CAAN, James

Enciclopedia del Cinema (2003)

Caan, James

Mauro Gervasini

Attore cinematografico statunitense, nato a New York il 26 marzo 1939. Grazie soprattutto a un fisico atletico, nei primi anni della sua carriera si costruì la fama di 'duro', interpretando frequentemente personaggi in cui l'atto violento contrastava con una certa fragilità di fondo. Successivamente ha spesso portato sullo schermo figure dolenti, rese efficaci da un volto vissuto e da uno sguardo capace di rappresentare al tempo stesso rabbia e insicurezza. Per il ruolo di Sonny Corleone in The godfather (1972; Il padrino) di Francis Ford Coppola, ha ottenuto una nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista.

Compiuti gli studi universitari, C. frequentò la scuola di recitazione Neighborhood Playhouse di New York. Dopo la gavetta sui palcoscenici di Broadway, esordì non accreditato in Irma la douce (1963; Irma la dolce) di Billy Wilder, mentre il primo ruolo rilevante fu in El Dorado (1967) di Howard Hawks. Per le sue caratteristiche fisiche, venne scelto da Coppola per la parte del giocatore di rugby stordito in The rain people (1969; Non torno a casa stasera), ma il grande successo lo raggiunse interpretando Sonny Corleone, il più irruento tra i figli del 'padrino' Marlon Brando, nella saga di The godfather. L'attore però, nelle interpretazioni successive, ha cercato di far emergere uno spessore morale che contrastasse con la ruvida fisicità che lo avrebbe altrimenti relegato per sempre in ruoli di cattivo. Ha disegnato così una figura di eroe vulnerabile, spesso costretto a subire i tradimenti degli amici o dei superiori e a rimarcare, combattendo, la propria inadeguatezza nei confronti di un mondo privo di valori: è il caso di Rollerball di Norman Jewison e di The killer elite (Killer elite) di Sam Peckinpah che, con Funny Lady di Herbert Ross, tutti del 1975, lo resero uno degli interpreti più popolari del cinema statunitense degli anni Settanta. L'apice di questo modello interpretativo lo ha raggiunto con Frank, il protagonista di Thief (1981; Strade violente) di Michael Mann: il suo ruolo più significativo, a detta dello stesso attore, che durante gli anni Ottanta ha incontrato tuttavia parecchie difficoltà a trovare parti interessanti, subendo anche gli strascichi di alcune vicende giudiziarie. È tornato stella di prima grandezza del firmamento hollywoodiano come coprotagonista di Misery (1990; Misery non deve morire) di Rob Reiner, dove impersona uno scrittore di best seller popolari ferito e imprigionato in una casa di montagna da una folle ammiratrice aguzzina (Kathy Bates). Ancora una volta, è intorno alla vulnerabilità dell'uomo tutto d'un pezzo che ruota il registro recitativo dell'attore. Successivamente si è ritagliato uno spazio soprattutto come caratterista, nonostante sia stato spesso costretto a indossare ancora la maschera di cattivo che lo aveva reso celebre all'inizio della carriera (North star, 1995, Duello tra i ghiacci, di Nils Gaup; The eraser, 1996, L'eliminatore ‒ Eraser, di Chuck Russell; The yards, 2000, di James Gray). Nel 1998 C. ha interpretato il ruolo del detective Philip Marlowe nel film Poodle Springs (Marlowe: Omicidio a Poodle Springs) di Bob Rafelson, mentre l'anno successivo è stato protagonista insieme a Hugh Grant della commedia Mickey blue eyes (1999; Mickey occhi blu) di Kelly Makin, dove ha costruito una perfetta parodia del boss mafioso stile Sonny Corleone, inventandosi un divertente slang italoamericano.

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