BREL, Jacques

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

BREL, Jacques

Paola Ricciulli

Cantautore e poeta belga, nato a Bruxelles l'8 aprile 1929, morto a Parigi il 9 ottobre 1978.

"Le plat pays qui est le mien", il Belgio, soggetto di una delle più celebri e belle canzoni di B. (1962), fa da sfondo a un'identità difficile da mettere a fuoco, mai completamente fiamminga, mai completamente vallona. Proprio da questo stato d'incertezza nasceranno le sue tristezze, la rabbia, la ribellione, la rivolta che troveranno espressione in una canzone carica di valori ''altri'', che dilatano all'infinito l'orizzonte dell'uomo B. e contrassegnano la sua vita con un'invincibile aspirazione alla quête di un ''paradiso'' che non incontrerà mai.

Nella tradizione dei poeti maudits, da Baudelaire a Rimbaud, da Verlaine a Mallarmé, B. pone al centro della sua ricerca il ''suo Far West'' ("Il faut que l'on sache que l'on a été enfant"), il ritorno all'essere primitivo, al sogno nell'accezione baudelairiana della liberazione lucida dell'immaginazione.

La sua rivolta è del resto evidente già nelle scelte di ''rottura'' compiute nell'adolescenza quando, lasciata la scuola molto presto, B. rifiuta un avvenire borghese, sicuro, nel cartonificio del padre e parte per Parigi dove, grazie alla sua volontà e alla fiducia di un impresario, J. Canetti, diventa celebre. La popolarità arriva nel 1957 con Quand on n'a que l'amour (Gran prix du disque de l'Académie Charles Cros).

Durante i dieci anni successivi B. accumula soltanto successi: La valse à mille temps, 1959; Les Flamandes, 1959; Le plat pays, Les bourgeois, 1962; Les vieux, 1963; Jef, 1964; Au suivant, 1964; Amsterdam, 1964; La chanson des vieux amants, 1967; Les bonbons, 1967; L'éclusier, 1968; J'arrive, 1968.

Svuotato, preoccupato di diventare complice di un mondo ipocrita, che accusa, B. lascia la scena nel 1966 dopo una celebre cerimonia di addio all'Olympia di Parigi. Rimarrà comunque in quel mondo: canta nel ruolo di don Chisciotte nella sua commedia musicale, L'homme de la Mancha (1968), e partecipa come attore a numerosi film (con A. Cayatte, Les risques du métier, 1967; con E. Molinaro, Mon oncle Benjamin, 1969, e L'Emmerdeur, 1974; con C. Lelouche, L'aventure, c'est l'aventure, 1972). Dirige anche due film come regista, accolti tiepidamente dal pubblico (Franz, 1972, e Far West, 1973).

È del 1975 la decisione di B. di andare a vivere a Hiva-Oa nelle isole Marchesi. Due anni dopo lascia il suo rifugio per tornare a Parigi a registrare l'ultimo disco, Orly, che costituisce una sorta di conciliazione finale dei temi della donna e dell'amore, la prima sempre descritta in negativo perché rappresenta per l'uomo l'impossibilità di ''muoversi'', il secondo invece come insopprimibile esigenza dell'uomo che si stempera in tenerezza. Nel 1977 B. riceve il Disco d'oro per Le Moribond, riconoscimento che aveva già avuto nel 1959 per la celebre canzone Ne me quitte pas.

Bibl.: P. Emmanuel, Brel, Bruxelles 1978; J. Crouzet, J. Brel, preceduto da C. Derycke, Brel vivant, Parigi 1981; O. Todd, J. Brel, une vie, ivi 1984; A. Jeronimidis, J. Brel, in Letteratura francese, I contemporanei, iii, Roma 1987, pp. 925-32.

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