay da A.O. Hume con l’obiettivo di offrire una piattaforma panindiana di discussione e coordinamento ai leader impegnati a diffondere una coscienza politica nazionale. Alla sessione di Surat (1907) si verificò una scissione fra leader moderati ed estremisti: questi ultimi, appartenenti a una generazione più giovane, furono sconfitti ed espulsi. Una riconciliazione si ebbe nel 1916 alla sessione di Lucknow, ma la vera svolta radicale avvenne nel 1920 con l’adozione del programma di . Nel 1923 venne formato lo Swaraj (o Swarajya) party, interno all’INC, che portò avanti a livello politico il confronto con gli inglesi per l’avanzamento istituzionale. Nel 1930 fu lanciata una nuova campagna di , in seguito alla quale l’INC fu dichiarato illegale e i maggiori leader vennero arrestati. Nel 1934 il ritorno alla legalità coincise con un nuovo coinvolgimento politico nei consigli legislativi, anche in vista della riforma istituzionale del 1935. Nelle elezioni del 1937 l’INC ottenne una solida affermazione e formò governi provinciali. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale questi si dimisero in segno di protesta contro il coinvolgimento militare dell’India deciso unilateralmente dagli inglesi. Nel 1942 l’INC lanciò una nuova campagna panindiana in cui si chiedeva agli inglesi di lasciare immediatamente l’India (➔ Quit India); il governo reagì arrestando tutti i dirigenti del partito. Nel 1944 l’INC tornò al centro della scena politica nelle trattative sul futuro assetto del governo dell’India, e nelle elezioni del 1945 conquistò la grande maggioranza dei seggi non riservati ai musulmani. Nel 1946 venne formato un governo interinale, ma di fronte ai continui dissidi fra l’INC e la All India muslim league gli inglesi decisero di avviare il definitivo trasferimento dei poteri, che giunse a conclusione con la proclamazione dell’indipendenza (15 agosto 1947). L’INC, forte dell’entusiasmo popolare e del radicamento realizzato negli anni del movimento nazionalista, godette di un dominio incontrastato sulla scena politica dell’Unione Indiana. Tuttavia, i perduranti ritardi nei piani di sviluppo del Paese suscitarono, specie dopo la morte di J. «Pandit» Nehru, dissidi interni sfociati nella formazione di vari partiti denominati «congress»; di questi il principale fu il Congress (I) guidato da Indira Gandhi, che però non riuscì a risalire la china e per la prima volta nel 1977 perse le elezioni. Il Congress tornò al potere nel 1980, ma l’assassinio prima di Indira (1984), e poi del figlio Rajiv (1991) acuirono il suo declino. Dal 1996 vennero formate grandi coalizioni, con partiti regionali collegati a uno dei due partiti nazionali, il Congress e il Bharatiya janata party. Nella risultante alternanza il Congress ha ottenuto il governo del Paese nel 2004 e nel 2009. Entrambi gli schieramenti, peraltro, hanno portato avanti la politica economica neoliberista avviata da V.P. Singh nel 1991.

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