JAZZ MESSENGERS

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

JAZZ MESSENGERS

Antonio Lanza

Complesso statunitense di musica jazz diretto dal batterista Art Blakey (1912-1990). Nato nel 1947 come The Seventeen Messengers, poi ridotto a otto elementi e denominato J.M., nel 1954 il gruppo si stabilizzò nella forma di un quintetto, composto da Cl. Brown (tromba), L. Donaldson (sassofono contralto), H. Silver (pianoforte), C. Russell (basso).

Nel 1955 il complesso mutò organico con K. Dorham (tromba), H. Mobley (sax tenore) e D. Watkins (contrabbasso) e incise hits famosi, tra cui The preacher, con il quale s'inaugurava lo stile soul, e i due dischi At Cafe Bohemia, attuando il definitivo trapasso dallo stile be bop all'hard bop: un bop armonicamente semplificato, più aggressivo, dal ritmo trascinante e dalle sonorità più grevi, diametralmente opposte a quelle del West coast jazz.

Rinnovata ancora nel 1957 con B. Hardman (tromba), S. Dockery (piano), S. De Brest (basso), mentre ai sassofoni si alternavano il contraltista J. McLean e il tenorista J. Griffin, la formazione subì un nuovo mutamento nel 1958, con il compositore e tenorista B. Golson come direttore musicale (e autore fra l'altro di Blues March, divenuta la sigla del complesso), e con L. Morgan (tromba), J. Merritt (basso) e B. Tymmons (piano). A Parigi i J.M. registrarono inoltre le colonne sonore dei film Des femmes disparaissent (di E. Molinaro) e Les liaisons dangereuses (di R. Vadim). Alla fine del 1961 F. Hubbard e C. Walton sostituirono, rispettivamente, Morgan e Timmons e veniva aggiunto il trombonista C. Fuller; dal 1958 il tenorista W. Shorter aveva sostituito Golson.

Tra i dischi migliori di questa formazione, che rimane immutata fino al 1964, vanno annoverati Mosaic, Buhaina's delight, Three blind mice, Caravan, Ugetsu, Free for all, Kyoto e, con Morgan in luogo di Hubbard, Indestructible. Nei successivi e numerosi rimpasti, Blakey, instancabile scopritore di talenti, propose via via nuovi nomi, oggi entrati nella storia del jazz.

Bibl.: Z. Carno, A. Blakey, in The Jazz Review, 1960; J. Cooke, A. Blakey and the Jazz Messengers, in Jazz Monthly, 1960; T. Humphrey, The art of Blakey considered, in Jazz Beat, 1966; J. Litweiler, Bu's delights and laments, in Down Beat, 1976; M. Hennessey, The enduring message of A. Blakey, in Jazz Journal International, 1977; I. Gitler, A. Blakey speaks his mind, in Jazz magazine, 1979; H. Nolan, New message from A. Blakey, in Down Beat, 1979; J. Cooke, A. Blakey, in AA.VV., I grandi del jazz, Milano 19792; P. Danson, A. Blakey, in Coda, 1980; F. Paudras, A. Blakey: le message, in Jazz Hot, 1980; J. Goldberg, Jazz masters of the 50's, New York 1983; C. Stern, A. Blakey, in Modern Drummer, 1984; Z. Stewart, A. Blakey in his prime time, in Down Beat, 1984.

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