SOROLLA BASTIDA, Joaquín

Enciclopedia Italiana (1936)

SOROLLA BASTIDA, Joaquín

José F. Rafols

Pittore, nato a Valenza il 27 febbraio 1863, morto a Cercedilla (Madrid) l'11 agosto 1923. A 15 anni incominciò gli studî nella scuola di belle arti di S. Carlo a Valenza, facendo intanto tre viaggi a Madrid (1881, 1882, 1884) dove ebbe agio di studiare Velázquez e Ribera e di presentare (1884) il suo quadro storico Il due maggio (ora nel museo Balaguer di Vilanova i la Geltrú) che gli valse la medaglia di seconda classe. Ottenuta una borsa di studio, si recò a Roma al principio del 1885 e quindi, dopo qualche mese, a Parigi, attiratovi specialmente dalle pitture di Bastien Lepage. Nei sei mesi che vi si trattenne, fece molti appunti e bozzetti di vita cittadina. Al suo ritorno a Roma dipinse un Seppellimento di Cristo per l'esposizione di Madrid del 1887; e finalmente in Assisi compose il suo ultimo invio di pensionato, Il Padre Jofre che protegge un pazzo (Ospedale di Valenza). Stabilitosi in questa città, intraprese una serie di pitture di costumi valentini che alternò con composizioni di effetti di luce, fra le quali primeggiano quelle intitolate Tratta delle bianche, esposta a Parigi nel 1895, Un esperimento, esposta a Madrid nel 1897. Nello stesso tempo S. eseguiva ritratti, nei quali seppe trasfondere qualcosa del Velázquez. Tra i quadri di costumi spiccano quelli che intitolò: Il ritorno dalla pesca, La benedizione dalla barca, Cucendo la vela, Mangiando nella barca e Triste eredità. Nella serie dei suoi ritratti sono particolarmente notevoli quelli di Galdós, dell'attrice Maria Guerrero, di Cajal, del poeta Juan Ramón Jiménez, del pittore e critico d'arte Aureliano de Beruete, di Acebal, di Cossío, del Duca d'Alba, di Clotilde e Maria, moglie e figlia del pittore. Il de Beruete così si esprime: "Sorolla vide subito e con gran sagacia quello che v'ha di buono e di vero nell'impressionismo e nelle diverse fasi in cui esso si presenta, e se lo assimilò immediatamente. Così, per i quadri da lui dipinti all'aperto, vediamo proscritti dalla sua tavolozza i colori grigi e neri, che fino a poco tempo fa erano preferiti dai pittori per le ombre. Invece le sue tele presentano una grande varietà di tinte azzurre e violette con le quali, usate discretamente col bianco, ottiene accordi felicissimi ed effetti di colore molto brillanti e arditi".

Una grande e bella raccolta delle sue opere è nell'Istituto Huntington in New York.

Bibl.: F. Acebal, S. y Bastida, in L'art et les artistes, Parigi 1906; C. Mauclair, S. y Bastida, in Art et Décoration, ivi 1906; C. Brinton, S. at the Hispanic Society, in The International Studio, 1909; L. Williams, The Art of J. S. Catalogue of Paintings, New York 1909; R. Doménech, S. Su vida y su arte, Madrid 1910; A. de Beruete, J. S., ivi s. a.; R. Martínez de La Riva, El pintor que aprisiona el Sol, in Blanco y Negro, ivi 1918; J. Francès, J. S., in El ano artistico, 1923-1924, ivi 1925.