BOLOTNIKOV, Ivan Isaevič

Enciclopedia Italiana (1930)

BOLOTNIKOV, Ivan Isaevič

Sergio Puskarev

Fu grande voivoda di ribelli all'epoca dei torbidi del 1606-1607. Già contadino del principe Teliatevskij, fu fatto giovanissimo prigioniero dai Tartari e, venduto ai Turchi, fu messo al remo. Scappato di prigionia, tornando da Venezia in Russia, s'incontrò in Polonia con quei Moscoviti, che progettavano di alzar sugli scudi un secondo falso Demetrio, dopo che a Mosca era stato ucciso il primo falso Demetrio (17 maggio 1606). Gli avversarî di Basilio IV Šujskij (v.), allora dominante a Mosca, affermavano che lo zar Demetrio era ancora vivo e mandarono B., quale suo fiduciario a Putivl′, città di confine, dal voivoda principe G. P. Šachovskoj, il quale, non appena avvenuta l'incoronazione di Sujskij, aveva organizzato una sollevazione contro di lui.

Credulo, ma fornito di grande coraggio e della capacità di agire sulle masse popolari, B. ben presto divenne uno dei principali capi dei ribelli. Oltre che di abbattere l'"usurpatore" Šuiskij e di rimettere sul trono lo "zar legittimo" Demetrio Ivanovič (preteso figlio di Ivan il Terribile), B. si proponeva un rivolgimento sociale: egli incitò i bassi strati della popolazione moscovita - servi, contadini, vagabondi - a sollevarsi contro i loro padroni, i boiari proprietarî delle terre e i ricchi mercanti, promettendo ai rivoltosi le proprietà dei loro oppressori e una facile e comoda vita avvenire. Molti malcontenti si sollevarono e, spinti da B., uccisero i loro signori, ne saccheggiarono i beni e si misero sotto la sua bandiera. Nell'agosto 1606 B. sconfisse sotto Kromy l'esercito moscovita guidato dal principe Trubeckoj; ben presto contro lo zar Basilio Šuiskij si sollevarono anche le classi che gli erano state fino allora devote, i nobili e i "figlì dei boiari", riunitisi sotto la guida di tre capi: Sumbulov, Procopio Ljapunov e Paškov. Le forze riunite dei ribelli sconfissero l'esercito moscovita condotto dal principe Mstislavskij e nell'ottobre 1606 assediarono Mosca. La predicazione di rivolgimenti sociali produsse il dissidio nell'esercito degl'insorti: i nobili, che avevano aderito all'insurrezione, spaventati dalla propaganda di B., lo abbandonarono e fecero atto di sottomissione allo zar Basilio (15 novembre 1606). Nella battaglia presso Mosca (2 dicembre 1606) B. fu tradito da Paškov, l'ultimo alleato nobile che gli era rimasto e che passò con le sue truppe dalla parte dello zar. B. subì una piena sconfitta e fuggì a Kaluga. Qui sostenne a lungo e con successo l'assedio delle truppe moscovite, che nella primavera del 1607 furono costrette a toglierlo. B. e gli altri capi degl'insorti si riunirono a Tula con notevoli forze armate, ma lo zar, raccolte da tutte le parti dello stato un esercito di 100.000 uomini, assediò Tula, che il 10 ottobre 1607 fu costretta ad arrendersi. I capi dei ribelli, contro la promessa di amnistia, furono arrestati; B. fu esiliato a Kargopol e presto ucciso.

Bibl.: S. M. Solov′ev, Itorija Rossii, VIII; N. J. Kostomarov, Smutnoe vremja moskovskago gosudarstva v nač. XVII st. (L'epoca dei torbidi dello stato moscovita al principio del sec. XVII). II; S. F. Platonov, Očerki po istorii smuty v moskovskom gosudarstve XVI-XVII v. (Saggi di storia dei torbidi nello stato moscovita nei secoli XVI-XVII).

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