Immendorff, Jörg

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Pittore, scultore e scenografo tedesco (Blekede bei Lüneburg, Sassonia Inferiore, 1945 - Düsseldorf 2007). Si è formato a Düsseldorf, studiando scenografia con T. Otto e frequentando la classe di J. Beuys (1964); partecipe del movimento studentesco della fine degli anni Sessanta, I. ha concepito fin dagli inizi il fare artistico come strettamente congiunto alle concrete esperienze della vita. Dopo le prime azioni pittoriche, l'aspra critica all'arte non impegnata si è espressa in dipinti (Hört auf zu malen, 1966) e scritti programmatici (Hier und Jetzt: das tun was zu tun ist, 1973). Nel 1976 ha stretto con A. R. Penck, a Dresda, un forte sodalizio e da questa esperienza, dalla riflessione sulla realtà tedesca postbellica, sulla diversità del sistema politico nelle due Germanie, è scaturito il suo primo grande ciclo pittorico Café Deutschland (1977-83), caratterizzato da una violenza cromatica e segnica, da un forte impianto scenografico popolato da personaggi e simboli, metafora di una volontà di superamento di divisioni e contrasti. La stessa impostazione si ritrova nelle sculture contemporanee, in particolare in Naht (Brandenburger Tor-Weltfrage), presentata a Documenta 7 di Kassel nel 1982. Da un discorso pittorico che ha come oggetto società e politica I. è poi passato a indagare il mondo dell'arte e il suo ruolo nella società: serie Akademie (anni Ottanta, legata alla sua esperienza in varie scuole d'arte tedesche), Freundenbildern, Rühmen (dal 1987), Café de Flore (1987-92). Nel 1994 ha curato per il Festival di Salisburgo la scenografia e i costumi di The rake's progress di Stravinskij; lo stesso soggetto è stato poi trattato da I. in una serie di dipinti e di incisioni (1997). Presente nelle più importanti rassegne internazionali (a partire da Documenta 5 di Kassel nel 1972 e dalla Biennale di Venezia nel 1976), I. ha esposto le sue opere in importanti mostre personali al Kunstmuseum di Wolfsburg (1996), al Kunstmuseum di Bonn (1998), alla Kestner Gesellschaft di Hannover (2000) e al Museum am Ostwall di Dortmund, quest'ultima in concomitanza con l'assegnazione a I. del Kulturstiftungspreis della città (2000).

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