DASSIN, Jules

Enciclopedia del Cinema (2003)

Dassin, Jules (propr. Julius)

Federico Chiacchiari

Regista, attore e produttore cinematografico e attore teatrale statunitense, nato a Middletown (Connecticut) il 18 dicembre 1911. Clamoroso esempio di cineasta apolide 'obbligato a esserlo', come ebbe a dire, D. è stato uno dei più meticolosi e spietati osservatori della realtà sociale statunitense del secondo dopoguerra, rappresentata in film che trasferirono letteralmente non solo il genere noir ma l'intero cinema americano dagli studi alle strade, proiettandolo in una dimensione ispirata agli esiti del Neorealismo italiano e definita dalla critica dell'epoca neonaturalismo americano. Il cinema di D. non è mai schematico e contenutistico, ma fornisce ritratti inconfondibili di ambienti urbani, filmando la città come personaggio, corpo pulsante della narrazione cinematografica, come in Night and the city (1950; I trafficanti della notte), un noir classico girato in Inghilterra e in Du rififi chez les hommes (1955; Rififi), per il quale venne premiato a Cannes come miglior regista ex aequo con Sergej D. Vasil′ev (Geroi Šipki, 1954, Gli eroi di Šipka).

Di famiglia ebrea di lontane origini francesi, emigrata nel 1909 dalla Russia negli Stati Uniti, D. crebbe ad Harlem con sette tra fratelli e sorelle, frequentò la Morris High School nel Bronx e fece le sue prime esperienze in palcoscenico all'età di sedici anni. Nel 1934 viaggiò per l'Europa dove lavorò come decoratore, studiando contemporaneamente drammaturgia. Tornato a New York entrò in una compagnia di teatro yiddish e partecipò a diversi esperimenti teatrali d'avanguardia; nel frattempo, scrisse anche testi per la radio. Impegnato politicamente, iscritto al partito comunista negli anni Trenta, ne fuoriuscì nel 1939 dopo il patto Ribbentrop-Molotov tra nazisti e sovietici. Approdato a Hollywood (1940), fu inizialmente aiuto regista di Garson Kanin e Alfred Hitchcock. Fece il suo esordio nella regia nel 1941 con The tell-tale heart, una raffinata trascrizione del racconto di E.A. Poe, e quindi divenne regista a contratto con la Metro Goldwin Mayer, per la quale girò una serie di b-movies, tra i quali il film bellico Nazy agent (1942). La prima opera di un certo rilievo fu Reunion in France (1942; La grande fiamma), melodramma ambientato nella Parigi occupata dai nazisti, con Joan Crawford e John Wayne. Seguirono le commedie The Canterville ghost (1944; Lo spettro di Canterville), tratto dall'omonimo racconto di O. Wilde con Charles Laughton, e A letter for Evie (Una lettera per Eva) del 1945. Dopo aver lasciato la MGM si unì al produttore indipendente Mark Hellinger, con il quale realizzò due film di notevole originalità: Brute force (1947; Forza bruta) e The naked city (1948; La città nuda). Il primo, un dramma carcerario scritto da Richard Brooks e interpretato da Burt Lancaster, sarebbe divenuto uno dei punti di riferimento obbligati del genere. Nel secondo, un noir basato sulla sceneggiatura di Albert Maltz, sull'esempio del Neorealismo italiano la macchina da presa filma le strade della città, ritratta in forma documentaristica, facendola diventare la vera protagonista della storia. Lo stile realistico e autentico suscitò reazioni positive nei critici, ma anche sospetti, per la troppo esplicita accusa della società americana. Fu comunque questo il periodo d'oro di D., che girò un bel film ambientato nel mondo dei camionisti e dei racket con Richard Conte e Lee J. Cobb, Thieves' highway (1949; I corsari della strada), e l'anno dopo Night and the city, uno dei massimi esempi del cinema noir, ambientato nei bassifondi della città di Londra, dove il protagonista (Richard Widmark) non riesce a sfuggire al suo destino di eroe tragico e alle atmosfere claustrofobiche dello spietato mondo dei gangster. Il film vinse due Oscar per la fotografia e il montaggio. Al culmine del successo hollywoodiano, nello stesso anno D. venne citato davanti all'HUAC (House of Un-American Activities Committe) e denunciato per le sue attività comuniste. Il maccartismo e le famigerate liste nere lo costrinsero all'esilio in Europa dove, nel 1955, trionfò con Du rififi chez les hommes. Tratto dal romanzo di Auguste le Breton, il film è un piccolo giallo di sorprendente semplicità che, nel dispiegare il racconto di una rapina mette in scena squarci della periferia di Parigi e personaggi malavitosi dal volto umano con un rigore morale assoluto e spietato. L'incisività con cui sono ritratti i protagonisti, la stessa ambientazione e, soprattutto, la celebre lunghissima sequenza della rapina resero il film famoso. La fase europea della carriera di D. proseguì con un film di grande successo, Celui qui doit mourir (1957; Colui che deve morire), dal romanzo di N. Kazantzakis, ambientato in Grecia, dove conobbe Melina Merkuri (che sarebbe divenuta sua moglie nonché interprete di quasi tutti i suoi film successivi) e, quindi, con La loi (1959; La legge), dal romanzo di R. Vailland, interpretato da Gina Lollobrigida, Marcello Mastroianni e Yves Montand. Dopo Pote tin kyriaki, noto anche come Never on Sunday (1960; Mai di domenica), che vinse l'Oscar per la migliore canzone, e Phaedra (1962; Fedra), riduzione della tragedia di Racine, D. alleggerì molto il suo tono realizzando commedie garbate come Topkapi (1964), racconto di una rapina in chiave brillante, con Peter Ustinov, dove D. fa la parodia dei suoi precedenti film, e 10:30 p.m. summer (1966; Alle 10.30 di una sera d'estate). Continuò a lavorare per il teatro e nel 1967 mise in scena a Broadway una versione musical di Never on Sunday, con la Merkuri nel ruolo principale. Nel 1968 tornò negli Stati Uniti e girò Uptight (Tradimento), remake di The informer (1935) di John Ford, in cui D. colloca la vicenda sullo sfondo delle attività rivoluzionarie dei Black Power. Risale invece al 1970 la produzione franco-statunitense Promise at dawn (Promessa all'alba), sull'avventurosa e tormentata vita di Nina Kaceva, madre dello scrittore R. Gary, interpretata con volitiva tempra da Melina Merkuri; quindi D. realizzò un film politico sulla repressione degli studenti greci da parte del regime militare, I dokimi, noto anche come The rehearsal (1974) e poi una ripresa contemporanea del mito di Medea, Kravi inekon, noto anche come A dream of passion (1978), entrambi girati in Grecia. Di produzione canadese è invece il film realizzato dal regista nel 1980: ossia il melodramma Circle of two.

Bibliografia

F. Siclier, J. Levy, Jules Dassin, Paris 1986; A. Ferrero, Jules Dassin, Parma 1986.

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