Swift, Jonathan

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Scrittore inglese (Dublino 1667 - ivi 1745). Considerato uno tra i massimi esponenti della letteratura inglese, autore di una prosa caratterizzata da una vivace vena satirica che egli rivolse spesso verso le vicende politiche e religiose della società inglese, nel 1726 pubblicò Gulliver's travels. L'opera, che è annoverata tra i maggiori testi di letteratura per ragazzi, esprime in realtà tutto il sentimento di repulsione che S. provava per l'umanità e le sue abiezioni.

Vita e opere

Figlio di genitori inglesi stabilitisi in Irlanda, orfano di padre ancora prima della nascita, dopo gli studi alla Kilkenny School e al Trinity College di Dublino, trovò lavoro in Inghilterra come segretario di Sir W. Temple (1689), collaborando, tra l'altro, all'edizione dei suoi Memoirs (1692). Deluso nella speranza di una carriera politica, abbracciò il sacerdozio (1694) e ottenne la piccola prebenda di Kilroot in Irlanda (1695). Richiamato da Temple nel 1696, tornò ad affiancarlo nell'attività letteraria (curando poi l'ed. post. delle sue opere, tra il 1700 e il 1707). Appartiene a questi anni la stesura di due libelli satirici (pubbl. insieme nel 1704), The battle of the books, dove S. si schiera a favore dell'Of ancient and modern learning di Temple mettendo in ridicolo gli scrittori moderni, e A tale of a tub, parodia allegorica del cristianesimo nelle sue varie forme dogmatiche ed ecclesiastiche, che impedì poi la nomina di S. al vescovato. Ottenne quindi la prebenda di Laracor in Irlanda, ma visse quasi sempre a Londra, dove strinse amicizia con J. Addison, R. Steele, W. Congreve e partecipò attivamente alla vita letteraria e politica, pur senza mai ricoprire cariche ufficiali, alternando la pubblicazione di libelli di argomento politico (A discourse of the contests and dissensions between the nobles and the commons in Athens and Rome, 1701, scritto a sostegno dei whigs) o ecclesiastico (Argument against abolishing Christianity e Letter ... concerning the Sacramental Test, entrambi 1708, con i quali prendeva le distanze dal partito whig) a satire sociali come quelle volte a mettere in ridicolo le predizioni del popolare astrologo J. Partridge pubblicate (1708-09) sotto lo pseudonimo di Isaac Bickerstaff. Schieratosi in favore dei tories (1710), ne difese il governo dalle pagine del quotidiano The Examiner e con una serie di opuscoli (The conduct of the allies, 1711; A short character of T[homas] E[arl] of W[harton], 1711, una delle sue satire più feroci; Some remarks on the barrier treaty, 1712), nonché attraverso l'attività dello Scriblerus Club. Nominato decano della cattedrale di S. Patrizio a Dublino (1713), dopo la caduta dei tories (1714) si ritirò in Irlanda, acquistandovi enorme popolarità con Drapier's letters (1724), sferzante denuncia dei soprusi dell'amministrazione inglese. Dopo il 1720 attese alla composizione del suo capolavoro, Gulliver's travels (1726), che narra le peregrinazioni e le avventure del medico di bordo Lemuel Gulliver nel paese dei nani (Lilliput), in quello dei giganti (Brobdingnag), nell'isola volante di Laputa e nel paese dei saggi cavalli Houyhnhnms, che formano il quadro fantastico d'una messa in stato d'accusa dell'umanità intera. Il disgusto per l'abiezione umana fa dei Gulliver's travels, specie nella quarta parte, un'opera possente, dai contorni aspri e geometrici, frutto d'una logicità allucinata piuttosto che di una fantasia poetica. Paradossalmente ascritto alla letteratura per ragazzi, il capolavoro di questo maestro della satira che non sopportava la vicinanza dei bambini (basti pensare al feroce paradosso di A modest proposal for preventing the children of the poor people from being a burthen to their parents or country, and for making them beneficial to the publick, 1729) è lo specchio d'un animo profondamente turbato. S. era un uomo abituato a disciplinare emozioni e impulsi a favore della razionalità (atteggiamento esasperato dalla malattia, la labirintite, che lo afflisse per tutta la vita fino allo sfacelo delle sue facoltà mentali). La chiusura verso i più spontanei moti dell'animo fornisce una chiave del mistero che circonda i suoi rapporti con le due donne che gli dedicarono la loro giovinezza: Esther Johnson, "Stella" (con la quale S. intrattenne un epistolario raccolto nel Journal to Stella, post., 1766-68, celebrandone la morte nel Character of Stella, 1728), e Esther Vanhomrig, "Vanessa", alla quale è dedicato il poemetto Cadenus (anagramma di Decanus) and Vanessa (forse 1712). Esemplari prove satiriche, capaci altresì di illuminare la psicologia di S., sono inoltre: Verses on the death of Doctor Swift (1731); The Lady's dressing room (1732); A complete collection of genteel and ingenious conversation (1738); Directions to servants (post., 1745).

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