Irrazionalismo

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In filosofia, nella sua accezione generale, il termine è stato usato per indicare le varie forme che nella storia del pensiero ha assunto la polemica contro la ragione intesa come facoltà che procede per distinzioni, definizioni e deduzioni con l’intento di dare una sistemazione coerente (‘razionale’) del conosciuto. Spesso, soprattutto in sede polemica, il termine si è caricato di significati diversi, in rapporto al diverso valore dato a ragione, intelletto, razionalità ecc. Più in particolare, tra Otto e Novecento, è servito a indicare la filosofia di F.W. Nietzsche, l’intuizionismo di H.-L. Bergson, il pragmatismo, la filosofia dell’azione, l’esistenzialismo e altre forme di reazione all’intellettualismo scientifico e positivistico e al razionalismo di filosofie neo-idealistiche e storicistiche. Si è parlato di i. per quelle filosofie della morale che affermano l’impossibilità di fondare le scelte valutative su decisioni razionali e le fanno derivare da procedimenti alogici nei quali hanno largo spazio le emozioni individuali; tale forma di i. etico sarebbe in modi diversi presente in larghi settori delle riflessioni contemporanee sulla morale e principalmente in quelle proprie dei neopositivisti e degli esistenzialisti.

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