INTERIEZIONI PRIMARIE

La grammatica italiana (2012)

INTERIEZIONI PRIMARIE


Le interiezioni primarie (o proprie) sono singole parole che hanno soltanto il valore di interiezione.

Le forme più usate si possono riassumere come segue.

Ah, che indica una vasta gamma di sentimenti, tra cui rimprovero, meraviglia, rabbia, desiderio, tristezza, sorriso o riso (allora la forma è per lo più ripetuta: ah ah), soddisfazione

Ah, che bel sole!

Ahi, che indica un dispiacere, un dolore, ma può essere usata anche in senso ironico

Ahi, che peccato!

Quando è accompagnata da un pronome ➔personale, questa interiezione si può scrivere con grafia separata (ahi me, ahi noi, ahi te, ahi lui ecc.) o è soggetta a ➔univerbazione (ahimè, ahinoi, ahitè, ahilui ecc.).

Bah, mah indicano perplessità, dubbio, indifferenza

Bah! Proprio non ti capisco

Mah! Che scenata inutile

Be’ (da bene, con ➔troncamento) si usa in frasi che contengono una conclusione, un’osservazione, o in frasi interrogative

Be’, meglio così

Beh? Che succede?

è accettata anche la grafia con l’h finale beh; è scorretta invece la grafia con l’accento .

Boh indica incertezza, incredulità, ma anche disprezzo, riprovazione

Boh, non saprei proprio

E perché tutto questo? Boh!

Eh indica una vasta gamma di sentimenti, tra cui rimprovero, disapprovazione, speranza, esortazione, meraviglia, anche nella forma raddoppiata eh eh

Eh, speriamo bene!

Ehi si usa per richiamare l’attenzione di qualcuno

Ehi, sta’ attento!

Le grafia hey, dovuta al modello dell’inglese, è sconsigliabile; hei, in cui si mescolano grafia inglese e grafia italiana, è da evitarsi.

Ehm, uhm indicano un dubbio, un’incertezza, un imbarazzo

Ehm, non intendevo dire questo…

Ih indica meraviglia, nella forma ripetuta ih ih simula un riso sarcastico o un pianto

Ih, ci sei anche tu!

Mah indica dubbio, incertezza, perplessità

Mah, mi sembra strano

Oh esprime una vasta gamma di sentimenti, tra cui meraviglia, rabbia, dolore, desiderio, tristezza, sorriso o riso (allora la forma è per lo più ripetuta: oh oh), ma serve anche per richiamare l’attenzione

Oh, che bella sorpresa!

Oh, mi ascolti?

Ohi esprime soprattutto dolore, ma anche riso (allora la forma è per lo più ripetuta: ohi ohi)

Ohi, la gamba, che male!

si può combinare con me nelle forme ohimè, oimè (grafia più rara) e con bo nella forma di uso scherzoso ohibò.

Ps, pst si usano per richiamare l’attenzione

Pst, vieni qua!

Puh e puah indicano disgusto, ma anche disprezzo, rifiuto

Puah, che schifo!

Sciò si usa per allontanare soprattutto gli animali, ma in senso ironico anche le persone

Sciò, cagnaccio, sciò!

St, sst si usano per ordinare il silenzio

Sst… parliamo più piano!

To’ è la forma soggetta a troncamento dell’imperativo togli con il valore arcaico di ‘prendi’, ed è un invito a prendere qualcosa, anche in senso figurato

To’, guarda che roba!

La grafia toh è meno frequente.

Uff e uffa esprimono fastidio, noia, insofferenza

Uffa! è la terza volta che visitiamo questo museo…

Uh esprime una vasta gamma di sentimenti, tra cui dispiacere, gioia, dolore

Uh, che male alla gamba

Veh e ve’ sono forme che derivano originariamente dal troncamento di vedi, imperativo di vedere, e si usano per richiamare l’attenzione o per rafforzare un concetto

Veh, che bella roba che hanno fatto!

Storia

Alcune interiezioni primarie diffuse nell’italiano letterario dei secoli scorsi sono rarissime nell’italiano corrente, sia scritto, sia parlato.

O era usata tradizionalmente per introdurre un vocativo

O animal grazioso e benigno (D. Alighieri, Inferno)

Deh era un’esclamazione tipica del linguaggio poetico

Deh, spiriti miei, quando mi vedete (G. Cavalcanti, Rime)

O sopravvive solo nell’uso di Toscana e l’interiezione deh è caratteristica in particolare del modo di parlare dei livornesi.

Usi

Tipica dell’italiano parlato in Piemonte e Lombardia è l’interiezione neh, usata nelle frasi interrogative o esclamative per chiedere conferma di ciò che si dice o per richiamare l’attenzione

Ti piace quella macchina, neh?

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