Bach, Johann Sebastian

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Compositore tedesco (Eisenach 1685 - Lipsia 1750). Universalmente considerato come uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi, le sue composizioni furono ritenute dai contemporanei 'all'antica' per lo stile legato alla tradizione polifonica del Rinascimento, e solo nei primi anni dell'Ottocento, grazie al musicologo tedesco J.N. Forkel, autore della prima biografia del compositore, ebbe inizio la cd. rinascita bachiana. Nel 1829 F. Mendelssohn-Bartholdy rimaneggiò e diresse la Passione secondo Matteo, a cento anni dalla prima esecuzione. Il rinnovato interesse romantico per B. portò compositori come R. Schumann a costituire nel 1850 la Società Bach, che ebbe il compito non solo di favorire l'esecuzione delle sue musiche, ma anche di pubblicarne l'intera opera.

Vita e opere

Ottavo e ultimo figlio di Johann Ambrosius B. e discendente da vecchia famiglia di musicisti, orfano di padre e di madre a 10 anni, fu accolto dal fratello Johann Christoph, organista a Ohrdruf, e quivi seguì i corsi del ginnasio fino all'anno 1700, nel quale passò a quello di Lüneburg. Terminato il liceo, non poté iscriversi all'università per motivi economici ed entrò violinista nell'orchestra di Johann Ernst di Weimar, fratello del duca di Sassonia-Weimar. Ma presto passò all'organo di S. Bonifacio in Arnstadt (1704) e a questo periodo risalgono le prime composizioni di data certa, tra le quali il Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo, per cembalo, il Capriccio in honorem Joh. Christophori Bachii e la prima versione della sua prima cantata sacra: Denn du wirst meine Seele nicht in der Hölle lassen. Ad Arnstadt rimase fino a mezzo il 1707, con un intervallo di 4 mesi trascorsi a Lubecca a udire il grande organista D. Buxtehude. Nel 1707 passò all'organo di Mühlhausen e in questa città sposò la cugina Maria Barbara. Risalgono al 1708 tra l'altro due cantate: Gott ist mein König e Der Herr denkt an uns.

Nel giugno dello stesso 1708 fu chiamato a Weimar quale organista di corte e cembalista dell'orchestra ducale. A Weimar maturò la sua grandezza d'organista e compì la maggior parte delle sue composizioni per organo, studiò a fondo - spesso trascrivendole per organo o per cembalo - le musiche degli Italiani: Antonio Vivaldi, Benedetto Marcello, ecc. Passato, nel 1717, Kapellmeister alla corte del principe d'Anhalt a Cöthen, dove trovava a sua disposizione un'orchestra e un buon organo, si dedicò, nei cinque anni che vi trascorse, a comporre e far eseguire musica da concerto e da camera (tra l'altro, i 6 concerti dedicati all'Elettore di Brandeburgo) e di quando in quando si recò in altre città: Lipsia, Halle, Amburgo, ecc. producendovisi, acclamato, quale organista. Ritornato da Karlsbad, nel 1720, trovò morta la moglie Barbara. Dal dicembre 1721 gli fu nuova moglie Anna Magdalena Wülken, buona compagna e musicista. B. aveva avuto 7 figli dalla prima consorte; 13 ne ebbe dalla seconda. Nel 1723 passò a Lipsia come Kantor (maestro) alla Thomasschule; impiego modesto che tenne per 26 anni (i restanti della sua vita) tra meschinità di mezzi artistici e di ambiente accademico. Lavorava incessantemente; musiche per clavicembalo, per organo, per soli e orchestra, oratorî, pagine chiesastiche, circa 200 cantate, s'aggiunsero alle precedenti, senza però procurare al compositore, nell'ambiente del suo tempo, tanta ammirazione quanta era tributata all'organista. La stessa Passione secondo Matteo passò inosservata. Nel 1747, accogliendo un vecchio invito di Federico il Grande, si recò insieme con il suo primogenito Wilhelm Friedemann a Potsdam, dove suonò lungamente anche improvvisando su temi suggeriti dal re. Uno dei quali temi il B. riprese in lavoro svolgendolo in un complesso monumento contrappuntistico che dedicò a Federico sotto il titolo Das musikalische Opfer. Negli ultimi anni attendeva a corali per organo e al suo testamento di contrappuntista: la sorprendente Kunst der Fuge. Negli ultimi tempi lo colse la cecità; suo ultimo componimento fu un corale per organo, Vor deinen Tron tret'ich hiemit, da lui dettato al genero Altnikol.

Dei 20 figli, nove soltanto gli sopravvissero, e alcuni divennero celebri musicisti: Wilhelm Friedemann, Karl Philipp Emanuel e Johann Christian. Sola eredità di B. furono - con numerosi libri e gli strumenti - le numerosissime e superbe composizioni, tutte manoscritte tranne una minima parte. Molti manoscritti andarono dispersi. I generi e le forme della musica di J. S. Bach, tutta dominata da costanza e novità di pensiero, sono pochi: oratorio, cantata, suite, concerto, variazione; culmine, e pietra di paragone della composizione a schema, la fuga, di cui Bach è ineguagliato maestro. Il suo volto più noto è infatti quello del massimo contrappuntista moderno, dell'infaticato costruttore di svolgimenti e combinazioni di parti, per vicende di grado in grado più importanti, a echi, a incontri, a rincalzi, fino a quando non sia raggiunta la mèta. Egli plasma la materia sonora per meglio trascenderla in idealità, per comporre, nelle sue proporzionate rifrangenze e resultanze, uno specchio al proprio lucido spirito. Arte, questa, d'un idealismo immacolato e - platonicamente - esemplare: ogni pensiero vi è limpido, ogni immagine vi è intuibile e concreta, ogni intreccio e rapporto di figure foniche (temi, motivi, incisi) vi è disposto a specchio d'un disegno mentale che non soffre angustia di spazio né di materia. Essa congiunge alla norma d'una regola irreprensibile le ampiezze d'una sublime libertà. Crea la propria consistenza, è arbitra delle proprie dimensioni, come un'architettura immateriale, squadra e contiene il tempo in forme perenni, dominate da una stupenda euritmia. Né ha bisogno d'essere interpretata - per godersi - in funzione di particolari momenti "storici" del pensiero e del gusto.

Le circostanze biografiche, la vicenda soggettiva delle passioni, l'alternarsi degli interessi spirituali, le fasi, le crisi, le vittorie della coscienza creatrice, sono qui secondarî: lo stile di Bach è "uno", è un suggello congenito della sua tempera mentale e musicale. Il Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo e la cantata Denn du wirst meine Seele nicht in der Hölle lassen portano già i germi ben definiti della sua peculiare espressione.

Ciò che nel seguito egli assimilerà da altri maestri - e sarà molto (dopo i grandi organisti di Turingia e del Nord, giungono infatti i cembalisti francesi, e poi gli Italiani, dai due Gabrieli e da G. Frescobaldi ad A. Corelli, A. Lotti, G. Legrenzi, T. Albinoni, B. Marcello, A. Vivaldi, ecc.) - è irrevocabilmente destinato a perdere il sapore natìo per fondersi nel gusto prepotente dell'arte bachiana. Le sue conquiste estetiche fondamentali sorgono precoci: tra i venticinque e i trentacinque anni egli giunge alle 7 veementi Toccate per cembalo, alla Passacaglia e alla Fantasia e Fuga in sol min. per organo, alle 6 sonate per violino solo e ai Concerti brandeburghesi per orchestra da camera. A 40 anni ha terminato la Fantasia cromatica con la fuga susseguente, il Magnificat in re, i 4 Sanctus e la Passione secondo Matteo. Le parole supreme sono dette. Ma certo anche in seguito non troviamo repliche e ripetizioni di esse, giacché inesauribile è la sua immaginazione. A parte la frequente mediocrità dei testi chiesastici da lui posti in musica, si sente nella musica una sintesi alta e accesa del messaggio evangelico e degli echi che questo suscita nel cuore di chi lo apprende secondo lo spirito della Riforma. Ma in B., per quanto fecondo e veemente sia l'oratore, il predicatore, troppo più grande è l'artista. Ed ecco, entro una sfera - beninteso - libera e ideale, immaginosa, le commoventi evocazioni, le allusioni descrittive, i quadri di natura, resi specie dall'orchestra: il movimento delle acque del Giordano visitate da Gesù, squisita pittura orchestrale nella cantata settima (Christ unser Herr zum Jordan kam); la notte di dicembre nella campagna sassone, teneramente descritta al principio dell'Oratorio di Natale; il poema primaverile onde fiorisce la canzone nuziale Weichet nur, betrübte Schatten; l'inquietudine degli elementi e la mestizia d'autunno nella cantata profana Der zufrieden gestellte Aeolus. Ecco il prestigio con cui sono sinfonicamente riflessi tanti intimi stati dell'animo: la mistica "contemplazione della morte" che prelude alla cantata Actus tragicus, lo stupendo accordo tra anima e natura, circonfuse dalle armonie della sera in una sola grande aura di pace, che consacra il momento in cui il corpo di Gesù abbandona la croce: scena e pagina tra le più colme d'intraducibile poesia entro il grandioso affresco, degno - nell'ispirazione musicale - dell'altezza evangelica, ch'è la Passione secondo Matteo.

È un'epoca severa e forte della musica tedesca quella che si chiude nell'opera di J. S. Bach. Un tronco che ha le sue radici nel movimento di coscienza provocato dalla Riforma, di cui è espressione musicalmente popolare il "corale", che sale a vigor d'arte con H. Schütz; che si espande tra gli operosi maestri della Germania sassone settentrionale, e che spinge le sue ultime degne propaggini non oltre il Kantor di Lipsia. Ai suoi giorni, già s'è accennato, Bach, quel sommo creatore, non era compreso: alla sua morte urgeva nei giovani in Germania una cultura più fresca, più ariosa, più moderna. Dovevano correre cinquant'anni dalla morte di Bach per far sorgere i primi segni di attenzione intorno all'opera sua. La prima rivalutazione viene da un saggio di N. Forkel nel 1802; 27 anni più tardi, a un secolo dalla prima esecuzione, la Passione secondo Matteo, diretta da F. Mendelssohn al Gewandhaus di Lipsia, portò alla definitiva rivelazione.

Dell'opera musicale di Bach si ricordano qui: 2 Passioni (secondo Giovanni; secondo Matteo; una Passione secondo Luca è d'incerta attribuzione); Oratorio di Natale; oltre 200 cantate, di cui una ventina profane; 5 messe (4 Messe brevi, luterane, e la Grande messa in si min., cattolica); Magnificat; oltre 250 corali armonizzati; 4 mottetti; 6 concerti grossi (Brandeburgische Konzerte); 4 Ouverturen per orchestra; concerti solistici con orchestra d'archi (2 per violino; 1 per 2 violini; 1 triplo concerto per flauto, violino e clavicembalo; 6 per clavicembalo; 1 per clavicembalo e due flauti a becco; 3 per 2 clavicembali; 2 per 3 clavicembali; 1 per 4 clavicembali, trascritto da un conc. per 4 violini di A. Vivaldi); 12 sonate per violino (6 per violino solo, 6 con clavicembalo); 6 Suites per violoncello solo; 3 sonate per viola da gamba e clavicembalo obbligato; 8 sonate per flauto (1 per flauto solo; 3 con basso continuo; 4 con clav. obbligato); toccate, preludi e fughe, preludî e corali, messe per organo; il Clavicembalo ben temperato (in 2 voll.); 6 Suites inglesi e 6 francesi, partite, invenzioni, preludi per clavicembalo (e clavicordo) e infine le due opere teoriche Die Kunst der Fuge ("L'arte della fuga": senza indicazione di strumento) e Das musikalische Opfer ("L'offerta musicale", con incorporata una suonata per flauto, violino e basso continuo). L'edizione integrale delle opere bachiane esistenti è uscita tra il 1859 e il 1900, a cura della Bach-Gesellschaft, presso l'ed. Breitkopfe Härtel di Lipsia.

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