KAWALEROWICZ, Jerzy

Enciclopedia del Cinema (2003)

Kawalerowicz, Jerzy

Giuseppe Gariazzo

Regista e sceneggiatore cinematografico polacco, nato a Gwóźdźiec (od. Gvozdec, in Ucraina) il 19 gennaio 1922. Negli anni Cinquanta e Sessanta fu un esponente di primo piano dell'onda creativa nota come 'scuola polacca'. I rapporti sentimentali e la condizione dell'essere umano ‒ la sua relazione con la società, la storia e il potere ‒ sono temi ricorrenti nella sua filmografia, unitamente a una rigorosa ricerca formale. Ha ricevuto il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes per Matka Joanna od Aniołów (1961; Madre Giovanna degli Angeli), un Orso d'argento speciale al Festival di Berlino per Śmierć prezydenta (1977, La morte del presidente). Nel 1967 ha ottenuto anche una nomination all'Oscar per il miglior film straniero con Faraon (1966; Il faraone). Di tutti i suoi film è stato sceneggiatore, generalmente in collaborazione con altri.

A Cracovia, dove la famiglia si era rifugiata durante la Seconda guerra mondiale, frequentò l'Instytut Filmowym (Istituto di cinematografia), presso il quale si diplomò nel 1946, e l'Akademia Sztuk Pięknych (Accademia di belle arti), dove nel 1948 si laureò in pittura e storia dell'arte. Iniziata la carriera cinematografica nel 1947, fino al 1950 fu assistente alla regia di Bozivoj Zeman, Leonard Buczkowski, Wanda Jakubowska, Stanisław Januszewski, Tadeusz Kański. Come regista, dopo un lungometraggio girato insieme a Kazimierz Sumerski (Gromada, 1952, La comune), realizzò la sua vera opera prima nel 1954, Celuloza (Cellulosa), tratta dal romanzo Pamiątka z celulozy (Ricordo di cellulosa) di I. Newerly: storia, ispirata al realismo socialista, di un giovane che lascia la campagna per lavorare in città e impegnarsi nella politica. La vicenda ebbe un seguito in Pod gwiazdą frygijską (1954, Sotto la stella frigia). La seconda metà degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta rappresentarono per K. un periodo di grande creatività; di quasi tutti i suoi film di questo periodo fu protagonista l'attrice Lucyna Winnicka, sua moglie dal 1955. Proprio dal 1955 al 1968 fu direttore artistico del Kadr, il più prestigioso degli otto zespóły filmowe ("gruppi filmici") in cui era stata suddivisa la casa di produzione statale Film Polski. Affinò il suo sguardo estetico nell'intensa composizione figurativa delle inquadrature e dei luoghi filmici ricorrenti, come il treno, con Cień (1956, L'ombra), thriller in tre episodi ambientato durante l'occupazione nazista e i primi anni del dopoguerra, e Prawdziwy koniec wielkiej wojny (1957, La vera fine della grande guerra), dolorosa storia di un amore distrutto dal conflitto. Raggiunse la maturità espressiva con Pociąg (1959; Il treno della notte), film corale e al tempo stesso intimista che si svolge su un treno, e Matka Joanna od Aniołów, melodramma pieno di spiritualità, ambientato durante il 17° sec. nel convento delle suore Orsoline di Loudon, che vengono possedute dal demonio. Nel 1965 realizzò il suo primo film a colori, Faraon, un'altra storia di passione e potere, tra l'immagine astratta e il peplum, ambientata in Egitto durante il breve regno di Ramsete XIII.

Nel periodo successivo ha approfondito la dimensione intima e psicologica con Gra (1969; Un fantastico gioco), Maddalena (1972), girato in Italia, e con Spotkanie na Atlantyku (1980, Incontro sull'Atlantico); il legame con la Storia è invece rappresentato da Śmierć prezydenta e Austeria (1983, La locanda). Nel 1983 ha firmato un manifesto in cui venivano attaccati i cineasti favorevoli al sindacato (allora clandestino) Solidarność: tale scelta lo ha portato alla rottura con Andrzej Waida e Krzysztof Zanussi, e alla collaborazione con il governo, che gli ha consentito l'ingresso in una serie di organismi ufficiali. K. è così diventato deputato al Parlamento e membro della Commissione statale per il cinematografo e della Commissione parlamentare per la cultura. In questo periodo ha inoltre realizzato Jeniec Europy (1989, Il prigioniero d'Europa), Bronsteins Kinder (1990), girato in Germania, Za co? (1996, Perché?) e Quo vadis (2001), la più imponente e costosa produzione polacca di tutti i tempi.Dal 1972 è divenuto nuovamente direttore artistico del Kadr, trasformatosi in studio di produzione, e dal 1980 insegnante presso la scuola di cinema di Łodz. Ha scritto anche un'autobiografia, Więcej niż kino (Più del cinema), pubblicata nel 2001.

Bibliografia

R.P. Sobolev, Eži Kavalerovič, Moskva 1965.

Jerzy Kawalerowicz, éd. M. Estève, Paris 1967.

Dalla scuola polacca al nuovo cinema 1965-1970, a cura di M. Furdal, R. Turigliatto, Milano-Torino 1988, pp. 55-57, 175-76.

B. Urgosiková, Jerzy Kawalerowicz, Praha 1990.

M. Dipont, S. Zawiśliński, Faraon kina (Il faraone del cinema), Warszawa 1997.

Jerzy Kawalerowicz, a cura di P. Vecchi, J. Slodowski (Quaderni di Alpe Adria Cinema), Trieste 2002.

Księga 'Kadru': o zespole filmowym Jerzego Kawalerowicza (L'album di 'Kadr': sul gruppo filmico di J. K.), a cura di S. Zawiśliński, S. Kuśmierczyk, Warszawa 2002.

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