FOSTER, Jodie

Enciclopedia del Cinema (2003)

Foster, Jodie (propr. Alicia Christian)

Federico Chiacchiari

Attrice e regista cinematografica statunitense, nata a Los Angeles il 19 novembre 1962. Interprete di gran temperamento, duttile e di notevole sensibilità, fin da bambina rivelò una decisa attitudine alla recitazione, misurandosi poi in ruoli variegati e spesso difficili. Ha vinto due volte il premio Oscar come migliore attrice, nel 1989 per The accused (1988; Sotto accusa) di Jonathan Kaplan e nel 1992 per The silence of the lambs (1991; Il silenzio degli innocenti) diretto da Jonathan Demme.

Dopo aver esordito a soli sette anni in piccole parti per la televisione, a dieci debuttò sul grande schermo con un film della Walt Disney Production, Napoleon and Samantha (1972; Due ragazzi e un leone) di Bernard McEveety. Al 1973 risale la sua interpretazione di Becky Thatcher in Tom Sawyer di Don Taylor, mentre nel 1975 Martin Scorsese la scelse per il ruolo della figlia in Alice doesn't live here anymore (Alice non abita più qui). Nel 1976, mentre ancora frequentava il liceo francese di Los Angeles, ottenne il successo internazionale (e una nomination all'Oscar) per l'interpretazione del ruolo della prostituta bambina in Taxi driver, ancora di Scorsese. Muovendosi con disinvoltura in una parte complessa, la F. rappresentò in maniera assai credibile l'innocenza perduta e il precoce disincanto verso il mondo.

Alla laurea in letteratura americana a Yale (con una tesi sulla scrittrice afroamericana T. Morrison) sono seguiti oltre dieci anni di film minori, sebbene a volte non privi d'interesse. Nel 1988, con The accused, ha interpretato l'intenso ruolo di una ragazza vittima di violenza carnale, riuscendo a passare dai toni scanzonati, con i quali viene delineato il personaggio all'inizio, a quelli drammatici della sua evoluzione. Dopo l'attribuzione degli Oscar ha esordito dietro la macchina da presa, girando Little man Tate (1991; Il mio piccolo genio). Dello stesso anno è The silence of the lambs, dove interpreta il ruolo di una giovane agente del FBI, sulle tracce di uno psicopatico autore di efferati delitti, costretta al confronto psicologicamente devastante con l'antropofago ex psichiatra Hannibal Lecter (Anthony Hopkins). L'enorme successo del film di Demme non ha tuttavia indotto il temperamento indipendente e non convenzionale della F. ad accettare di interpretarne il sequel. Negli anni seguenti ha ottenuto notevoli successi con film come Shadows and fog (1992; Ombre e nebbia) di Woody Allen, Sommersby (1993) di Jon Amiel, e Nell (1994) di Michael Apted, nel ruolo di una 'ragazza selvaggia'. Con Home for the holidays (1995; A casa per le vacanze) ha scelto di dirigere un film senza interpretarlo, lasciando a Holly Hunter il ruolo di protagonista. Con questa commedia, a tratti amara e di efficace struttura, la F. si è rivelata regista tra le più interessanti del cinema statunitense, riuscendo a fissare gli umori, le conflittualità, il groviglio di legami che segnano la vita di una famiglia americana riunita per il giorno del Ringraziamento. Nel 1997 ha interpretato il ruolo della scienziata in Contact di Robert Zemeckis e nel 1999 la parte di Anna Leonowens (già ricoperta da Deborah Kerr nel 1956) in Anna and the King di Andy Tennant; in The dangerous lives of altar boys (2002) di Peter Care, di cui è anche produttrice, è una suora che insegna in una scuola cattolica, mentre nel thriller claustrofobico Panic room (2002) di David Fincher rende con intensità il crescendo di tensione del film. Nella carriera cinematografica della F. la recitazione ha continuato ad affiancarsi alla regia e alla produzione: dopo aver prodotto Nell e Home for the holidays è stata produttore esecutivo di Waking the dead (2000) di Keith Gordon.

Bibliografia

M. Sinclair, Hollywood Lolita. The nymphet syndrome in the movies, London 1988.

L. Chunovic, Jodie: a biography, Chicago 1995.

D. Smolen, The films of Jodie Foster, Secaucus (NJ) 1996.

B. Foster, L. Wagener, Foster child, New York 1997.

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