FALCHI, Isidoro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 44 (1994)

FALCHI, Isidoro

Filippo Delpino

Penultimo di diciassette figli, nacque a Montopoli in Val d'Arno (Pisa) il 26 apr. 1838 da Luigi di Giuseppe e da Bibiana Grazzini. Alla morte del capofamiglia (1849) la vedova, con nove figli superstiti, si ritrovò in notevoli ristrettezze, pur possedendo vari beni a Montopoli. Compiuti privatamente gli studi primari nella città natale e quelli secondari nel seminario vescovile di San Miniato (ove ebbe come maestro A. Conti), il F. seguì i corsi di medicina all'università di Pisa, conseguendo la laurea nel giugno 1859.

Entrato in relazione fin dal 1857 con gruppi di opposizione al governo lorenese, dopo la rivoluzione toscana dell'aprile 1859 e non appena laureatosi, il F. si arruolò volontario nella divisione toscana che partecipò alla campagna contro l'Austria, facendo ritorno a Montopoli nel mese di dicembre. Nel giugno 1860 s'imbarcò per Palermo con i volontari toscani comandati da V. Malenchini inviati a rinforzo della spedizione dei Mille; destinato a Caltanissetta come aiuto medico, si ammalò e sul finire dell'anno fu rimpatriato. Nel luglio 1862, in seguito a concorso, venne nominato medico condotto a Campiglia Marittima (Livorno), incarico che mantenne fino all'aprile del 1871.

Oltre all'esercizio della professione medica, il F. ebbe numerosi altri incarichi: fu segretario della locale Cassa di risparmio, delegato scolastico mandamentale, membro della Società di mutuo soccorso, di cui era stato tra gli istitutori, consigliere comunale. A Campiglia Marittima sposò (1865) Antonia Gianni, morta nel marzo del 1869 nel dare alla luce l'unica figlia Antonia. Nel 1871 il F. fece ritorno a Montopoli in seguito alla morte del fratello Francesco, del quale sposò la vedova, Cesira Mainardi, da cui ebbe un figlio, Luigi. A Montopoli ricoprì numerosi incarichi pubblici; fu a lungo consigliere comunale e sindaco nel 1873-74.

Ricerche compiute negli archivi di Campiglia Marittima e di altre città della Toscana per rivendicare i diritti di pascolo e legnatico di quella Comunità indirizzarono fin dagli anni '70 il F. alle indagini storiche e archeologiche, divenute queste ultime in seguito il suo principale campo di attività. Frutto di quelle iniziali ricerche fu l'opera Trattenimenti popolari sulla storia della Maremma e specialmente di Campiglia Marittima (Prato 1880; ristampa anastatica, Bologna 1974), pubblicata in trecento esemplari a spese del Comune di Campiglia Marittima.

Si tratta di un compendio di notizie erudite in cui, pur non essendo quello della storia antica l'interesse prevalente, si parla delle città etrusche di Populonia e Vetulonia; quanto alla allora incerta e controversa ubicazione di quest'ultima si affaccia, fra altre ipotesi, quella della sua localizzazione a Colonna, sulla base della notizia della presenza di reperti antichi.

Un'escursione compiuta a Colonna nel maggio 1880 impresse una svolta determinante nella vita del Falchi. L'osservazione di tratti di mura ciclopiche, notizie sul rinvenimento occasionale di tombe protostoriche ed etrusche e di monete con la legenda: "Vatl", la constatazione dell'esistenza di numerosi toponimi registrati in un antico documento del 1181, già noto agli eruditi ma variamente interpretato (con la menzione, fra altre località, di un "Poggio di Vitulonia"), persuasero il F. che l'etrusca Vetulonia fosse sorta sull'altura di Colonna. Tale convincimento venne da lui illustrato nell'opuscolo Ricerche di Vetulonia (Prato 1881, pp. 27 con una carta topografica) e ribadito in una pubblicazione di poco successiva, Gli avanzi di Vetulonia sul Poggio di Colonna nella Maremma grossetana (Grosseto 1881), in cui rendeva conto anche di saggi di scavo da lui intrapresi a Colonna e di una raccolta di monete vetuloniesi comprendente già settanta pezzi.

Nonostante il favorevole accoglimento della tesi del F. sulla rivista della Direzione centrale per i musei e gli scavi (Notizie degli scavi, 1882, pp. 251-256, ibid., 1883, p. 323) essa ebbe tenaci oppositori (A. Malfatti, C. Dotto De' Dauli, C. A. De Cara, G. Sordini), fra cui l'autorevole direttore del Museo etrusco di Firenze (L. A. Milani, Scoperta di una nuova Vetulonia, in La Nazione, 22 maggio 1893). Ne seguì una lunga serie di polemiche, proseguite anche dopo che la questione fu risolta a favore del F. prima da un decreto regio (22 luglio 1887: restituzione a Colonna dell'antico nome di Vetulonia), poi da una commissione ministeriale (composta da A. Salinas, A. Zannoni, L. Pigorini, G. De Petra, E. Brizio, A. Cozza, A. Pasqui, T. Taramelli; la relazione conclusiva è del 3 nov. 1893), che escluse l'esistenza sul Poggio di Castiglione nel territorio di Massa Marittima di resti monumentali riferibili a Vetulonia (smentendo le asserzioni di Dotto De' Dauli, Milani e Sordini), ed infine da una commissione dell'Accademia dei Lincei che, chiamata a giudicare circa l'assegnazione di un premio per l'archeologia, sentenziò: "... chiunque imparzialmente pondera la questione... sopra alla situazione della antica città di Vetulonia, aggiudicherà al Falchi il gran merito di avere scoperto questo importante centro della civiltà classica sul Poggio di Colonna ..." (3 giugno 1894).Nominato dal ministero della Pubblica Istruzione (Direzione centrale per i musei e gli scavi di antichità) "r. ispettore degli scavi e monumenti", al F. fu affidata la direzione degli scavi "governativi" a Colonna, iniziati nel maggio del 1884, prime ricerche archeologiche effettuate in Etruria dall'amministrazione dello Stato. Da allora, e per oltre un venticinquennio, il F. fu il grande protagonista delle ricerche a Vetulonia, riportandone via via in luce i vastissimi e ricchi sepolcreti (ma anche vestigia dell'area urbana), i cui corredi confluivano, non sempre ordinatamente, nel Museo etrusco di Firenze, costituendo una delle serie più importanti di quell'istituto. All'intensa e fortunata attività di scavo del F. si accompagnò anche un notevole impegno nell'illustrare i ritrovamenti in relazioni pubblicate in varie annate delle Notizie degli scavi (cfr. intra "Opere", cui si rinvia in generale anche per le altre sue pubblicazioni).

Sebbene il campo delle indagini del F. fosse rimasto sostanzialmente circoscritto a Vetulonia, nel 1889 e nel 1897 egli avviò anche ricerche a Populonia, riportando in luce sepolture e strutture tombali nella zona di San Cerbone, poste sotto imponenti accumuli di scorie ferrose; tali ricerche furono all'origine degli scavi regolari eseguiti a Populonia dai primi del '900.

In tarda età, ancora attivamente impegnato negli scavi di Vetulonia, il F. tentò in alcuni scritti di cimentarsi su temi storici di ampio respiro; un lodevole impegno esplicò poi nel promuovere l'istituzione di un Antiquarium a Vetulonia. La proposta, accolta dal ministero della Pubblica Istruzione nel luglio 1909, venne poi realizzata dopo la morte del F., sopraggiunta a Montopoli il 30 apr. 1914.

Alle doti di intuito e di perseverante tenacia nella promozione e direzione delle ricerche archeologiche a Vetulonia non corrispose sempre nel F. l'impiego di adeguate tecniche di scavo e di registrazione dei dati, specie nell'esplorazione dei sepolcri più antichi di molti dei quali non venne raccolta la suppellettile o ne fu confusa la pertinenza ai singoli complessi; va tuttavia rilevato che egli seppe recuperare per intero numerosissimi corredi funerari di straordinaria ricchezza, asportando interi blocchi di terreno in forme di gesso, poi esplorati in laboratorio. Carenze sono riscontrabili anche nelle relazioni di scavo, talora generiche, approssimative, di livello inferiore rispetto alle migliori realizzazioni dell'epoca.

Il F. fu essenzialmente un dilettante: ciò spiega le sue insufficienze di metodo, il carattere personalistico e polemico di molti dei suoi scritti, il rapporto talora difficile con gli archeologi professionisti (in particolare con L. A. Milani), qualche indulgenza col commercio antiquario. In un'epoca in cui l'archeologia andava faticosamente acquisendo uno status scientifico e un non piccolo ruolo avevano ancora i ricercatori perpetuanti i fasti dell'archeologia "romantica", la sua opera fu tuttavia senza dubbio meritoria, sicché non esagerò forse il genero L. Pernier nel paragonarlo a H. Schliemann: "... in entrambi l'ideale fuori della cerchia professionale, in entrambi il successo della scoperta pari all'ardore e alla tenacia delle ricerche..." (Emporium, XLI [1915], p. 357).

Al di là di questo apprezzamento va infine notato che le odierne conoscenze su Vetulonia dipendono ancora in larga parte dall'opera del F., da quella di scavatore soprattutto, ma anche, in una qualche misura, da quella di illustratore delle antichità riportate in luce nella lunga serie di appassionate ricerche sul terreno.

Opere: Oltre a quelle citate nel testo ricordiamo: Un sospetto a riguardo delle malattie della vite, Firenze 1880; Risposta ad una critica del sig. A. Malfatti sulla situazione di Vetulonia a Colonna, Grosseto 1882; Sulla situazione di Vetulonia a Colonna, seconda ed ultima risposta al sig. A. Malfatti, ibid. 1882; Breve storia del miasma maremmano, in Rivista maremmana, II, n. 2, 6 genn. 1883; Vetulonia e le sue monete confrontate con le monete di Populonia e di Roma, in Bull. dell'Instituto di corrispondenza archeologica, LVI (1884), pp.29 s.; Vetulonia et ses monnaies, in Annuaire de la Société française de numismatiqueet d'archéologie, VIII (1884), pp. 193-204, 281-311; ibid., IX (1885), pp. 539; La necropoli di Vetulonia, in Notizie degli scavi, 1885, pp. 98-152, tavv. VI-IX e pp. 398-417, tav. XII; Scavi di Vetulonia, in Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Römische Abteilung, I (1886), pp. 243-244, Nuovi scavi della necropoli di Vetulonia, in Notizie degli scavi, 1887, pp. 471-530, tavv. XIV-XIX; L'usura a Roma nel IV e V secolo a.C., Prato 1890; Vetulonia e la sua necropoli antichissima, Firenze 1891; Vetulonia e il Poggio Castiglioni del sig. Dotto De' Dauli, Grosseto 1891; Sul sito di Vetulonia. Fatti non discorsi, ibid. 1891; A difesa di un giudicato sull'ubicazione di Vetulonia, ibid. 1891; Nuovi scavi della necropoli vetuloniese, in Notizie degli scavi, 1892, pp. 381-405; Replica alle osservazioni del p. C. A. De Cara sul libro "Vetulonia e la sua necropoli antichissima", Firenze 1892; Le riviste del p. C. A. De Cara sul libro "Vetulonia e la necropoli primitiva", ibid. 1893; Scavi di Vetulonia, in La Nazione, 27giugno 1893; Il tumulo della Pietrera nella necropoli di Vetulonia, in Notizie degli scavi, 1893, pp. 143-161, 496-514; Sulla riduzione in peso dell'asse romano, in Riv. ital. di numismatica, VI (1893), pp. 13-20; Sulla questione etrusca. Lettera aperta al p. A. C. De Cara, Firenze 1893; Scavi nella necropoli vetuloniese durante l'anno 1893, in Notizie degli scavi, 1894, pp. 335-360; Vetulonia solennemente giudicata a Colonna, Firenze 1894; Della città vecchia e della nuova dei Vetuloniesi, ibid. 1894; La tradizione di Vetulonia e gli avanzi di Vetulonia e di Vitulonio, ibid. 1895; Gli schiarimenti del prof. Dotto e il trionfo della verità sulla questione di Vetulonia, Grosseto 1895; Vetulonia, scavi dell'anno 1894, in Notizie degli scavi 1895, pp. 272-317; Di un'antica necropoli riconosciuta sull'alto di Monte Pitti, ibid., pp. 334-338; Nuove scoperte nell'area della città e della necropoli di Vetulonia, ibid., 1898, pp. 81-112, 141-163; Scoperte ... in Vetulonia durante gli scavi del 1899, ibid., 1900, pp. 469-497; Le origini degli Italiani e di altri popoli europei, Firenze 1902; La necropoli etrusca di Populonia, forse inesplorata, in Notizie degli scavi, 1903, pp. 3-14; L'unità di origine del linguaggio, Pontedera 1907; Nuove scoperte nella necropoli di Vetulonia, in Notizie degli scavi, 1908, pp. 419-437; Alla vigilia della gran festa di Roma. Di un grave e funesto errore nelle prime pagine di nostra storia, Pontedera 1911; Il circolo del monile d'argento e il circolo dei lebeti di bronzo a Vetulonia, in Notizie degli scavi, 1913, pp. 425-437 (in coll. con L. Pernier).

Fonti e Bibl.: Ampia documentazione sulle attività archeologiche del F. è negli archivi, centrali e periferici, della pubblica amministrazione. A titolo esemplificativo cfr. Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direz. gen. antichità e belle arti, II vers., parte I, bb. 63 s; III vers., parte I, bb. 175, 242, 243; 111 vers., parte II, bb. 86-90; cfr. inoltre Firenze, Archivio Soprintendenza archeol. per la Toscana, Esercizio 1889-1892, pos. D, ins. 9 (relazione L. A. Milani in data 25 ott. 1891 con motivati rilievi critici sulla conduzione degli scavi del F. a Vetulonia); pos. F, ins. 8 (presso l'archivio della stessa soprintendenza sono inoltre depositate diverse carte personali del Falchi). Si ha notizia dell'esistenza di carte del F. a Montopoli presso la nuora, Gilberte Falchi, documenti di cui è annunciata la pubblicazione a cura di F. Paciscopi. V. anche I. F., Ricordi della mia vita ed altro, in Montopoli. Annuario del Conservatorio di S. Marta e dell'istituto magistrale Isidoro Falchi di Montopoli Val d'Arno, Pontedera 1987, pp. 117-125. Notizie biografiche in Bullettino di paletnologia ital., XI, (1914), pp. 92 s. (necrologio, non firmato ma probabilmente di L. Pigorini, con bibl. archeologica del F.); L. Pernier, Città e necropoli etrusche della Maremma. I. F., in Emporium, XLI [1915], pp. 338-358; C. Tumiati, I. F., in L'Illustrazione del medico, n. 118, maggio 1953, pp. 1-4; A. Dani, I. F, archeologo montopolese, in Erba d'Arno, n. 16-17, 1984, pp. 115-121; S. Ficini, I.F., sindaco e amministratore comunale di Montopoli, in Montopoli Annuario..., cit., pp. 127-133; F. Paciscopi, Tra Montopoli e Vetulonia, ibid., pp. 135-157. Per ulteriori notizie cfr. S. Ficini, Storia e vicende del conservatorio di S. Marta e dell'istituto magistrale I. Falchi di Montopoli V. A., ibid., pp. 11-60; Id., Montopoli. Un paese del contado fiorentino nella seconda metà dell'Ottocento, Casciana Terme 1990, ad Indicem.

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