JACA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1996)

JACA

M. Durliat

Piccolo centro dell'Aragona settentrionale (prov. Huesca) posto sul fiume Aragón allo sbocco del valico pirenaico del Somport.Nel Medioevo J. controllava un'importante via di penetrazione in Spagna, utilizzata dai pellegrini in viaggio verso Santiago de Compostela. Il borgo vide avviarsi un processo di rapido sviluppo e di apertura al commercio sotto il regno di Sancio Ramirez d'Aragona (1063-1094), che le concesse il diritto di franchigia confermandone lo statuto giuridico; contemporaneamente venne creato un vescovato e stabilito un Capitolo canonicale destinato al servizio della cattedrale.Con il progredire della Reconquista e in particolare con la caduta di Huesca nel 1096, J. perse rapidamente il ruolo di capitale politica e religiosa del regno aragonese, ma il vescovo e il Capitolo, riformato secondo la regola di s. Agostino, furono tuttavia in grado di condurre a termine la fabbrica della cattedrale, che costituisce uno dei più importanti monumenti del Romanico spagnolo, soprattutto in ragione dell'originalità e della qualità della decorazione scolpita.La cattedrale di San Pedro, cominciata a costruire nell'ultimo decennio del sec. 11°, è di impianto basilicale con transetto non sporgente e una cupola su costoloni a sezione rettangolare sull'incrocio. In origine il corpo longitudinale, scandito dall'alternarsi di colonne e di pilastri quadrangolari con semicolonne addossate, era coperto semplicemente a tetto. Delle tre absidi del capocroce resta soltanto quella meridionale, che conserva la decorazione, estesa originariamente all'intera terminazione orientale, con semicolonnette addossate dai capitelli scolpiti, scandite da fasce a billettes su cui poggiava una cornice riccamente lavorata. Il partito decorativo, forse ispirato al Saint-Sernin di Tolosa, divenne quello canonico della Spagna settentrionale.I due portali, di pochissimo posteriori al capocroce, si collocano a un momento di svolta nella storia del portale romanico; quello occidentale, il più importante, delinea il passaggio dal segno all'immagine, nella sinteticità di linguaggio, forma fondamentale dell'arte medievale: al centro del timpano è rappresentato il monogramma di Cristo, secondo una formula in voga in numerose fabbriche dei Pirenei occidentali; a esso si accostano due immagini simmetriche del leone, 'figura' del Cristo trionfante che ora annienta le potenze del Male, ora risolleva il peccatore pentito; alcune iscrizioni chiariscono il senso simbolico della composizione. L'evoluzione verso la forma classica del portale romanico si compie nel piccolo portale meridionale, pervenuto assai rimaneggiato, che presentava nel timpano la consueta composizione del Cristo in maestà all'interno di una mandorla circondata dai quattro simboli degli evangelisti.Uno scultore di grande qualità, formatosi a contatto con opere antiche, al pari del suo contemporaneo tolosano Bernardus Gelduinus, ha impresso il suo stile all'insieme della decorazione scolpita della cattedrale così da ricevere il nome convenzionale di Maestro di J. (Durliat, 1990). Egli creò immagini di tale originalità da rivelarsi sovente enigmatiche; lo stesso artista, o un suo collaboratore che aveva ricevuto una formazione analoga, lavorò al San Martín di Frómista (v.), un altro importante edificio sul Camino de Santiago.Con ogni probabilità questo artista aveva lasciato J., oppure era morto, allorché i canonici posero mano alla costruzione del chiostro, i cui capitelli presentano uno stile assai differente. Quest'ultimo monumento, della cui struttura originaria rimane assai poco, ospita il Mus. Diocesano, costituitosi intorno al ciclo pittorico degli inizi del sec. 12° proveniente dalla parrocchiale aragonese di Bagüés (v.).

Bibl.: D.J. Buesa Conde, Jaca. Dos mil años de historia, Zaragoza 1982; M. Durliat, La sculpture romane de la route de Saint-Jacques. De Conques à Compostelle, Mont-de-Marsan 1990; id., La catedral de Jaca en el contexto europeo, in Signos. Arte y cultura en el Alto Aragón medieval, cat., Huesca 1993, pp. 95-101.M. Durliat

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