VONCK, Jean-François

Enciclopedia Italiana (1937)

VONCK, Jean-François

François L. Ganshof.

Uomo politico belga, nato a Baardegem (ducato di Brabante) il 29 novembre 1743, morto a Lilla il 1° dicembre 1792. Studiò legge all'università di Lovanio e nel 1767 fu nominato avvocato a Bruxelles, al Consiglio sovrano di Brabante. Le riforme politiche di Giuseppe II nei Paesi Bassi Austriaci non gl'ispirarono alcuna ostilità, ma egli si mostrò avverso alla maniera tirannica con la quale si intendeva imporle, e soprattutto fu contrario all'abrogazione della costituzione brabantina o Joyeuse Entrée decretata dall'imperatore nel 1789.

V. organizzò dapprima una società segreta per sostenere la resistenza del Belgio (Pro aris et focis), poi favorì la creazione, nel territorio delle Provincie Unite e del principato di Liegi, di corpi di volontarî. Quando l'ingresso di questi volontarî nelle provincie belghe e la rivoluzione interna costrinsero gli Austriaci a ritirarsi, V. tentò, come capo del partito dei "progressisti" o "vonckisti" di far trionfare un'organizzazione nazionale dello stato, basata sull'idea di sovranità nazionale e realizzata per mezzo di un'equa rappresentanza degli elementi più attivi della nazione. Ma dal 1790, gli "statisti" ebbero il sopravvento e scatenarono un vero furore popolare contro i partigiani di V. Egli dovette ritirarsi a Lilla, dove visse ancora due anni, tentando invano di lottare ancora per la realizzazione del suo ideale.

Bibl.: A. Borgnet, Histoire des Belges à la fin du XVIIIe siècle, Bruxelles 1861-62, voll. 2; H. Pirenne, Histoire de Belgique, V, ivi 1920; P. Struye, J.-F. V., avocat et conspirateur, in Journal des Tribunaux, 1927; S. Tassier, Les démocrates belges de 1789, Bruxelles 1930.