BASEDOW, Karl von

Enciclopedia Italiana (1930)

BASEDOW, Karl von

Nicola Pende

Nato a Dessau il 28 marzo 1799, morto l'11 aprile 1854. Fu medico a Marsenburg e descrisse la malattia che da lui prese nome, in un lavoro comparso nella Casper's Wochenschrift del 1840: Exophthalmus durch Hypertrophie des Zellgewebes in der Augenhöhle.

Morbo di Basedow. - Conosciuta anche col nome di morbo di Flaiani (1800), morbo di Graves (1835), questa sindrome, interpretata dal Möbius quale conseguenza d'una esagerata e pervertita secrezione tiroidea, si presenta con abnorme eccessiva eccitazione dei centri psichici e dell'ortosimpatico, caratterizzata da tachicardia continua, tremore muscolare, ingrossamento della tiroide, esoftalmo, aumento del metabolismo basale.

Se l'esoftalmo ed il rapido dimagrimento possono, in certi casi, fare difetto, non mancano mai la tachicardia, oscillante sulle 120-150 pulsazioni al minuto, spesso associata a cardiopalmo e al sintoma di Pende (ipotensione arteriosa diastolica e ampiezza della pressione differenziale); il tremore, e la tumefazione della tiroide che può raggiungere il volume di un gozzo vero e proprio, accompagnati da nervosismo, irritabilità psichica, astenia. L'aspetto del paziente è caratteristico per la sporgenza dei globi oculari, la lucentezza della cornea, la retrazione tonica della palpebra superiore; la cute è calda, madida, frequente l'ipertricosi che si alterna talora ad alopecie zonali. Facili le diarree accessionali, il vomito improvviso. Diminuita è la tolleranza verso i carboidrati, donde glicosuria alimentare o spontanea, mentre è aumentato il consumo degli albuminoidi, condizioni del ricambio che spiegano il dimagrimento che può giungere a vera cachessia. Vi è associazione frequente dell'ipertiroidismo basedowiano con l'iposurrenalismo, per cui non rara è la comparsa di una vera sindrome di Addison. La tiroide nei basedowiani dimostra alterazioni iperplastiche sui generis di struttura, forte diminuzione del contenuto in iodio, mentre è aumentato il contenuto in fosforo. Il decorso della malattia è, per lo più, cronico; rare le forme rapidamente mortali o le guarigioni.

La terapia operativa con resezione ed enucleazione dello struma si addice a casi rari, mentre nelle forme di piccola e media gravità un trattamento medico può dare buoni risultati, mediante siero di sangue o polvere di latte di animali stiroidati, associata a sali di calcio, e mediante il riposo, cautele dietetiche, blanda idroterapia, cure ricostituenti arsenicali e balneari (Roncegno, Bourboule), radioterapia della tiroide.

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