Ruskin, John

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Critico d'arte e riformatore sociale (Londra 1819 - Brantwood, Lake District, 1900). La sua formazione è riferita nelle belle pagine autobiografiche di Praeterita (pubbl. tra il 1885 e il 1889; rimasto incompiuto): figlio di un ricco mercante di sherry, più che gli studî, compiuti in maniera irregolare, fondamentali furono per R. i molti viaggi, l'osservazione attenta della natura, dei monumenti e delle opere d'arte, l'assidua lettura dei classici. Ancor prima di entrare al Christ church college di Oxford pubblicò (1834) nel Magazine of natural history due saggi, Enquiries on the causes of the colour of the Rhine e Considerations on the strata of Mont Blanc; in The poetry of architecture, serie di articoli pubblicati nell'Architectural Magazine (dal 1837 con lo pseudonimo di Kata Physin), echeggiava le idee di A. W. Pugin, apostolo del neo-gotico. Terminati gli studî a Oxford (1842), in un accurato studio su Turner, apparso in Modern painters (1º vol., 1843), svolse una calda difesa dell'arte del pittore che per R. incarnò l'artista ideale. In Italia nel 1845 continuò a lavorare ai suoi Modern painters (il secondo volume uscì nel 1846) studiando i Bellini e la scuola veneziana, il Beato Angelico e la pittura toscana del primo Rinascimento, e interessandosi ancora di scultura e architettura (altri volumi dei Modern painters uscirono in seguito: il 3º e 4º vol. nel 1856; il 5º e ultimo nel 1860). In The seven lamps of architecture (1849), sostenne che la disposizione d'animo virtuosa dell'artista è condizione dell'arte bella e che l'imitazione della natura è l'unica via per creare bellezza. Rifacendosi a Pugin sviluppò il concetto della connessione tra opera d'arte e stato della società, presentando il Medioevo come ideale e modello della riforma della società contemporanea. Con The stones of Venice (1851-53), risultato dei suoi studî sull'architettura e la scultura dell'Italia settentrionale, si fece promotore del Gothic Revival (e infatti un capitolo di quest'opera, The nature of gothic, ristampato in opuscolo, ebbe grande influenza su W. Morris); nello stesso 1851 pubblicò il saggio sul Pre-Raphaelitism, che decise della fortuna di quel movimento. Nel 1857 pubblicò Elements of drawing che ebbe larga diffusione e, per la tecnica della macchia di colore puro su fondo bianco, influenza sul neo-impressionismo (parte del saggio fu introdotto nel libro di O. Rood, Modern chromatics, 1879, tradotto in francese nel 1881, Théorie scientifique des couleurs). Lo studio dei pregi dell'architettura gotica lo aveva condotto a meditare sulla morale degli uomini che l'avevano creata: da critico estetico egli si mutò così in critico della società. Dedicò gli ultimi quarant'anni della sua vita a esporre le proprie teorie su problemi sociali e industriali; in esse l'arte figura come un mezzo per innalzare il tono della vita spirituale. Tra questi scritti si ricordano: Unto this last (1862); Sesame and lilies (1865); Time and tide (1867); Fors clavigera (1871-84); Munera pulveris (1872). L'apostolato sociale di R. si esercitò anche nel campo pratico: entrato, alla morte del padre, in possesso d'una larga fortuna, la impiegò tutta sovvenzionando case operaie modello, cooperative, ecc., anche attraverso la St. George's Guild, da lui fondata nel 1871. Le vedute di R. rivoluzionarono non solo l'estetica inglese (alle sue lezioni a Oxford, dove insegnò come Slade professor dal 1869, ebbe tra i moltissimi uditori W. Pater e O. Wilde) ma anche quella europea. Le opere di R., scrittore di grande efficacia apprezzato tra gli altri da L. Tolstoj e da M. Proust, sono state raccolte in The works (39 voll., 1903-12) e molte tradotte anche in italiano. I suoi numerosi disegni e acquerelli sono conservati a Oxford (Ashmolean Museum), Birmingham (Museum and Art Gallery), Londra (Victoria and Albert Museum).

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