DUBUFFET, Jean

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

DUBUFFET, Jean

Rosalba Zuccaro

(App. III, I, p. 501)

Pittore, scultore e scrittore francese, morto a Parigi il 12 maggio 1985. Nel 1951 si recò a New York e trasferì la sua collezione dell'art brut a Heart Hampton, in un locale offerto da A. Ossorio; la collezione, tornata nel 1962 a Parigi, è catalogata e affiancata da monografie varie; donata più tardi alla città di Losanna, dal 1976, nello Château de Beaulieu, è aperta al pubblico.

Tra disparate interpretazioni critiche l'attività espositiva di D. è segnata da mostre di ampio respiro, anche antologiche: Cercle Volney, Parigi, 1954; Castello di Morsbroich, Leverküsen, 1957; Musée des Arts Décoratifs, Parigi, 1960; Museum of Modern Art, New York, 1962; Palazzo Grassi, Venezia, 1964; Solomon R. Guggenheim Museum, New York, 1966, 1973, 1981; Grand Palais, Parigi, 1973; Centre Georges Pompidou, Parigi, 1981; Palazzo Medici-Riccardi, Firenze, 1981; Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, 1989.

Dal 1961, accogliendo sollecitazioni di A. Jorn, si dedicò a esperienze musicali e incise dischi; pubblica numerosi scritti tra cui Prospectus et tous les écrits suivants (1967; trad. it., I valori selvaggi. Prospectus e altri scritti, 1971); Asphyxiante culture (1968; trad. it., 1969); Edifices (1968), oltre a illustrare vari testi, anche suoi. Nel 1971 progettò Coucou Bazar, la sua opera globale, presentata in diverse versioni al Guggenheim Museum di New York e al Grand Palais di Parigi nel 1973, e nel 1978 a Torino a cura della Fiat. Tra le grandi commissioni, di cui alcune non portate a termine, si ricorda almeno il Groupe de quatre arbres su richiesta di D. Rockfeller per la Chase Manhattan Bank di New York (1969-72). Molte sue opere sono conservate a Périgny-sur-Yerres, presso Parigi, nella Fondation Jean Dubuffet, costituita nel 1974.

La critica radicale del sistema dell'arte colta contenuta nell'art brut pone drasticamente il problema del linguaggio come virtualità indefinita nell'accidentalità dell'evento che combina immagine e materia. Tra primitivismo e avanguardia negli anni Cinquanta, dalle serie Corps de dames, Sols et Terrains, a Tableaux d'assemblages, Topographies, Texturologies, Matériologies, D. tesse una pittura fatta di materia: con tecniche e materiali inusitati in densi campi plastici concretizza sagome, tracciati, profili, trame, oscillanti tra figurazione e astrazione. In un secondo ciclo denominato L'Hourloupe (1962-74) il segno pare sostituirsi alla materia: cellule tipo, monadi per lo più a righe rosse e blu, si svolgono in una scrittura concatenata e arbitraria, straripando dalla tela e invadendo lo spazio con sculture in poliestere espanso, dalla spessa grafia nera, e con complessi architettonici, in una sorta di progettazione di un nuovo universo che culmina nel Cabinet logologique, nel Jardin d'émail di Otterlo, nella Villa Falbala e nella Closerie Falbala a Périgny-sur-Yerres.

Nella dinamica fluttuante del pensiero di D. emerge ancora un nuovo orizzonte con i Lieux abrégés (1975), di intenso cromatismo, e con i Théâtres de mémoire (fino al 1979), luoghi di una memoria che giustappone momenti del proprio passato percettivo in una caotica autocitazione. Infine, nel predominio del segno, appaiono le Mires e i Non-lieux, ove, al di là di ogni designazione rappresentativa, con un ulteriore atto contestativo, il suo forte gesto pittorico stravolge nozioni consolidate mostrando "non plus le monde mais l'incorporalité du monde, ou, disons, le néant fantomatiquement peuplé des fantasmes que nous y projectons", come annota lo stesso D. nella Biographie au pas de course (1985). Vedi tav. f. t.

Bibl.: M. Ragon, Dubuffet, Parigi 1958; P. Selz, The work of Jean Dubuffet, The Museum of Modern Art, New York 1962; R. Barilli, Dubuffet materiologo, Bologna 1962; L. Trucchi, Jean Dubuffet, Roma 1965; Catalogue intégral des travaux de Jean Dubuffet, a cura di M. Loreau e A. de Trentinian, Parigi 1966-84; AA.VV., Dubuffet, Culture et subversion, in L'Arc, 35 (1968); G. Picon, Le travail de Jean Dubuffet, Ginevra 1973; AA.VV., La Fiat invita all'incontro con Dubuffet, Torino 1978; A. Francke, Dubuffet Zeichnungen, Monaco 1980; Jean Dubuffet, I teatri della memoria, Opere dal 1974 al 1981, a cura di R. Barilli, Palazzo Medici-Riccardi, Firenze 1981; M. Thevoz, Dubuffet, Ginevra 1986; M. Ragon, Jean Dubuffet, Paysage du mental, Parigi-Ginevra 1989; A. Monferini, L. Trucchi, Jean Dubuffet 1901-1985, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, Milano 1989.

TAG

The museum of modern art, new york

Galleria nazionale d'arte moderna

Centre georges pompidou

Jean dubuffet

Avanguardia