ISERNIA

Enciclopedia Italiana (1933)

ISERNIA (A. T., 27-28-29)

Arturo SOLARI
Paolo DE GRAZIA *

Cittadina del Molise (provincia di Campobasso), posta su un altipiano, alla confluenza dei torrenti Carpino e Sordo, che uniti formano il fiume Cavaliere, affluente del Volturno. La pianta della città presenta una lunga via principale, con poche vie laterali, che partendo dal piano della stazione (m. 557) a O. del nuovo rione, scende fino al Cavaliere. Le numerazioni dei fuochi dànno cifre saltuarie della popolazione d'Isernia; le diminuzioni si devono probabilmente a esodi per i frequenti terremoti. Nel 1800 gli abitanti erano 7000; nel 1921, 9503 (di cui 7469 nel centro abitato); essendo stati successivamente aggregati al comune d'Isernia i vicini comuni di Longano, Macchia d'Isernia, Miranda, Pesche, Pettoranello di Molise, S. Agapito, la popolazione del nuovo comune (179,67 kmq.) è risultata di 15.997 ab. secondo il censimento 1921, di 16.437 secondo quello del 1931. Le industrie sono rappresentate da lanifici, tintorie, pastifici, tipografie. Le donne lavorano artisticamente merletti a tombolo. La principale fiera, detta delle cipolle, per la vendita speciale di questo prodotto, si celebra il 29 giugno. Il territorio produce cipolle e molti altri ortaggi per esportazione, cereali, frutta. Una sorgente di acqua solforosa ha fatto sorgere una frequentata stazione balneare su ruderi di terme romane. Isernia è sulla ferrovia Caianello (Napoli-Cassino-Roma) Carpinone-Campobasso-Sulmona.

Monumenti. - Notevoli sono le mura ciclopiche, l'acquedotto sannita-romano, scavato in roccia per oltre un chilometro e a ventotto metri di profondità e i ponti romani sulla via latina. La cattedrale fu ricostruita nel 1837 in forme neoclassiche sugli avanzi di una chiesa anteriore distrutta nel 1805 dal terremoto. Al fianco sinistro sorge il massiccio campanile su un androne ogivale, con agli angoli 4 statue romane. Degne di menzione inoltre sono la chiesa di S. Francesco, con portale romanico e, nell'interno, un pulpito ligneo barocco; la chiesa dell'Assunta, con parti romaniche (portale, avanzi d'un portico, campanile); e la "Fontana Fraterna", costruzione romanica a 6 archi.

Storia. - Esernia, Aesernia (toponimo osco, demotico Aeserninus) distava da Bovianum 18 miglia. Presto i Romani ne capirono l'importanza itineraria. Nodo stradale del Sannio per Benevento a S., per la valle del Sangro a E. e a O. per Atina, fu nel 263 colonia latina con diritto monetale. Durante la seconda guerra punica fedele ai Romani, continuò la sua amicizia nella guerra sociale, nella quale, strappata dagli alleati, fu ripresa da Silla. Da allora comincia il suo decadimento, a cuì accenna Strabone, sebbene abbia goduto diritti municipali, con capoluogo murato, iscritta nella tribù Tromentina, e sia stata altresì colonia di veterani. Non è accettabile la tradizione sull'antichità della diocesi, per quanto rilevata da un catalogo episcopale. Riprese importanza ai tempi di Traiano e degli Antonini. Durante il Medioevo fu soggetta a varie vicende e fu più volte distrutta o incendiata (880, 1199, 1223). Nel 1799 si oppose fieramente ai Francesi; nel 1860 nel vicino Macerone le truppe piemontesi del Cialdini dispersero le soldatesche barbariche del Douglas Scotti.

Bibl.: R. Garrucci, La Storia di Isernia, ecc., Napoli 1848; E. Schweder, Aesernia und Esernia, in Philol., 1884; Corp. Inscr. Lat., IX, p. 245; H. Nissen, It. Landesk., II, Berlino 1902, p. 795; Ch. Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., I, coll. 684-85; Th. Mommsen, Gesch. d. röm. Münzerwesens, Berlino 1860, pp. 117, 316; F. Lanzoni, Le diocesi d'Italia, I, Faenza 1927, p. 379.