Kush

Dizionario di Storia (2010)

Kush


Nome che nei testi egiziani, a partire dal Medio Regno, designava la regione a S della seconda cateratta del Nilo (Alta Nubia). K. era inizialmente diviso in varie entità politiche contro le quali gli egiziani dovettero combattere. Intorno al 2300 a.C. i re di Kerma riuscirono a unificare la regione e a estendere il loro dominio a S fino alla quarta cateratta (primo regno di K.). Quando l’Egitto, nel II Periodo Intermedio (1650-1550 a.C.), perse la sua unità e con questa il suo potere, i kushiti si impadronirono delle fortezze egiziane sul Nilo e si attestarono a N fino a Elefantina. Rapporti commerciali e diplomatici furono stabiliti tra K. e i re hyksos, che regnavano nel Delta egiziano, utilizzando la pista che passava per le oasi a O del Nilo. All’indipendenza di K. pose fine Thutmosi I, che raggiunse Kerma e la distrusse (1500 a.C.). I suoi successori arrivarono poi fino a Kurgus, che segnò il punto più meridionale della penetrazione egiziana. La colonizzazione egiziana, durata circa 500 anni, ebbe un’influenza profonda sulla religione e sui costumi dei kushiti, anche se la presenza egiziana sembra essere stata numericamente trascurabile. Furono costruiti templi agli dei egizi e mutarono gli usi funerari. Nell’8° sec. a.C. un nuovo regno indipendente di K. si formò a opera di principi guerrieri nativi della città di Napata, che estesero il loro dominio dal confine egiziano fino alle regioni del Sudan centrale e occuparono l’Egitto per circa un secolo (XXV dinastia). Alara è il primo sovrano di cui si conosca il nome; più noto è Kashta che si attestò a Elefantina; ma la conquista dell’Egitto si ebbe con Piankhy (747-716 a.C.). Le alterne vicende della dominazione kushita in Egitto ruotano soprattutto intorno al conflitto con gli assiri. Quando la pressione assira divenne incontenibile, Tantamani abbandonò l’Egitto e si ritirò nella sua terra di origine dove continuò a regnare (664-656 a.C.). Nel breve periodo della dominazione in Egitto i sovrani kushiti avevano adottato l’organiz­zazione, i modi, la lingua e l’ideologia della regalità faraonica, ispirandosi soprattutto ai periodi più antichi e gloriosi della civiltà egizia. I sovrani, abbandonato l’uso delle tradizionali tombe a tumulo, fecero costruire nelle loro necropoli delle piramidi (Kurru, Nuri e Meroe), che in Egitto erano ormai desuete. La dinastia risiedette a Napata fino al 3° sec. a.C. In seguito, per circostanze che ignoriamo, forse legate a un cambio di dinastia e al trasferimento più a S del centro focale del Paese, Meroe divenne la capitale del regno. Il periodo detto «meroitico» mostra una generale continuità con il periodo di Napata, ma anche peculiarità importanti, soprattutto per la preminenza dei culti locali nella religione di Stato, l’adozione della lingua meroitica come lingua ufficiale scritta e la comparsa di una nuova cultura materiale. All’inizio del 6° sec. d.C. con il declino della città di Meroe il regno di K. si disgregò in una serie di piccoli Stati regionali.

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