BARTHELEMY-SAINT-HILAIRE, Jules

Enciclopedia Italiana (1930)

BARTHELEMY-SAINT-HILAIRE, Jules

Giuseppe GALLAVRESI

Filosofo e uomo politico francese, nato a Parigi il 19 agosto 1805. Entrato dapprima nel ministero delle finanze come funzionario, si consacrò ben presto allo studio della filosofia antica, seguendo l'esempio del Cousin, del quale doveva più tardi scrivere una vita documentata. Nel 1838 ottenne un insegnamento al Collegio di Francia, di cui divenne poi il direttore. Durante la rivoluzione del 1848, fu posto a capo della segreteria del Governo provvisorio, quindi fu eletto membro dell'Assemblea costituente, poi della legislativa e assistette con rammarico ai prodromi del colpo di stato del 2 dicembre. Avvenuto questo, il B. abbandonò la politica militante e lasciò perfino la direzione del Collegio di Francia, dedicandosi esclusivamente agli studî. In quegli anni si recò in Egitto, collaborando col Lesseps agli studî preparatorî per il canale di Suez. Allorché il Secondo Impero si trasformò in senso parlamentare, egli credette giunto il momento di riprendere la sua attività anche nel campo politico, e nel 1869 entrò nel corpo legislativo come rappresentante del dipartimento di Seine-et-Oise, che già lo aveva eletto nelle due assemblee successive della seconda repubblica. Fu tra i pochi deputati che si opposero nel luglio 1870 alla dichiarazione di guerra alla Prussia. La reazione dell'opinione pubblica, che nell'inverno seguente si disegnò irresistibile contro i fautori della guerra, doveva necessariamente circondare il B. di un'aureola di popolarità. Fu quindi eletto membro dell'Assemblea di Bordeaux, in seno alla quale si segnalò come uno dei proponenti della nomina del Thiers a capo del potere esecutivo. Divenne subito capo di gabinetto dello stesso Thiers, che accompagnò a Versailles durante le ardue trattative di pace, di cui lesse il 28 febbraio 1871 i preliminari all'assemblea. Non era ostile per principio al ristabilimento della monarchia e votò per l'abrogazione delle leggi che condannavano all'esilio i rappresentanti delle dinastie che avevano regnato un tempo in Francia. La sua devozione al Thiers lo allontanò per altro sempre più dalla destra, dalla quale fu anzi accusato di un tentativo per ristabilire la candidatura ufficiale. Dopo le dimissioni del Thiers, lo imitò nella clamorosa conversione alla repubblica, e, instaurata la nuova costituzione del 1875, fu nominato senatore inamovibile e nel 1880 vice-presidente del Senato. Il Thiers lo aveva designato come uno de' suoi esecutori testamentarî. Alla fine del 1880, ebbe il portafoglio degli affari esteri nel gabinetto J. Ferry, e lo tenne fino al 14 novembre 1881. Morì a Parigi il 24 novembre 1895.

Come scrittore il B. è specialmente noto per i suoi studî su Aristotele, e per le traduzioni delle sue opere: Politique d'Aristote, Parigi 1837; Logique d'Aristote, ivi 1838; La morale d'Aristote, ivi 1857; La Poétique, ivi 1858; La Physique, ivi 1862; La Rhetorique, ivi 1870. Come contributo allo studio delle religioni d'Oriente, pubblicò: Des Vidas, ivi 1854; Du Boudhisme, ivi 1855; Le Boudha et sa religion, ivi 1859; Mahomet et le Coran, ivi 1865.

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