Liebknecht, Karl

Dizionario di Storia (2010)

Liebknecht, Karl


Politico tedesco (Lipsia 1871-Berlino 1919). Figlio di Wilhelm; avvocato a Berlino, nel 1899 aderì al Partito socialdemocrati­co tedesco, di cui cercò di contrastare il crescente riformismo battendosi per un’aperta agitazione, mediante lo sciopero di massa, e la propaganda in seno all’esercito, contro il militarismo. La pubblicazione di Militarismus und Antimilitarismus (1907) gli valse una condanna a 18 mesi di carcere per alto tradimento. Mentre era ancora in prigione, fu eletto nel 1908 alla Camera dei rappresentanti di Prussia; deputato nel 1912 al Reichstag, nell’ag. 1914 votò, per disciplina di partito, a favore dei crediti di guerra per poi riprendere, nel dicembre dello stesso anno, piena libertà d’iniziativa politica in linea con le proprie convinzioni internazionaliste. Schieratosi con la sinistra zimmerwaldiana, ruppe con il partito e fondò con R. Luxemburg (con cui condivise tutti gli atti politici) lo Spartakusbund. Arrestato nel maggio 1916 per aver organizzato una manifestazione contro la guerra, L. fu condannato al carcere, dal quale fu liberato grazie a un’amnistia in ottobre. Rifiutò l’adesione dello Spartakusbund al governo dei commissari del popolo, spingendo alle estreme conseguenze la scissione dai socialisti maggioritari e dal Partito socialdemocratico indipendente, con la fondazione del Partito comunista tedesco e del giornale Die Rote Fahne. Nel genn. 1919, dopo un vano tentativo d’imporre una diversa strategia al partito, capeggiò la rivolta di Berlino: fu assassinato, insieme con la Luxemburg, da ufficiali delle truppe del governo Noske. Gli scritti, i discorsi politici e la corrispondenza sono raccolti in Gesammelte Reden und Schriften (9 voll., 1958-71).

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