PACHELBEL, Johann

Enciclopedia Italiana (1935)

PACHELBEL, Johann

Hans Joachim Moser

Compositore. S'ignora la data della 1iascita. Fu battezzato il 1 settembre 1653 in Norimberga e ivi morì il 3 marzo 1706. Nella sua città natale fioriva una ricca vita musicale, e i suoi primi maestri appartenevano alla generazione dipendente da H. L. Hassler, J. Staden e Erasmus Kindermann. Significativa importanza per i rapporti e gli scambî di tradizioni delle scuole locali allora esistenti ebbe appunto la vita del P.: dopo gli anni di studio passati a Norimberga, Altdorf e Ratisbona, divenne aiuto organista in S. Stefano di Vienna; il suo superiore, J. Kaspar Moll, era un rappresentante della grande tradizione delle scuole di Monaco e di Augusta; d'altra parte il P. conobbe nei clavicembalisti viennesi W. Ebner e Aless. Poglietti una musica da camera ispirata al barocco italiano. Attraverso J. J. Froberger riecheggiava in Vienna anche una grande scuola per toccate e fantasie che si riallacciava al Frescobaldi. Assai importante fu il trasferirsi del P. nella Germania centrale: nel 1677 fu chiamato come organista aulico in Eisenach; lo troviamo nel 1678-90 nella chiesa dei predicatori in Erfurt, formò nella Turingia numerosi compositori di musica sacra che trasfusero la sua ispirazione austriaca e germanico-meridionale nell'atmosfera musicale del Bach e del Händel portando un sentimento più poetico nel formalismo sino allora dominante nella scuola di S. Scheidt. Giacché il fratello maggiore di J. S. Bach, Johann Christoph fu uno scolaro del P., e infatti nei primi libri di composizioni per organo dello stesso J. S. Bach troviamo accenti pachelbeliani. Nel 1690-92 il P. svolse la sua attività in Stoccarda; seguì un nuovo soggiorno di tre anni in Turingia (Gotha) e nel 1695 gli venne affidato l'organo di S. Sebaldo in Norimberga. Nel 1725 gli successe in questo ufficio il figlio Wilhelm Hieronymus, compositore interessante (nato nel 1685 in Erfurt, morto nel 1764 in Norimberga), organista sin dal 1706 della chiesa di S. Giacobbe in Norimberga.

Non è facile distinguere per sostanza musicale le opere per clavicembalo da quelle per organo, che talvolta s'intrecciano in modo paradossale poiché, p. es., i suoi Lieder sacri: Pensieri sulla morte (1683, in occasione della morte dei suoi congiunti), scritti come una serie di variazioni, sono senza dubbio ideati per uno strumento profano da camera, per il cembalo. Certo sono per organo gli 8 corali "zum praeambulieren" (1693) e le fughe del Magnificat, probabilmente opere tarde, allora solo manoscritte (ed. dal Botsiber in Denkmäler der Tonkunst in Österreich, VIII, 2; le opere per clavicembalo sono ed. da Sandberger e Seiffert, in Denkm. d. Tonktunst in Buyern, IV). Nelle toccate il P. ha attuato quel monotematismo, poi perfezionato dal Bach, che conferisce alle sue opere una semplice uniformità (Eintönigkeit). Le sue fughe s'iniziano di preferenza a 4 voci per continuare poi a tre, e non presentano le numerose raffinatezze della generazione seguente, ma ci incantano per la vivacità del loro contrappunto e la letizia musicale delle frasi intermedie. Particolare importanza per il periodo successivo hanno i suoi corali, in cui svolgeva gli elementi dei più noti canti sacri in minuscole fughette sull'ingrandito Cantus firmus, esempio seguito poi dal Bach. L'aver il P. posto il canto sacro armonizzato a fondamento della composizione per organo, conferisce un senso di modernità a questo gruppo e ai suoi seguaci sassoni-turingi in confronto con l'uso del canto gregoriano, proprio della affine scuola germanico-meridionale (ed. pratica delle opere per organo a cura di K. Matthei, Cassel, molte composizioni anche in K. Straube, Alte Organmeister, Lipsia 1904). Interessante è il P. anche come compositore di suites per violini e viole da gamba (cfr. Beirmann, in Archiv f. Musikwiss., I).

Se il P. nelle giovanili suites per cembalo aveva usato sino a 17 tipi di tono e nelle toccate per cembalo esacordo improvvisato volentieri sul basso ostinato, a modo di ciaccona, il figlio Hieronymus si distingue per seducenti toccate (Denkm. d. Tonk. in Bayern, IV) che ne fanno il miglior organista della Germania meridionale del tempo di J. S. Bach.

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