Interregno

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Antico istituto romano (comune ai popoli latini) che regolava la vacanza del magistrato supremo (del re nel regime monarchico, dei due consoli in quello repubblicano). Durante la monarchia, di cinque in cinque giorni, un senatore (interrex) esercitava la regia potestas; durante la repubblica si aveva i. in caso sia di scomparsa sia di assenza di entrambi i consoli; un senatore patrizio (anch’egli detto interrex), dirigeva l’elezione dei nuovi consoli, oppure (nel caso di assenza) deteneva il supremo potere. L’ultimo episodio certo d’i. della storia romana risale al 52 a.C.

Nella storia medievale fu detto grande i. (o terribile epoca dell’i.) il periodo successivo alla morte (1254) di Corrado IV, quando nessuno dei due contendenti al trono imperiale, Riccardo di Cornovaglia fratello di Enrico III d’Inghilterra e Alfonso X di Castiglia, fu riconosciuto imperatore. Alla morte di Riccardo (1272), papa Gregorio X non riconobbe Alfonso e cercò di favorire, nell’elezione imperiale, Přemysl Ottocaro II re di Boemia; i grandi elettori gli preferirono però Rodolfo d’Asburgo, con la cui elezione (1273) ebbe fine il grande interregno.

Nella storia moderna polacca, hanno particolare rilievo i tre i. verificatisi dopo la morte dell’ultimo Jagellone, Sigismondo Augusto (1572), la fuga improvvisa di Enrico di Valois (1574) e la morte di Stefano Báthory (1586); essi ebbero l’effetto di risvegliare le ambizioni di principi stranieri, soprattutto Asburgo, al trono polacco e di stroncare definitivamente, a tutto vantaggio della nobiltà, ogni tentativo di instaurare un forte potere centrale.

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