BELUSHI, John

Enciclopedia del Cinema (2003)

Belushi, John (propr. John Adam)

Federico Chiacchiari

Attore cinematografico statunitense, di origine albanese, nato a Chicago il 24 gennaio 1949 e morto a Los Angeles il 5 marzo 1982. Figura di riferimento fondamentale per l'immaginario giovanile, con il suo corpo e il suo volto ha in qualche modo rappresentato la rabbia e lo spirito di ribellione dei movimenti degli anni Settanta. Grasso, non bello, spesso sporco e nauseabondo, B. segnò il momento della riappropriazione del corpo e della sua immersione nel caos, nel disordine, con un rovesciamento dei bisogni dominanti in una rivendicazione di priorità quali il piacere, il divertimento, la gioia dei sensi, con uno stile originale e irriverente e un certo gusto per la commistione di forme espressive diverse (lo spirito punk e il rhytm and blues, il cinema e la televisione, la parodia e l'insulto). La 'meteora' di B., con la carica eversiva e distruttiva della sua comicità 'demenziale', attraversò l'intero show business che, però, dopo la sua prematura scomparsa, elaborò nei suoi confronti un vero e proprio processo di rimozione, iniziato con la pubblicazione della sua biografia (1984), scritta dal critico Bob Woodward. B. era figlio di un albanese emigrato negli Stati Uniti negli anni Trenta, che con grande sacrificio era diventato proprietario di due ristoranti nei sobborghi di Chicago. Appassionato di sport e di musica, iniziò a suonare la batteria e a giocare a football nella scuola secondaria dove si diplomò nel 1967, anno in cui ottenne il suo primo ingaggio per uno spettacolo teatrale. In quello stesso periodo partecipò alle rivolte studentesche del Sessantotto mentre contemporaneamente si esibiva in spettacoli comici. Nel 1971 entrò nella famosa compagnia teatrale Second City di Chicago, dove si impose con le sue irriverenti imitazioni (il sindaco di Chicago, Elton John, Joe Cocker). Nel 1972 Tony Hendra, redattore della rivista satirica "National lampoon" (tra le promotrici della comicità demenziale), lo convinse a partecipare allo spettacolo off-Broadway Lemmings. L'anno seguente, B. prese quindi parte a una trasmissione radiofonica del gruppo National lampoon, ricca di battute comiche e di insulti. Nel 1974 conobbe Dan Aykroyd e l'anno successivo il produttore Lorne Michaels li invitò entrambi nel suo show per la rete televisiva NBC, Saturday night live; nel giro di un anno lo spettacolo diventò uno dei più popolari degli Stati Uniti e B. divenne una vera star. Il passaggio al cinema fu dunque la naturale conseguenza di questo successo. Dopo una breve apparizione nei panni di un bandito nel western di Jack Nicholson Goin' South (1978; Verso il Sud), B. interpretò National lampoon's animal house (1978; Animal house) di John Landis, parodia della vita in un college americano, conquistando il successo grazie al suo personaggio, Bluto Blutarski, l'essere più immondo dell'insulso circolo universitario dei Delta. Il film, che segnò l'esplosione del cinema demenziale, venne scritto dagli stessi esponenti del National lampoon e mise in luce il talento comico dell'attore, anche grazie all'attenta regia di Landis.Nel 1978 B. e Dan Aykroyd diedero vita, sempre per lo show Saturday night live, alla coppia di musicisti blues Blues Brothers. Nei panni di Jack ed Elwood Blues, essi riportarono un successo insperato: il loro disco vendette tre milioni di copie e rilanciò l'intero genere musicale del rhytm and blues; immediatamente si decise di farne un film. Prima di girarlo, però, B. ebbe il piccolo ma rilevante ruolo del pilota pazzo in 1941 (1979; 1941‒ Allarme a Hollywood), splendido e dissacrante film comico-bellico di Steven Spielberg. A differenza di quest'ultimo, The Blues Brothers (1980), sempre con la regia di Landis, fu un grande successo di botteghino e, tra battute comiche, revival del blues, brani di concerti e inseguimenti catastrofici, divenne in breve il manifesto del nuovo cinema demenziale. Sull'onda di questa affermazione, B., con l'amico e collega Dan Aykroyd, girò gli Stati Uniti in concerto per mesi. Nel 1981, per evitare di rimanere intrappolato in un cliché, interpretò due film molto diversi tra loro: Continental divide (1981; Chiamami aquila) di Michael Apted, una commedia classica, scritta da Lawrence Kasdan, sullo stile di quelle degli anni Trenta, e Neighbors (1981; I vicini di casa) di John G. Avildsen, in cui è un impiegato borghese di mezza età in lotta con i propri vicini eccentrici e invadenti. Poi, proprio quando cominciavano ad arrivargli proposte diversamente articolate, la vita privata si impose tristemente sul personaggio: morì infatti di overdose, a Los Angeles, per una terribile miscela di cocaina ed eroina.

Bibliografia

B. Woodward, Wired: the short life and fast times of John Belushi, New York 1984 (trad. it. Milano 1985).

J.J. Belushi, Samurai widow, New York 1990.

W. Mandel, Belushi Blues, Milano 1991.

John Belushi. L'anima blues in un corpo punk: il comico demenziale, a cura di F. Chiacchiari, D. Salvi, Roma 1996.

M. Hughes, John Belushi, Philadelphia 2000.

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