L'Europa tardoantica e medievale. Gli Anglosassoni: Canterbury

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

L'Europa tardoantica e medievale. Gli Anglosassoni: Canterbury

Keith Branigan
John Moreland

Canterbury

Città (lat. Durovernum Cantiacorum) dell’Inghilterra sud-orientale, nella contea di Kent.

La città romana venne costruita sopra i resti di un importante insediamento dell’età del Ferro, le cui costruzioni in legno vennero gradualmente sostituite da strutture romano-britanniche nel decennio successivo all’invasione di Claudio del 43 d.C. È menzionata da quattro fonti antiche – Tolemeo, l’Itinerarium Antonini, la Tabula Peutingeriana e la Cosmografia dell’Anonimo Ravennate – l’ultima delle quali aggiunge il suffisso tribale: ciò suggerisce che C. era divenuta il centro amministrativo della Civitas Cantiacorum, creata molto probabilmente in età flavia. Sicuramente in questo periodo la città conobbe uno sviluppo estensivo; sebbene siano stati localizzati e scavati anche la basilica e il foro, l’imponenza delle costruzioni pubbliche è testimoniata dai resti di un importante teatro costruito attorno al 70-80 d.C., oltre che dalle terme e da un tempio localizzato a nord-ovest del teatro, che fu ristrutturato all’inizio del III secolo. La città rimase priva di fortificazioni fino alla costruzione, nel tardo III secolo, di un muro di pietra (alt. 9 m, spess. 2 m ca.), che racchiudeva un’area ottagonale piuttosto irregolare (40 ha ca.) e che includeva parte del suburbio. I bastioni con balistaria furono aggiunti alla parete esterna del muro, molto probabilmente in conseguenza della grande “congiura barbarica” del 367 d.C.

Dalla metà del IV secolo le terme e l’area circostante furono coperte da un deposito fangoso, conseguenza del collasso del sistema fognario. Alcune botteghe vennero costruite sopra questo strato, ma il fatto che esse abbiano invaso il piano stradale romano rivela un’organizzazione urbanistica meno compatta. Presso il teatro, all’interno delle mura, è stato rinvenuto un pozzo foderato di paglia o d’erba, che conteneva lo scheletro di due adulti, un uomo e una donna, di due bambini e di un cane. I gioielli rinvenuti nella sepoltura suggeriscono una cronologia attorno al 400 d.C. Un tremissis d’oro di epoca visigota (480 d.C. ca.) attesta la presenza umana nelle rovine di C. romana e lo scavo di circa 40 capanne in fossa suggerisce una limitata rioccupazione all’inizio del VI secolo da parte di nativi romano-britannici o dei nuovi Anglosassoni. Il pressoché totale abbandono di C. è confermato dal fatto che la viabilità medievale e moderna conserva modesti rapporti con quella romana.

Quando Agostino di Canterbury giunse in Inghilterra, nel 597 d.C., per intraprendere la conversione degli Angli, decise di stabilire la sede vescovile a C. e Beda riporta che con l’aiuto del re Etelberto egli “recuperò” (recuperavit) una chiesa nel sito dell’attuale cattedrale. Beda menziona anche la chiesa di S. Martino, che è stata identificata con quella che attualmente si trova circa 1 km a est della città e che ha mantenuto la medesima dedica: scavi al suo interno hanno consentito il rinvenimento di una piccola struttura romana rettangolare, forse un mausoleo. La consueta associazione tra chiese paleocristiane e aree funerarie tardoromane è stata riscontrata anche nel monastero di S. Agostino, costruito su una necropoli romana extramuraria. C. fu anche un centro molto importante del potere secolare del Kent, probabilmente a partire dal VI secolo: secondo Beda era la capitale del regno di Etelberto e quindi doveva ospitare il palazzo reale, che però non è stato localizzato. È comunque possibile che il teatro romano sia stato riutilizzato per le riunioni della popolazione del Kent (Cantware). Tutte le strade medievali confluiscono verso il teatro, suggerendo la sua funzionalità anche in età altomedievale: in questo periodo doveva essere ancora un monumento considerevole. La città altomedievale è poco conosciuta, sebbene rinvenimenti di sceattas (piccoli oggetti d’argento usati come monete) rivelino un certo livello di attività economica, mentre la presenza nella città di una delle più importanti zecche altomedievali inglesi è confermata dalle evidenze storiche. Non ci sono infatti dubbi sulla posizione di C. come località centrale nel Kent e come fulcro del cristianesimo in Inghilterra.

I Normanni mostrarono il loro apprezzamento per l’importanza regionale di C. con la costruzione di un castello immediatamente dopo la conquista del 1066; si tratta di una struttura motte-and-bailey, situata nell’angolo sud-orientale della città, dove attualmente c’è un’ampia collinetta nota come Dane John. Il sito fu abbandonato circa vent’anni più tardi, quando venne edificato l’attuale castello. Il fulcro cristiano della città è ancora il sito dove fu costruita la chiesa agostiniana. Poco si conosce della storia architettonica della cattedrale relativamente all’originaria struttura sassone, perduta a causa di un incendio il 6 dicembre 1067. Comunque, sembra che questa chiesa avesse un’abside a entrambe le estremità ovest ed est, con cripta sotto quest’ultima, come esito di una serie di campagne edilizie, mal documentate, dell’arcivescovo Wulfred all’inizio del IX, di Oda alla metà del X e forse di Dunstan nel tardo X secolo. In seguito alla distruzione del complesso, una nuova, imponente cattedrale normanna venne edificata dall’arcivescovo Lanfranco tra il 1070 e il 1077.

Bibliografia

S.S. Frere, The Roman Theatre at Canterbury, in Britannia, 1 (1970), pp. 83-113.

K. Blockley, The Marlowe Car Park Excavations, in ACant, 96 (1980), pp. 402-405.

A. Detsicas, The Cantiaci, Gloucester 1983, pp. 39- 54.

N. Brooks, The Early History of the Church of Canterbury, Leicester 1984, pp. 3-59.

R. Morris, Churches in the Landscape, London 1989, pp. 17-25.

K. Blockley - M. Blockley - P. Blockley, Excavations in the Marlowe Car Park and Surrounding Areas, I. The Excavated Sites; II. The Finds, Canterbury 1995.

CATEGORIE