FONDA, Jane

Enciclopedia del Cinema (2003)

Fonda, Jane (propr. Fonda Seymour, Jane)

Alessandra Levantesi

Attrice cinematografica statunitense, nata a New York il 21 dicembre 1937. Figlia di Henry e sorella di Peter, dopo aver mostrato doti di attrice brillante in film di buon successo degli anni Sessanta, si è affermata nel decennio successivo come diva-antidiva, politicamente impegnata in campagne per i diritti civili e duttile attrice dal forte temperamento. Più volte candidata, è stata premiata con l'Oscar nel 1972 per Klute (1971; Una squillo per l'ispettore Klute) di Alan J. Pakula e nel 1979 per Coming home (1978; Tornando a casa) di Hal Ashby.

Quando il padre nel 1948 lasciò la California per tornare a calcare le scene di Broadway, si trasferì con il fratello presso i facoltosi nonni materni nell'elegante cittadina di Greenwich nel Connecticut (la madre, Frances Seymour Brokaw, sarebbe morta suicida due anni dopo). Studentessa al Vassar College, si esibì occasionalmente in recite scolastiche e nel 1954 apparve accanto al padre in The country girl, prodotto dall'Omaha Community Theater. Non ancora intenzionata a fare l'attrice, si recò a Parigi per studiare pittura e, tornata a New York, lavorò come modella. Nel 1958 conobbe Lee Strasberg che la persuase a iscriversi all'Actors Studio e quindi nel 1960 debuttò nel film Tall story (In punta di piedi) di Joshua Logan. Per qualche tempo si divise fra Hollywood e Broadway, quindi nel 1964 varcò l'Atlantico per recitare nel thriller di René Clément Les félins (Crisantemi per un delitto). La sua bellezza colpì Roger Vadim che le offrì una parte in La ronde (1964; Il piacere e l'amore), film infelice soprattutto se paragonato al classico di Max Ophuls. L'anno successivo la F. sposò il regista che, prima con La ronde e poi con La curée (1966; La calda preda), tentò di fare della moglie un nuovo sex symbol: ma l'operazione che gli era riuscita con Brigitte Bardot non diede i risultati sperati. Invece la F. si fece notare nel western musicale Cat Ballou (1965) di Elliot Silverstein con Lee Marvin, e colse il primo vero successo con un ruolo divertente in Barefoot in the park (1967; A piedi nudi nel parco) di Gene Sacks, tratto dalla commedia di Neil Simon, in coppia, molto ben assortita, con Robert Redford. Nel 1968, come Barbarella, piccante eroina di un colorato film fantascientifico ispirato a un fumetto (e ultima opera diretta per lei da Vadim), confermò le sue capacità di attrice brillante.Separatasi nel 1969 da Vadim (da cui avrebbe divorziato nel 1973), la F. tornò negli Stati Uniti, ma, rifiutati i copioni di Bonnie and Clyde e Rosemary's baby, si gettò a capofitto nella lotta a favore degli indiani d'America, degli afroamericani e contro la guerra del Vietnam, senza preoccuparsi che tale militanza potesse nuocere alla sua carriera. In realtà avvenne il contrario. In They shoot horses, don't they? (1969; Non si uccidono così anche i cavalli?) di Sidney Pollack, la F. impostò con intensità un personaggio femminile inasprito dalla vita e ricevette il premio dei critici di New York come migliore attrice; successivamente con Klute di Pakula oltre all'Oscar ottenne un prestigioso riconoscimento della critica di New York nel ruolo, rigorosamente delineato, di una prostituta solitaria e impaurita. La F. era ormai una star e avrebbe potuto cavalcare l'onda favorevole, invece, dopo aver accettato di recitare in Francia per una cifra simbolica in Tout va bien (1972; Crepa padrone, tutto va bene) di Jean-Luc Godard, continuò l'attività politica. Insieme a Donald Sutherland organizzò una tournée pacifista nelle basi militari americane, sfidando l'ira del presidente R. Nixon e del Pentagono. Sempre con Sutherland apparve nel documentario antimilitarista FTA (1972), diretto da Francine Parker e da loro stessi prodotto; mentre Vietnam journey: introduction to the enemy (1974) è il resoconto di una controversa visita dell'attrice nel Vietnam del Nord in compagnia del secondo marito Tom Hayden, pacifista militante e coregista assieme all'operatore Haskell Wexel, alla stessa F. e a Christine Burrill. In quel quinquennio la F. non ricevette offerte da Hollywood: infatti il suo infaticabile impegno le aveva procurato il soprannome di 'Hanoi Jane' e lei si considerava inserita tra i proscritti dell'industria. Tuttavia la sua carriera ebbe una nuova impennata nel 1977 con Julia (Giulia) di Fred Zinnemann, melodramma di forte impegno politico, tratto dal racconto autobiografico Pentiment di L. Hellman. Contrapposta a Vanessa Redgrave, nel ruolo che dà il titolo al film, la F. interpretò in modo toccante il personaggio della Hellman che la qualificò fra le grandi attrici di Hollywood, assicurandole anche una nomination all'Oscar. Nel successivo Coming home è invece la moglie di un ufficiale che si innamora di un reduce invalido del Vietnam, militante radicale. Seguirono poi un western moderno e drammatico, Comes a horseman (1978; Arriva un cavaliere libero e selvaggio) ancora di Pakula, uno degli episodi di California suite (1978) di Herbert Ross, The China syndrome (1979; Sindrome cinese) di James Bridges, thriller sociale sulla pericolosità delle centrali nucleari, con Jack Lemmon e Michael Douglas, e infine, nel 1981, il commovente On golden pond (Sul lago dorato) diretto da Mark Rydell, dove l'attrice ebbe modo di recitare per la prima e ultima volta sullo schermo accanto al padre, con il quale i rapporti erano sempre stati difficili: il film costituì una sorta di riconciliazione, subito prima della morte di Henry avvenuta nel 1982.

Nel 1986 The morning after (Il mattino dopo) di Sidney Lumet, dove è un'attrice alcolizzata e alla deriva, le ha fatto ottenere un'altra candidatura all'Oscar; ma proprio allora, nel pieno della maturità artistica, questa interprete ricca di talento e dotata di grande misura ha cominciato ad allontanarsi dal cinema. Nel 1981 ha pubblicato un libro di esercizi di ginnastica (Jane Fonda's workout book), accompagnato da un video dimostrativo, il primo di una serie che l'ha consacrata regina del fitness; nel frattempo si è impegnata a sostenere e finanziare la campagna elettorale del marito in California. Nel 1989, dopo il divorzio da Hayden, ha girato Stanley & Iris (1990; Lettere d'amore) di Martin Ritt con Robert De Niro, dopo il quale ha annunciato il definitivo ritiro dall'attività cinematografica.

Bibliografia

J. Brough, The fabulous Fondas, New York 1973.

Th. Kiernan, Jane Fonda: heroine for our time, New York 1982.

M. Freedland, Jane Fonda: a biography, New York 1988.

P. Fonda, Don't tell dad: a memoir, New York 1998.

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