SMOKTUNOVSKIJ, Innokentij Michajlovič

Enciclopedia del Cinema (2004)

Smoktunovskij, Innokentij Michajlovič

Daniele Dottorini

Attore teatrale e cinematografico russo, nato a Tat′janovka (Tomsk, Siberia) il 28 marzo 1925 e morto a Mosca il 3 agosto 1994. Più di ogni altro attore della sua generazione, S. rappresentò l'avvento in Unione Sovietica di un cinema moderno e la rottura dei codici linguistici ed espressivi del realismo socialista. Nel 1974 venne insignito dell'onorificenza di Artista del popolo dell'URSS.Dopo aver terminato i corsi preparatori per attori del teatro Puškin di Krasnojarsk, dal 1946 lavorò come professionista, recitando dal 1957 al 1960 nella compagnia del Bol′šoj dramatičeskij teatr di Leningrado, e dal 1974, contemporaneamente alla sua attività cinematografica, in quella del MChT (Moskovskij Chudožestvennyj Teatr, Teatro d'arte di Mosca). Sin dalle sue prime apparizioni nel cinema, S. dimostrò particolari doti attoriali, non legate a un'espressività di tipo teatrale, ma basate sul dosaggio degli elementi espressivi del corpo, del volto e della voce. Dopo l'ottima prova d'attore in Den′ pervyj (1958, Il primo giorno) di Fridrich M. Ermler, si impose come attore simbolo della nuova generazione grazie a Neotpravlennoe pis′mo (1960; La lettera non spedita) di Michail K. Kalatozov e, soprattutto, con Devjat′ dnej odnogo goda (1962; Nove giorni in un anno), di Michail I. Romm, uno dei film simbolo della stagione del 'disgelo' dei primi anni Sessanta, dove S. interpreta il personaggio di Il′ja Kulikov, un giovane scienziato disincantato e lucido nell'analizzare il suo ruolo nella società sovietica contemporanea. Nel corso degli anni, S. affinò la sua tecnica recitativa, dando vita a personaggi sofferti e interiormente combattuti, la cui espressività si evidenzia più per sottrazione che per eccesso. Celebre la sua interpretazione di Amleto in Gamlet (1964; Amleto) di Grigorij M. Kozincev, film in cui S. realizzò perfettamente l'intenzione del regista di attualizzare la tragedia di W. Shakespeare (anche tramite la nuova traduzione di B.L. Pasternak). L'attore dà vita a un Amleto riflessivo e impotente, inquieto e intellettuale, che sarebbe diventato il simbolo di un'epoca di profondi cambiamenti e di crisi delle categorie estetiche e politiche imperanti in Unione Sovietica sino alla morte di Stalin (1953). La capacità di S. di rileggere in chiave moderna i classici emerse tra l'altro anche nella sua interpretazione di Raskol′nikov in Prestuplenie i nakazanie (1970, Delitto e castigo) di Lev A. Kulidžanov.

Le doti multiformi di S. risultarono evidenti anche in quei film in cui l'attore cambiò registro sperimentando la commedia, come nel ruolo di Detočkin in Beregis′ avtomobilja! (1966; L'incredibile signor Detočkin) di El′dar A. Rjazanov, dove l'attore costruisce un modello recitativo contrapposto alla forma classica (e iperespressiva) di Grigorij V. Aleksandrov. Modello di intere generazioni di attori, S. continuò a lavorare intensamente, non solo nel cinema, ma anche in televisione ‒ per es. in Djadja Vanja (1970; Zio Vanja) diretto da Andrej S. Michalkov Končalovskij ‒ oppure sfruttando la sua voce duttile e popolare per doppiare film documentari o cartoni animati. Nella sua carriera fu diretto sia da registi della sua generazione, come Aleksandr Alov e Vladimir N. Naumov in Legenda o Tile (1976, La leggenda di Till), sia da rappresentanti della generazione attiva negli anni Settanta, come Michalkov Končalovskij o Nikita S. Michalkov (in Oči čërnye, 1987, Oci ciornie, dove ricopriva un ruolo minore).

Bibliografia

J. Gazda, Innokientij Smoktunowski, Warszawa 1975.

I. Smoktnunovskij, Vremja dobrych nadežd (Il tempo delle belle speranze), Moskva 1979.

Al di là del disgelo. Cinema sovietico degli anni Sessanta, a cura di G. Buttafava, Milano 1987 (catalogo della retrospettiva), pp. 171-73 e passim.

G. Buttafava, Il cinema russo e sovietico, Roma 2000, passim.

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