HONDA, Ishirō

Enciclopedia del Cinema (2003)

HONDA, Ishiro

Roy Menarini

Honda, Ishirō (noto anche come Inoshirō)

Regista cinematografico giapponese, nato a Yamagata il 7 maggio 1911 e morto a Tokyo il 28 febbraio 1993. Dotato di sicuro mestiere, frequentò con abile scaltrezza i generi fantastici, anche se il filone che aveva contribuito a fondare ‒ il kaijū eiga (film di mostri) ‒ lo condannò a ripetere, con minime variazioni, lo stesso schema del primo film che gli aveva dato la celebrità, Gojira (1954; Godzilla). Considerato il 'Roger Corman del Sol Levante', H. non può tuttavia essere annoverato tra i maestri internazionali del genere, anche se alcuni dei film da lui diretti sono rimasti celebri.

Dopo aver conseguito un diploma in Belle arti, nel 1933 cominciò la sua carriera cinematografica presso gli studi del Photo Chemical Laboratory (in seguito casa di produzione Tōhō), dove lavorò alle dipendenze di Yamamoto Kajirō. Dopo una breve ferma militare durante la guerra sino-giapponese, fu assistente di Kurosawa Akira per Nora inu (1949; Cane randagio). Debuttò nella regia con Taiheiyō no washi (1953; Operazione kamikaze), film di propaganda sull'ammiraglio Yamamoto Isoroku. Raggiunse la notorietà con Gojira, storia di un essere mostruoso risvegliato dal suo letargo nell'oceano Pacifico dalle sperimentazioni nucleari statunitensi, primo film di un'interminabile serie di lavori fantascientifici con mostri preistorici come protagonisti. Se Gojira rappresenta un caso esemplare di successo dovuto a fattori imprevedibili ‒ tra cui il ricordo della bomba atomica, l'abilità nella costruzione di modellini del tecnico degli effetti speciali Tsuburaya Eiji, il fascino naif che il prodotto assunse all'estero ‒ i lavori successivi permisero a H. di declinare il tema del mostro in tutti i modi possibili. Alcuni film, come Jūjin yukiotoko (1955, noto anche come Beast man snow man), vennero prodotti con capitali statunitensi e girati in versioni multiple con troupe diverse (come già accaduto per la versione americana di Gojira, interpolata con nuove sequenze interpretate da Raymond Burr); altri, come il molto apprezzato Radon (1956; Rodan, il mostro alato), grazie all'adozione del colore, spinsero sino all'eccesso la creazione spettacolare di bestie giganti. Da allora i mostri creati da H. e Tsuburaya ‒ tra cui meduse volanti, farfalle macroscopiche, pterodattili, idre a due teste ‒ assunsero le caratteristiche di eroi popolari e fanciulleschi, destinati a scontrarsi in scenari metropolitani e apocalittici. H. diresse, fra i molti, Daikaijū Baran (1958, noto anche come Baran: monster from the East), Mosura (1961), Yosei Gorasu (1962), Kaitei gunkan (1963; Atragon), Matango (1964; Matango il mostro), delirante esempio, quest'ultimo, di horror metaforico in cui i protagonisti vengono trasformati in enormi funghi.

Oltre a inventare intere famiglie di mostri, H. utilizzò anche personaggi fantastici già noti, ai quali del resto si era ampiamente ispirato: ne sono esempi titoli come Kingu Kongu tai Gojira (1962; Il trionfo di King Kong), dove il gigantesco scimmione sconfigge Godzilla; Furankenshutain tai chitei kaijū (1965; Frankenstein alla conquista della Terra), in cui la creatura di M. Shelley, tornata in vita, si scontra con l'orrido animale preistorico Baragon; o Kaijū sōshingeki (1968; Gli eredi di King Kong). Il regista sviluppò anche il settore della fantascienza extra-terrestre: a questo proposito vanno ricordati Chikyū bōeigun (1957; I misteriani) e soprattutto Uchū daisensō (1959; Inferno nella stratosfera), nel quale la città di To-kyo viene dissolta dagli alieni.

Dalla seconda metà degli anni Sessanta, l'inventiva di H. perse la vivacità surreale degli esordi e si spense tra rielaborazioni del solito genere fantastico: Furankenshutain no kaijū (1966, Il mostro Frankenstein), Gojira, Minira, Gabara ōru kaijū daishingeki (1969; Il ritorno di Gorgo), Gezora, Ganime, Kameba (1970; Atom, il mostro della galassia) e il malinconico Mekagojira no gyakushū (1975; Distruggete Kong, la Terra è in pericolo!) furono le ultime, paradossali opere del regista, che nel 1975 lasciò il cinema per dedicarsi alla televisione e al ruolo di consulente tecnico per i film dell'amico Kurosawa Akira.

Bibliografia

R. Esposito, Fant'Asia, Bologna 1994, pp. 121-22; M. Romagnoli, F. Barbieri, Godzilla contro Gamera. Storie dall'isola dei mostri, Bologna 1997; M.R. Novielli, Storia del cinema giapponese, Venezia 2001, pp. 153-54.

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