AFRO-ASIATICHE, Intese

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

AFRO-ASIATICHE, Intese

Francesco CATALUCCIO

Per iniziativa predominante del governo indiano presieduto da J. Nehru, dopo la seconda guerra mondiale, nella situazione internazionale caratterizzata dal contrapposto schieramento di blocchi - occidentale ed orientale - e dal movimento di liberazione dei popoli sottoposti a regime coloniale, si costituì gradatamente un fronte di stati asiatici e africani sulla base di un duplice obiettivo: da una parte la formazione di un' "area di pace" che avrebbe dovuto restare libera da interferenze politiche e strategiche dei due blocchi e praticare sia con i paesi a regime comunista sia con quelli a regime capitalista una politica di pacifica coesistenza e di reciproco rispetto; dall'altra, la lotta contro i residui del dominio coloniale. Questo schieramento neutralista e anticolonialista cominciò a funzionare di fatto nelle votazioni in seno alle Nazioni Unite, con la designazione di "gruppo afro-asiatico".

In seguito, e particolarmente dopo lo scoppio della guerra di Corea (25 giugno 1950), si affacciò l'esigenza di dare allo schieramento una maggiore efficienza organizzativa attraverso conferenze e consultazioni che facessero di volta in volta il punto sui problemi mondiali ed elaborassero un atteggiamento comune di fronte ai problemi sul tappeto. La prima di tali conferenze si svolse dal 18 al 24 aprile 1955 a Bandung in Indonesia, con la partecipazione di 29 stati: Afghānistān, Arabia Saudiana, Cambogia, Repubblica popolare cinese, Birmania, Ceylon, Costa d'Oro, Egitto, Etiopia, Filippine, Giappone, Giordania, India, Indonesia, Irak, Iran, Laos, Libano, Liberia, Libia, Nepal, Nigeria, Pakistan, Siria, Sudan, Thailandia, Turchia, Repubblica democratica del Vietnam, Stato del Vietnam. Non furono invitati, per considerazioni di momentanea opportunità politica, Israele, Unione Sudafricana, Mongolia, Cina nazionalista e le due Coree. La conferenza fissò un piano di cooperazione economica e di cooperazione culturale fra gli stati partecipanti, prese netta posizione sul problema dei popoli non indipendenti, sui diritti dell'uomo e sui diritti dei popoli a disporre di loro stessi, auspicò l'abolizione delle armi di distruzione in massa e stabilì un impegno di lotta per la pace e la cooperazione mondiale.

Pur non avendo carattere ufficiale, larga eco ebbe anche la successiva conferenza afro-asiatica, tenuta al Cairo dal 26 dicembre 1957 al 1° gennaio 1958 con la partecipazione di oltre 400 delegati, tra i quali quelli dell'URSS, Ghana, Marocco, Uganda, Somalia, Nigeria; mentre non hanno preso parte alla conferenza Liberia, Pakistan, Thailandia, Filippine, Stato del Vietnam, Marocco, Malesia, Cambogia, Laos.

Sempre al Cairo, dall'8 all'11 dicembre 1958 si svolse la prima conferenza delle Camere di commercio afro-asiatiche per dare applicazione al piano di cooperazione economica stabilito a Bandung.

Bibl.: G. Ferraris di Celle, Lo sviluppo della politica asiatica: da Bagor a Bandung, in Civitas, 1955, n. 5; La conférence de Bandoeng (18 au 24 avril 1955), in Chronique de politique étrangère, 1955, n. 4.

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