Bossuet, Jacques-Bénigne

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Ecclesiastico, scrittore e oratore (Digione 1627 - Meaux 1704). Arcidiacono di Sarrebourg presso la cattedrale di Metz, nel 1659 pronunciò a Parigi la prima delle sue grandi orazioni funebri, tra cui si ricordano soprattutto quelle per Enrichetta di Francia (1669), Enrichetta d'Inghilterra (1670) e Luigi di Condé (1687). Vescovo di Condom (1669), nel 1670 diventò precettore del Delfino, per il quale scrisse il Discours sur l'histoire universelle (1681), vigoroso quadro della storia, retta dalla tradizione e dalla Provvidenza, raccolta tutta intorno alle vicende del popolo ebraico per l'antichità e del cattolicesimo europeo per il Medioevo e l'età moderna. Il principio della tradizione, insieme struttura storiografica e motivo teologico, sorregge anche l'Histoire des variations des églises protestantes (1688), scritta in polemica con P. Jurieu, e che è la maggiore delle opere storiografiche del B., per il tentativo d'intendere una storia tutta su "cause seconde", sulla volontà e il capriccio dell'uomo, il quale tuttavia non può aver successo ove non soccorrano cause più generali ma pur sempre immanenti. Non meno importante dell'attività storiografica di B. è la sua attività politica nella difesa del cattolicesimo, contro il quietismo e l'antiassolutismo aristocratico di Fénelon, contro l'occasionalismo antiprovvidenzialistico di Malebranche, contro la critica storica di R. Simon, in difesa di posizioni conservatrici con un rigore intransigente che parve per un momento accostare il B. ai giansenisti. Erano gli stessi anni in cui, vescovo di Meaux (1680), B. applicava nella sua diocesi il decreto di revoca dell'editto di Nantes, geloso, più che dell'intimità delle coscienze, del carattere sacro della religione. E ciò appare tanto più vero se si pensi al tentativo di riunione delle Chiese, di cui egli discusse a lungo con Leibniz (1692-93), e che poi (1699) abbandonò.

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