DEL LUNGO, Isidoro

Enciclopedia Italiana (1931)

DEL LUNGO, Isidoro

Guido MAZZONI

Nato a Montevarchi (Arezzo) il 20 dicembre 1841, morto in Firenze il 4 maggio 1927. Suo padre, Angiolo, medico letterato, che tradusse i libri Della medicina di Aulo Cornelio Celso, lo fece studiare nelle scuole medie di Cortona e Castiglion Fiorentino, poi nelle università di Siena e di Pisa. Si laureò in legge a Pisa nel 1860; ma subito si diede a insegnare materie letterarie nei licei, e ciò fino al 1875, quando, già accademico della Crusca, divenne regolare compilatore del Vocabolario. Egli possedette come pochi altri la lingua nostra presente, sia della città sia del contado, e la lingua degli scrittori, dal sec. XIV in poi. Alcune sue scritture in proposito raccolse nel libretto Per la lingua d'Italia un vecchio accademico della Crusca (Milano 1923). Senatore dal 1906, in Firenze resse altre cariche importanti, di assessore per la pubblica istruzione, arciconsolo della Crusca, presidente della Deputazione di storia patria e della Società dantesca. Fu applauditissimo come oratore letterario.

Cominciò verseggiando, e, nel tempo stesso, coi criterî incerti praticati dalla filologia italiana di allora ma con preparazione non frettolosa, si mise a pubblicare testi italiani antichi (Leggende del sec. XIV, Firenze 1863, e Prose volgari inedite e poesie latine e greche di Angelo Poliziano, Firenze 1867), consigliato a ciò dal Carducci che lo teneva per amico carissimo e se lo era da prima assunto a collaboratore per l'edizione delle opere del Poliziano. Il D. L. si proponeva di scrivere un'ampia vita del Poliziano, della quale diede alcuni saggi sparsamente, poi raccolti da lui nel volume Florentia. (Firenze 1897); cui si deve aggiungere il libretto Gli amori del Magnifico Lorenzo (Bologna 1923). Nel 1870 s'accinse a studiare la Cronica di Dino Compagni, su cui lavorò con larghezza e intensità sempre maggiori, finché nel 1887 pubblicò l'ultimo volume dell'opera illustrativa di quel testo, da lui dimostrato autentico contro tenaci oppositori. Alla quale opera, importantissima alla cognizione della società cui appartenne Dante, si accompagnano i due minuziosi volumi Storia esterna, vicende, avventure d'un piccol libro de' tempi di Dante (Milano 1917-1918).

Altri frutti dei suoi studî trecenteschi sono: Da Bonifazio VIII ad Arrigo VII, pagine di storia fiorentina per la vita di Dante (Milano 1899, poi divenuto I Bianchi e i Neri, con correzioni e aggiunte), Dante ne' tempi di Dante (Bologna 1888), Dal secolo e dal poema di Dante (Bologna 1898), Dell'esilio di Dante (Firenze 1881), Beatrice nella vita e nella poesia del sec. XIII (Firenze 1891), le sue letture dantesche e il commento scolastico del poema (Firenze 1926). Raccolse i suoi discorsi in Pagine letterarie e ricordi (Firenze 1893), Conferenze fiorentine (Milano 1901), Patria italiana (Bologna 1909 e 1912). Insieme con altri pubblicò parecchi testi: la Cronica domestica di Donato Velluti, con G. Volpi; le opere del Galilei, con A. Favaro; il carteggio Tommaseo-Capponi, con P. Prunas, ecc. Compilò anche qualche libro per le scuole medie, come Prose scelte e un'edizione della Cronica del Compagni.

Bibl.: A. Gigli e C. Mazzi, L'opera letteraria e civile di I. D. L., Firenze 1922; G. Mazzoni, Commemorazione di I. D. L., in Rendiconti della R. Accad. dei Lincei, seduta 20 novembre 1927; id., I. D. L., in Nuova Antol., 1° giugno 1927; G. Volpi, I. D. L., in Archivio stor. ital., 1927.

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