KILIMANGIARO

Enciclopedia Italiana (1933)

KILIMANGIARO (A. T., 118-119)

Herbert John Fleure

La più elevata vetta dell'Africa (5930 metri), a 3°5′ lat. S., e 37°23′ long. E., che si erge ripida dall'orlo orientale dell'altipiano africano, qui alto poco meno di 1000 metri. La sua cima principale, il Kibo, ha una caratteristica forma a cratere che deve aver avuto origine relativamente tardi; dal Kibo una cresta corre all'altra vetta di Mawenzi (5150 m.), distante dalla prima 11 km. circa. Queste due vette coronano la massa montuosa del Kilimangiaro che per essere del tutto isolata è visibile da molto lontano. Il Kibo è coperto da una coltre ghiacciata da cui scendono varî ghiacciai; il cratere con un diametro di 2 km. circa è chiaramente visibile e le pareti di esso raggiungono i 150-200 m. sopra la superficie del fondo. La più bassa lingua ghiacciata nella parte occidentale scende a un livello di poco superiore ai 4200 metri, mentre nel NO. le lingue ghiacciate giungono un poco al di sotto dei 5000 m. La montagna s'innalza da una regione arida e ha zone coltivate dalla sua base per circa 600 m.; alla zona coltivata segue fino ai 2900 m. la foresta; sui fianchi sud-occidentali, in luoghi riparati tra i 4700 e i 4800 m., crescono piante alpine.

Il periodo nel quale si è formata questa montagna vulcanica è incerto. Si è supposto da qualche studioso che alcune delle più importanti faglie dell'altipiano dell'Africa orientale che convergono nel sistema della Rift Valley, si siano formate nel Miocene, poiché alcuni dei più recenti strati interessati da faglie contengono mammiferi fossili come il Deinotherium, di solito associato con questo gruppo di formazioni. Di recente, tuttavia, manufatti analoghi a quelli delle serie Chelléana e Acheuleana dell'Europa, come pure il Deinotherium, sono stati trovati da Leakey in questi strati. Ciò fa supporre che il Demotherium e altre forme persistettero durante il Pleistocene nell'Africa intertropicale e che i maggiori cambiamenti orogenici connessi alla formazione della Rift Valley possano essere, almeno in parte, molto meno recenti di quello che si era supposto, teoria da tempo sostenuta da Blanckenhorn.

H. Meyer scalò per primo il Kilimangiaro nel 1889.