Ingegnerìa gestionale

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ingegnerìa gestionale Vasto corpo disciplinare che caratterizza il moderno approccio ingegneristico ai problemi di organizzazione e gestione di imprese e sistemi di imprese.

Abstract di approfondimento da Ingegneria gestionale di Lucio Bianco (Enciclopedia della Scienza e della Tecnica)

Pur avendo radici che risalgono alle origini dell’ingegneria industriale, l’ingegneria gestionale nasce come settore formativo autonomo a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso. In effetti, le attività tipiche dell’ingegneria gestionale venivano tradizionalmente svolte in passato da tutti gli ingegneri dopo un certo numero di anni di attività specialistica nella progettazione (meccanica, elettrica o civile); la gestione diventava più un compito legato all’anzianità o all’avanzamento di carriera, che non un’attività corrispondente a una disciplina consolidata a sé stante. Succedeva quindi spesso che gli ingegneri svolgessero attività gestionali senza una preparazione specifica, ma cercando di adattare alla gestione, a volte anche con successo, metodi sperimentati nella progettazione specialistica.

Partendo da questa esperienza consolidata, si è sostenuto per molto tempo che fosse preferibile, piuttosto che un indirizzo specifico della laurea in ingegneria, una formazione gestionale costruita nell’ambito di uno dei settori specialistici tradizionali dell’ingegneria. Secondo questa tesi, solo avendo sperimentato nel concreto i modi di operare della progettazione si possono usare efficacemente gli strumenti gestionali; è bene quindi, dovendo intervenire nella gestione di un sistema tecnologico complesso, avere svolto per un certo tempo, possibilmente in modo operativo, almeno alcune delle attività di progettazione specifiche che tale sistema richiede.

Con l’aumentare delle dimensioni e della complessità dei sistemi da gestire, questo tipo di impostazione ha mostrato i suoi limiti e si è progressivamente affermata la figura autonoma dell’ingegnere gestionale, con competenze tecniche di base impiantistiche e di sistema e una preparazione specifica relativa alle discipline caratteristiche dell’ingegneria gestionale prima menzionate.

In effetti, l’esperienza ha dimostrato come sia molto difficile inserire in modo adeguato una formazione gestionale nei curricula di tipo specialistico; l’abitudine a metodi esatti supportati da misure oggettive, mal si concilia con approcci di natura meno deterministica quali quelli tipici dell’organizzazione e della gestione.

D’altra parte, si è rivelato possibile consentire un’adeguata esperienza di progettazione a persone inserite in un curriculum gestionale, rimanendo in tale ambito, senza dover costruire una preparazione specialistica settoriale. Infatti, in un ambiente tecnologico in cui tutta la progettazione si sta spostando su aspetti funzionali e viene effettuata attraverso interfacce informatiche, la progettazione di un apparato diventa sempre più simile a quella di un sistema organizzativo, di una linea di produzione o di una procedura di gestione di un servizio.

L’ingegnere gestionale resta perciò, innanzi tutto, un ingegnere, ossia una persona dotata di un bagaglio di conoscenze di tipo metodologico e quantitative da utilizzare in tutte quelle attività in cui la tecnologia interagisce in modo critico con le variabili socio-economiche e ambientali e l’innovazione gioca un ruolo rilevante. In questo modo egli accumula un insieme di competenze di carattere tecnologico, economico, organizzativo e gestionale che lo mettono in grado di progettare e gestire sistemi complessi quali i sistemi logistici, di trasporto, di produzione, di accounting e altri ancora. Egli diventa in buona sostanza uno specialista capace di gestire la complessità che caratterizza oggi il mondo della produzione e dei servizi.

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Lucio bianco