Internazionalizzazione

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

internazionalizzazione

Marco Lossani

In un sistema economico, processo derivante dallo svolgimento di una (o più) delle attività che ne caratterizzano il funzionamento lungo una dimensione che coinvolge diversi Stati-nazione.

L’internazionalizzazione leggera

In una prima fase, l’i. ha riguardato gli scambi commerciali di materie prime e prodotti caratterizzati da un valore elevato e da un limitato volume. Esempio tipico di questo primo stadio di i. – fondato sul commercio e definito i. leggera – è costituito dagli scambi internazionali in condizioni di baratto, che ebbero luogo per diversi secoli tra l’Europa continentale, l’Estremo Oriente e l’Africa. Successivamente lo sviluppo di alcune valute nel ruolo di monete internazionali ha fatto sì che l’i. degli scambi si accompagnasse a una crescente mobilità internazionale dei capitali.

L’internazionalizzazione pesante

Con l’evolversi della tecnologia – applicata ai trasporti e al trasferimento di informazioni – e con l’abbattimento di tariffe e di altri impedimenti di natura legale-amministrativa, l’i. ha caratterizzato sempre di più i processi produttivi e l’attività delle imprese, assumendo la connotazione di i. pesante. Il caso più eclatante è rappresentato dalla costituzione di reti di produzione globale, mediante le quali le imprese multinazionali suddividono il processo produttivo in fasi che sono collocate all’interno di Stati-nazione differenti, attraverso la realizzazione di investimenti diretti esteri verticali. In tal modo, la disintegrazione del ciclo produttivo lungo una crescente dimensione internazionale – che trova ragione nel tentativo di trarre vantaggio dal basso costo delle materie prime e/o della manodopera presso alcune localizzazioni – si accompagna all’intensificazione degli scambi internazionali che riguardano prodotti intermedi e semilavorati. In una fase immediatamente precedente, la quasi totalità della i. pesante dell’attività d’impresa veniva invece realizzata per mezzo di investimenti diretti esteri orizzontali, attraverso i quali l’intero ciclo produttivo di un’azienda – volto a realizzare un prodotto finito pronto a essere collocato sul mercato – veniva a essere replicato in un Paese diverso da quello in cui aveva sede l’impresa multinazionale stessa. In tal caso, l’i. dell’attività produttiva non corrispondeva a una intensificazione dei flussi commerciali internazionali, ma anzi si sostituiva a essi. Tuttavia, nel corso del tempo, il processo di i. è  diventato soprattutto di natura finanziaria, con una crescente mobilitazione dei risparmi tra un sistema economico e l’altro attraverso l’utilizzo del mercato internazionale dei capitali. A titolo di esempio, basterà ricordare che la grande maggioranza degli scambi di valute che hanno quotidianamente luogo all’interno del mercato valutario trae origine da transazioni di carattere finanziario.

Dall’internalizzazione pesante alla globalizzazione

L’inevitabile conseguenza di un processo di i. sempre più esteso (che coinvolge un numero crescente di Stati) e sempre più intenso (che determina in ciascun Paese un progressivo grado di apertura verso l’estero, definito in termini di maggiori scambi commerciali di beni, servizi, attività finanziarie e investimenti diretti esteri) è la globalizzazione (➔).