CARREY, Jim

Enciclopedia del Cinema (2003)

Carrey, Jim (propr. James Eugene)

Francesco Zippel

Attore cinematografico canadese, nato a Newmarket (Ontario) il 17 gennaio 1962. Considerato l'erede di Jerry Lewis per l'uso istintuale del corpo, per la grande espressività facciale e la capacità di modulare la voce, C. è ritenuto il comico di maggior rilievo nella Hollywood del Duemila. Affermatosi inizialmente nel genere demenziale, ha saputo variare la gamma dei suoi ruoli, mostrando sempre maggiore spessore fino a imporsi come interprete drammatico in film come The Truman show (1998) di Peter Weir e Man on the Moon (1999) di Milos Forman, con i quali ha vinto due Golden Globe.

Proveniente da una numerosa famiglia della piccola borghesia canadese, C. debuttò a soli quattordici anni come imitatore in un cabaret di Toronto. Nel 1981, abbandonata da tempo la scuola e ormai messosi in luce in Canada, si è quindi trasferito a Los Angeles dove si è affermato lavorando nel celebre Comedy Store, locale in cui era nata la stella di Robin Williams. Dopo alcune apparizioni fugaci, nel 1985 C. ha esordito da protagonista nel cinema con Once bitten (Se ti mordo… sei mio) di Howard Storm, commedia senza pretese interpretata insieme a Lauren Hutton. L'anno successivo ha vissuto la prima esperienza in un film d'autore, pur se in un piccolo ruolo, con Peggy Sue got married (Peggy Sue si è sposata) di Francis Ford Coppola. Nel 1988 ha recitato accanto all'amico Clint Eastwood, da lui imitato con grande successo al Comedy Store, in The dead pool (Scommessa con la morte) di Buddy Van Horn, quinto capitolo della serie dell'ispettore Callaghan; è stato però con l'interpretazione dell'alieno Wiploc di Earth girls are easy (1989; Le ragazze della Terra sono facili) di Julien Temple che C. ha dato il primo saggio della sua straripante comicità fisica. Notato dal regista Keenen Ivory Wayans, futuro autore dell'horror demenziale Scary movie (2000), C., unico attore bianco, è stato lanciato nel popolare programma televisivo In living color, versione afroamericana del Saturday night live. Affinata la propria tecnica comica negli anni passati in televisione e acquisita ormai una certa notorietà, C. ha fatto ritorno al cinema nel 1994 con i tre film che ne hanno sancito la definitiva consacrazione: Ace Ventura, pet detective (Ace Ventura: l'acchiappanimali) di Tom Shadyac, The mask di Chuck Russell e Dumb & dumber (Scemo & + scemo) di Peter e Bobby Farrelly. La demenzialità del detective Ace Ventura, la duplice natura di uomo e cartoon del bancario Stanley Ipkiss di The mask, l'umorismo scatologico dei fratelli Farrelly hanno esaltato la versatilità di C., proiettandolo ai vertici della comicità. Divenuto uno degli attori più influenti di Hollywood, l'anno seguente C. ha ulteriormente rafforzato la sua popolarità con il congeniale personaggio dell'Enigmista in Batman forever di Joel Schumacher e con lo scontato sequel Ace Ventura: when nature calls (Ace Ventura ‒ Missione Africa) di Steve Oedekerk. Alla ricerca di una nuova dimensione d'attore, C. ha tentato senza fortuna la strada della black comedy con The cable guy (1996; Il rompiscatole) di Ben Stiller, caustica satira sul potere della televisione, per poi tornare al successo con la commedia familiare Liar liar (1997; Bugiardo bugiardo) di Shadyac. La definitiva affermazione come attore drammatico è giunta invece con The Truman show e Man on the Moon. L'apparente felicità del personaggio 'tragico' di Truman Burbank, inconsapevole prigioniero sin dalla nascita del set televisivo di una soap opera, che riesce faticosamente a sfuggire al suo destino di vittima della moderna società televisiva, e l'intensità dell'interpretazione di Andy Kaufman, comico lunare che non faceva ridere, sono valse a C. un diffuso apprezzamento e una positiva rivalutazione della sua carriera. Acquisito lo status di interprete poliedrico, C. ha alternato la comicità demenziale di Me, myself & Irene (2000; Io, me & Irene) dei fratelli Farrelly, con la fiaba natalizia d'autore How the Grinch stole Christmas (2000; Il Grinch) di Ron Howard e il drammatico The Majestic (2001) di Frank Darabont, ambientato negli anni Cinquanta ai tempi del maccartismo.

Bibliografia

N.E. Krulik, Jim Carrey: fun and funnier, New York 2000; G. Manzoli, Demenziale, in Hollywood 2000, a cura di L. Gandini, R. Menarini, 1° vol., Generi e temi, Recco 2001, pp. 30-34; A. Praderio, Jim Carrey, Roma 2001.

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