ITACA

Enciclopedia Italiana (1933)

ITACA (gr. 'Ιϑάκη; volg. Θιάκι; A. T., 82-83)

Doro LEVI
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La più piccola, dopo Paxo, delle Isole Ionie (93 kmq.), situata a NE. di Cefalonia, da cui la divide il Póros Ithákēs. Consta di due masse montuose calcaree, riunite da un istmo collinoso; la parte settentrionale culmina nel M. Anoi ('Ανωγή; 808 m.), quella meridionale nel M. S. Stefano (630 m.). Tra le montagne, completamente nude, si aprono alcune vallecole, dove si trovano le uniche zone coltivabilì (olivi, viti). L'isola è molto povera e produce soltanto un po' di olio, di olive e di vino; la popolazione (8840 ab. nel 1928) si occupa essenzialmente di navigazione e di commercio, ed è costretta in parte a emigrare. Bathý, il capoluogo (3260 ab.), è situata sul golfo di Molo (che s'insinua tra la parte settentrionale e quella meridionale dell'isola), e ha un ottimo porto naturale.

Amministrativamente Itaca costituisce un'eparchia del nomo di Cefalonia, ed è divisa in 4 distretti.

L'Isola nell'antichità. - Nei poemi omerici Itaca ('Ιϑάκη]; latino Ithăca) è il nome della patria di Ulisse e della capitale del regno dei Cefaloniti, e designa certamente una delle isole del Mare Ionio; tale isola almeno dal sec. V a. C. è stata identificata con la moderna isoletta di Thiaki, che ufficialmente ha ripreso il nome classico; ma già gli antichi scrittori disputavano vivamente questa identificazione; la disputa, riaccesa dagli studiosi moderni, a partire dalle ricerche di W. Gell e di M. Leake nel 1806, ha ripreso fervore oggi, accompagnata da esplorazioni archeologiche eseguite dalla scuola inglese di Atene. Prescindendo da meno felici identificazioni dell'Itaca omerica con altre isole del Mar Ionio, p. es. con Cefalonia (v.), o anche con Corfù, la disputa verte soprattutto attorno alla teoria di W. Doerpfeld, che crede d'aver identificato tutte le località del regno di Ulisse non già in Itaca, ma nell'odierna Leucade.

Dai poemi omerici ci risulta l'esistenza in tempi preistorici nell'arcipelago opposto all'ingresso del Golfo di Corinto d'una potenza marinara e commerciale assai attiva e intraprendente, di cui è personificazione mitica appunto l'eroe Ulisse: potenza ben comprensibile per l'importanza del traffico marittimo in quel punto fra la Grecia centrale e il Peloponneso attraverso al Golfo di Corinto medesimo, le coste dell'Epiro (la Tesprozia) e l'isola di Corcira (l'isola dei Feaci?) al nord, le coste dell'Elide e della Trifilia (regno di Nestore?) al sud, e lontano le coste dell'Italia meridionale e della Sicilia. Nell'Odissea le isole principali di questo regno di Ulisse sono chiamate Itaca, Dulichio, Same e Zacinto; secondo l'opinione corrente sarebbero in realtà solo tre isole, perché Dulichio avrebbe indicato la parte occidentale, e Same quella orientale di Cefalonia. Invece secondo il Doerpfeld l'omerica Itaca sarebbe l'odierna Leucade, Same l'odierna Thiaki, e Dulichio l'odierna Cefalonia; solo in seguito alle migrazioni doriche, verso il 1100 a. C., per la pressione degli invasori i primitivi Itacensi sarebbero stati spinti a occupare la parte settentrionale di Same, e avrebbero fondato la nuova Itaca, mentre i Samei ricacciati da questa si sarebbero riversati sulla costa orientale di Dulichio, fondando una nuova città di Same; gli abitatori della parte meridionale di Thiaki avrebbero mantenuto le loro antiche sedi; i Cefaloniti al tempo di Omero avrebbero abitato al contrario il continente ellenico, e sotto la medesima ondata d'invasioni si sarebbero rifugiati anch'essi a Dulichio, dando a quest'isola il nome di Cefalonia.

Ora, fra le indicazioni topografiche dei poemi omerici, importanti sono specialmente le descrizioni dell'Odissea (II, 167; IX, 21; XIII, 212; XIX, 132), dove Itaca è precisata come un'isola priva di larghe pianure e di pascoli, rocciosa, impraticabile ai cavalli, ma non troppo povera; è un'isola buona per l'allevamento delle capre, e per la coltivazione dei vigneti: descrizioni queste che si adattano meglio alla piccola e scoscesa Thiaki, che non alla bassa e ben praticabile Leucade. Un'altra indicazione geografica secondo cui Itaca sarebbe l'ultima isola verso ovest del regno dei Cefaloniti, non va bene né per Thiaki né per Leucade. Ma soprattutto i trovamenti degli scavi del Doerpfeld a Leucade, per quanto interessanti, non sono convincenti per le identificazioni con le località e con la civiltà omerica. In quanto alle identificazioni con le località descritte nei poemi omerici, se ci lasciano perplessi parecchie tentate per Thiaki, non sono più convincenti quelle addotte per Leucade: bisogna ammettere più semplicemente che, dietro forse a qualche spunto preso dalla diretta visione, o anche dal ricordo di località e di situazioni simili a quelle descritte dal poeta, larga parte è lasciata alla fantasia poetica.

Secondo le opinioni più correnti, l'antica città d'Itaca, e capitale del regno di Ulisse, andrebbe ubicata presso alle rovine di Stavrós, nel fondo della piccola baia di Polis a nord-ovest dell'isola, di fronte all'isoletta Daskalió che sarebbe l'Asteris omerica, dove i Proci attendevano il ritorno di Telemaco per ucciderlo; a circa mezz'ora di cammino verso nord da Stavrós sono le rovine d'una torre del sec. VI a. C., detta volgarmente "la scuola di Omero"; il porto dell'attuale capoluogo di Bathý, invece, è stato identificato con l'omerico porto di Forcide, dove Ulisse fu deposto dai Feaci; a circa 40 minuti da esso, nella località Marmarospilia, v'è una ampia grotta che corrisponde abbastanza bene alla descrizione omerica della Grotta delle Ninfe; presso la baia di Perapēgádi, sulla costa sud-orientale, la fonte omonima sarebbe l'antica fonte Aretusa; sul piccolo ripiano di Marathiá avrebbe abitato il porcaro Eumeo, mentre nella baia di S. Andrea, sull'estremità meridionale dell'isola, sarebbe avvenuto lo sbarco di Telemaco. Sull'Aetós, nel centro dell'isola, alcune rovine sono state ritenute quelle dell'antica città di Alalcomene (v.).

Alcune ricerche recenti, che hanno dato impulso alla ripresa degli scavi, hanno voluto identificare la fontana della città di Ulisse nei resti di una fontana costruita, rinvenuti nella parte meridionale dell'isola, dove però la città di Ulisse non potrebbe essere collocata. Gli scavi in corso invece hanno già dato notevoli risultati; nella baia di Polis s'è scavato entro una grotta-santuario, in parte sommersa nel mare; malgrado la mescolanza delle stratificazioni, si sono rinvenuti varî relitti che vanno dal principio dell'età del bronzo fino almeno al sec. I a. C. Poco lungi dalla città, sul colle di Pilikata, si sono rinvenuti resti d'una stazione proto-elladica, ma attardata, con residui mescolati anche di età medio-elladica e perfino tarda-micenea, mentre con saggi presso Stavrós si sono scoperte una larga cinta, e tombe a embrici del sec. IV e del III a. C. Varie iscrizioni, le più antiche in dialetto dorico, c'informano che nell'isola erano venerati soprattutto Atena, Era e Artemide. In periodo storico Itaca era sotto la protezione di Cefalonia.

Bibl.: W. Gell, The Geogr. and Antiquities of I., Londra 1807; M. Leake, Travels in Northern Greece, Londra 1835, III, p. 24 segg.; R. Hercher, Homer u. das Ithaka der Wirklichkeit, in Hermes, I (1860), p. 263 segg. (= Homerische Aufsätze, 1881, I); J. Partsch, Kephallenia u. Ithaka. Eine geogr. Monographie, Gotha 1890; E. Reisch, in Serta Harteliana, Vienna 1896, p. 145 segg.; H. Michael, Das homer. u. das heutige I., Jauer 1902; id., Die Heimat des Odysseus, Jauer 1905; V. Bérard, Les Phéniciens et l'Odyssée, Parigi 1903, II, p. 405 segg.; E. Belzner, Land u. Heimat des Odysseus. Ein Beitrag zur Lösung der Ithakafrage, Monaco 1915; Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX, col. 2289 segg. (v. qui una più ampia bibl. sulle opere precedenti); Fr. Brewster, Ithaca. A study of the Homeric evidence, in Harvard St. class. philol., XXXI, p. 125 segg.; id., Ithaca, Dulichium, Same, and Wooded Zacynthus, ibid., XXXVI, p. 34 segg.; W. Doerpfeld, Alt-Ithaka, Ein Beitrag zur Homer-Frage. Studien u. Ausgrabungen auf d. Insel Leukas-Ithaka, Craefeling (Monaco) 1927; Ch. Burrage, The Ithaca of the Odyssey. A new attempt to show that Thiaki is the Ithaca of Homer, Oxford 1928; R. Rodd, Homer's Ithaca. A Vindication of tradition, Londra 1927; V. Bérard, Les navigations d'Ulysse: I, Ithaque et la Grèce des Acæéens, Parigi 1930. Per gli scavi, cfr. C. Schuchhardt, Schliemanns Ausgr., 2ª ed., Lipsia 1891, p. 399 segg.; W. Vollgraff, Fouilles d'Ithaque, in Bull. Corr. Hell., XXIX (1905), p. 145 segg.; per i recentissimi. G. G. Payne, in Journ. Hell. St., LI (1931), p. 195 segg. (cfr. S. Benton, Antiq. from Thiaki, in Pap. Br. School Ath., XXIX, 1927-28, p. 113 segg.; e Ill. London News, 6 dic. 1930).