MABILLON, Jean

Enciclopedia Italiana (1934)

MABILLON, Jean

Cesare Manaresi

Benedettino della congregazione di S. Mauro, nato a Saint-Pierremont presso Reims il 23 novembre 1632, morto nell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés il 27 dicembre 1707. Chiamato nel 1664 da Saint-Denis alla sede centrale dei lavori della sua congregazione al convento di Saint-Germain-des-Prés, fu dal 1667 a capo della grande impresa degli Acta Sanctorum Ordinis sancti Benedicti. Per rispondere agli attacchi del bollandista Daniel van Papebroch, il quale, a modo di prefazione al tomo II dell'aprile degli Acta Sanctorum (1675), inserì un trattato intitolato Propylæum antiquarium circa veri ac falsi discrimen in vetustis membranis, in cui metteva in guardia contro i documenti conservati negli archivî monastici e specialmente contro quelli degli archivî benedettini, pubblicò nel 1681 i De re diplomatica libri sex, nei quali fra l'ammirazione dell'Europa sapiente e dello stesso Papebroch, creò una nuova scienza, la diplomatica, e le diede anche il nome. Quantunque egli non avesse potuto esplorare il campo in ogni sua parte e non fosse esente da errori, pose con quell'opera il fondamento della critica diplomatica, per modo che anche oggi, a oltre due secoli e mezzo di distanza, il progresso compiuto in questa disciplina si basa tutto sulle regole poste da lui. Nella società del Collegio di Luigi il Grande si elaborò lentamente una confutazione del M. che apparve sotto il nome di P. Germon (De veteribus regum Francorum diplomatibus et arte secernendi antiqua diplomata a falsis ad. r. p. J. Mabillonium disceptatio, Parigi 1703, in -12); alla quale confutazione il M. rispose pubblicando un supplemento alla sua Diplomatica (De re diplomatica supplementum, Parigi 1704), in cui completava la sua dottrina con nuove osservazioni, e facendo applicazione del suo metodo riusciva a stabilire mediante i diplomi la cronologia dei re di Francia della prima dinastia.

Nella sua opera il M. utilizzò il grande archivio di Saint-Denis che conservava quasi da solo i veri originali dei diplomi merovingi, nonché un gran numero di privilegi pontifici, di diplomi carolini e di documenti privati molto antichi; ma oltre a ciò a lui erano aperti tutti gli altri archivî vescovili e dei monasteri in tutta la Francia, che in parte visitò egli stesso e in parte fece visitare. Anche dall'Italia e dalla Germania ebbe comunicazione di importanti documenti che poté utilizzare e far conoscere.

L'opera del M. è una diplomatica generale per tutti i tempi e per tutti i paesi, anche se ha speciale riguardo alla Francia e ai primi secoli del Medioevo. Ma è anche una diplomatica speciale per i documenti dei re franchi, utile anche oggi, almeno per il periodo merovingico. Oltre a ciò l'opera del M. è importante perché pose il fondamento anche di una altra scienza, la paleografia, poiché in essa si dà la prima classificazione scientifica delle scritture, che servì poi a tutti gli studî paleografici.

La dottrina del M. si estese all'intera Europa e dal principio del sec. XVIII fu applicata alla critica delle fonti diplomatiche in Inghilterra da Madox e Hickes, in Italia dal Maffei, dal Muratori e da altri.

Bibl.: Un'acuta analisi dell'opera del Mabillon in L. Levillain, in Mélanges et documents, publiés à l'occasion du deuxième centenaire de la mort de M., Parigi 1908, pag. 210 segg. Un giudizio della parte paleografica in Traube, Vorlesungen, I, pagina 24 segg. Biografie sono quelle di H. Jadart, Dom J. M., Reims 1879; di S. Baumer, Iohannes M., Amburgo 1892; cfr. anche E. De Broglie, M. et la société de l'Abbaye de saint-Germain, Parigi 1888, voll. 2; R. Rosenmund, Die Fortschritte der Diplomatik seit Mabillon, Monaco e Lipsia 1897. Una bibliografia degli scritti relativi al M. fu pubblicata da H. Stein, in Mélanges et documents, pagina xxxv segg.