Ippocrate

Dizionario di filosofia (2009)

Ippocrate Medico e filosofo (n. Isola di Coo, 460 ca


m. 370 ca. a.C.). È uno dei padri della medicina. Contribuì a trasformare l’arte medica antica in una scienza basata sull’osservazione e sulla spiegazione razionale dei fenomeni.

Il Corpus hippocraticum

Sono poche le notizie certe sulla sua vita, che è avvolta da innumerevoli leggende. I. nacque da una famiglia (gli Asclepiadi) appartenente alla corporazione dei medici professionali, e studiò sotto la guida del padre e di Erodico di Cnido. Ad Atene entrò in contatto con il sofista Gorgia e con il filosofo Democrito (i rapporti con Democrito sono oggetto di una serie di Lettere apocrife, che tuttavia fanno parte del Corpus hippocraticum). Come medico itinerante viaggiò molto, ma svolse la sua attività più importante nella città natale, alla cui scuola medica diede grandissima fama. Nel 4° sec. divenne il simbolo della medicina del periodo aureo, e quando i dotti di Alessandria si accinsero a ordinare le opere di medicina di quel periodo le raccolsero tutte sotto il suo nome. Nacque così la raccolta del Corpus hippocraticum, che comprende una settantina di scritti composti tra la metà del 5° sec. e la metà del 4° a.C. Gli studiosi sono concordi nell’attribuire a I.: l’Antica medicina, uno scritto polemico contro gli schemi astratti dei filosofi; il Male sacro, sull’epilessia; Aria, acqua, luoghi, un’analisi delle correlazioni tra stato di salute e condizioni climatiche e ambientali; il primo e il terzo libro del trattato sulle Epidemie, che descrivono le malattie che si erano diffuse nell’Isola di Taso; il Prognostico, dedicato alla previsione razionale del decorso delle malattie; infine il Della dieta, oltre ad alcune parti degli Aforismi e a vari scritti di chirurgia. Incerta risulta invece la paternità del celebre Giuramento, con il quale i medici della scuola si impegnavano ad astenersi da ogni atto dannoso al malato, a mantenere il segreto professionale, a considerare sacra la loro arte. Questi principi figurano ancora oggi nel codice di comportamento dei medici, che indica i loro diritti e soprattutto i loro doveri.

Rapporti fra Ippocrate e la filosofia antica

Opera di più autori, il Corpus hippocraticum dà indicazioni divergenti sui rapporti fra medicina e filosofia. I rapporti più consistenti sembrano quelli con la filosofia naturalistica presocratica, che attualmente costituiscono il principale interesse della critica. Un elemento comune è l’associazione di medicina e cosmologia. Il trattato Della dieta presuppone una indagine sulla natura umana e sui suoi costituenti fondamentali: elementi, come acqua e fuoco, rapporti fra macrocosmo e microcosmo, panspermia ed embriologia, che rivelano rapporti con il pitagorismo, con Anassagora, Empedocle ed altri. Analogamente, nel trattato sui Venti, che esamina il ruolo fondamentale dell’aria nei processi vitali, si avverte la presenza di Anassimene. Il rapporto microcosmo-macrocosmo è ancora al centro del trattato Sulle settimane, basato interamente sul numero sette (fasi della Luna, stagioni, ecc.), dove si avvertono echi del pitagorismo, di Anassimandro e di Anassimene. Un atteggiamento polemico verso la tradizione filosofica caratterizza invece altri gruppi di trattati, in partic. quello sull’Antica medicina. Sulla scorta di Galeno e di trattati come il Περὶ εὐσχημοσύνης si è stati spesso inclini a identificare il metodo ippocratico con quello platonico. E in effetti nel Fedro (269 c-d) Socrate attibuisce a I. il metodo platonico della ‘divisione’ o diairesi, e un progetto scientifico («studiare la natura del tutto») che è, di nuovo, platonico nella sostanza. In realtà un testo come l’Antica medicina propugna un metodo empirico e osservativo antitetico a quello analitico e deduttivo del Fedro. Un atteggiamento non dissimile lo stesso trattato rivela verso esponenti della filosofia presocratica come Empedocle. E un’analoga posizione critica si nota nella Natura dell’uomo, che per di più è sicuramente opera di un discepolo diretto di I., Polibo, in cui troviamo un attacco ai filosofi monisti e agli eleati. Polibo privilegia invece – a riprova della disparità di punti di vista presenti nel Corpus hippocraticum – la teoria dei quattro elementi di Empedocle, che viene assimilata a quella dei quattro umori: sangue, flegma o catarro, bile gialla, bile nera o atrabile. La salute è la mescolanza armonica ed equilibrata degli umori, mentre dalla predominanza di un determinato umore derivano i vari ‘temperamenti’ individuali (sanguigno, flemmatico, biliare, atrabiliare o malinconico) e le malattie. L’idea che la malattia coinvolga l’intero organismo portava a una concezione della terapia come ricostituzione di uno stato globale di salute. La medicina ippocratica introduce qui uno dei concetti più originali del suo pensiero, quello di regime di vita: una progressiva rieducazione dell’organismo alla salute attraverso una sapiente regolazione della dieta, dell’esercizio fisico, delle condizioni igieniche e ambientali. Ed è in questa ricerca dell’armonia, sia fisica che spirituale (aspirazione centrale della cultura greca), che è forse possibile rinvenire il maggiore punto di convergenza tra filosofia antica e medicina ippocratica.

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