SALOMONE, Isole

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

SALOMONE, Isole (XXX, p. 551)

Paolo Migliorini

La parte settentrionale dell'arcipelago, un tempo possedimento tedesco e amministrata dall'Australia fin dal 1918, costituisce parte integrante del territorio Papua-Nuova Guinea, che ha ottenuto l'indipendenza nel 1975. Le isole S. meridionali hanno mantenuto lo status di protettorato britannico fino al 1973, anno in cui fu loro concesso un parziale autogoverno. Successivamente, nel quadro del processo di decolonizzazione in atto nel Pacifico merid., hanno ottenuto la piena autonomia (1976), e infine l'indipendenza (1978), rimanendo nell'ambito del Commonwealth.

Il nuovo stato (nome ufficiale: Salomon Islands) include le principali isole dell'arcipelago: Choiseul, Santa Isabel, Nuova Georgia, Malaita, San Cristobal, Guadalcanal, nonché un gran numero di atolli corallini, disseminati su una vasta fascia della Melanesia che si estende da NO a SE per oltre 150 di longitudine.

Sull'isola di Guadalcanal, la più estesa, nota per essere stata teatro di una violenta battaglia fra Giapponesi e Statunitensi nel corso della seconda guerra mondiale, si trova la capitale Honiara, che nel 1976 contava circa 15.000 abitanti. Complessivamente la superficie territoriale dello stato misura 28.446 km2 (di poco inferiore a quella del Belgio), e una popolazione di 196.700 ab., peraltro in rapido aumento (coefficiente di accrescimento annuo: 3,5%). Nelle S. si parlano circa ottanta diversi dialetti, un dato che riflette l'estrema frammentazione delle comunità indigene, di ceppo melanesiano.

L'enonomia, che un tempo si fondava unicamente sulla raccolta e la lavorazione delle noci di cocco (ancora nel 1968 la copra contribuiva a formare il 90% del valore delle esportazioni), si va ristrutturando, grazie a un processo di diversificazione promosso dal Regno Unito negli anni Sessanta. La copra rimane una delle principali risorse (27% del valore delle esportazioni nel 1977), ma è sensibilmente cresciuto l'apporto dei prodotti della pesca (27%), del legname (26%), e dell'olio di palma (20%). Il governo tende a intensificare le attività della pesca, e ad avviare la valorizzazione dei giacimenti di bauxite e fosfati, con progetti di sviluppo che si avvalgono dell'apporto di capitali giapponesi.

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