L'Europa tardoantica e medievale. I Vichinghi: Oseberg

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

L'Europa tardoantica e medievale. I Vichinghi: Oseberg

Vibeke Vandrup Martens

Oseberg

Sito della Norvegia, qualche chilometro a nord di Tønsberg, nel fiordo di Oslo, dove è stata rinvenuta la più ricca delle quattro grandi navi di epoca vichinga in esso trovate.

Il tumulo, scavato nel 1904, misurava 40,5 m di diametro e 2,5 m di altezza, ma in origine doveva essere stato alto circa 6 m, ed era coperto di torba. Tale tumulo copriva una nave, lunga 21,5 m e larga 5,1 m, la quale era stata in parte ricoperta da argilla, che ne ha consentito il buono stato di conservazione. La sua struttura, in legno di quercia, era a clinker (a fasciame sovrapposto), con 12 assi. La nave era stata danneggiata dal riempimento della parte alta con grosse pietre e da un furto avvenuto in epoca precedente, per il quale era stato aperto un passaggio della larghezza di 3 m dalla prua fino alla camera funeraria situata a poppa. L’imbarcazione, ampiamente equipaggiata con albero, timone, 30 remi e 15 paia di fori per i remi, era stata tenuta ferma con una grossa fune girata intorno a un macigno. Soltanto tre dei remi erano stati terminati e collocati nei fori; i rimanenti vennero lasciati non finiti sul ponte, forse perché la regina morì prima del previsto. Una passerella lunga circa 7 m con 23 gradini era stata lasciata sul ponte. Sotto la passerella vi erano due barili per acqua dolce di legno dipinto di bianco. La camera funeraria, una struttura a forma di tenda realizzata con tavole di quercia, era situata esattamente dietro l’albero verso la poppa della nave. Essa era lunga circa 5,5 m e alta 2,5 m. All’interno sono stati trovati gli scheletri di due donne, stoffe, piume e penne in quantità sufficiente per essere attribuibili a coperte e cuscini, due testiere, un telaio per tessere, un tessuto che raffigura una processione di persone che camminano e un carro da trasporto. C’erano anche scarpe, cassette e scatole, cesti intrecciati, mele selvatiche, coltelli. In tutto sono state trovate nella nave 50 mele selvatiche di due differenti specie. Una delle cassette conteneva lampade di ferro, cesoie, punteruoli, tazze e piatti di legno. Dietro quella funeraria, a poppa, vi era una piccola camera che gli scavatori hanno chiamato “cucina”, per via dei molti utensili rinvenuti: una batteria di cucina di ferro, coltelli da cucina (uno dei quali con manico di legno), mastelli e cucchiai di legno, macine e un bue intero. Nella prua sono stati trovati 3 letti, diversi accessori dell’imbarcazione, 4 slitte, un carro, 2 tende, per lo meno 10 cavalli, una sedia, un telaio e una quantità di strumenti e utensili.

Tutti gli oggetti di legno sono intagliati in modo elaborato almeno in due stili caratteristici, dando il nome ai primi stili artistici dell’epoca vichinga. Il più antico può essere esemplificato dalla testa-animale “accademica”, il più tardo dalla testa-animale “barocca”. A questi stili appartengono gli intagli che ricorrono sulla stessa nave, sui letti, sul carro e sulle slitte. Le quattro slitte sono tutte diverse sia nel design sia nel motivo dell’intaglio. Almeno su una sono state trovate tracce di pittura, essendo colorati gli occhi sull’animale del dritto di poppa di blu e bianco, la slitta stessa, con una base rossa sotto l’intaglio, e tutti i chiodi che sono argentati. A dispetto dei molti cavalli, non vi erano tracce di finimenti, ma solo delle pastoie. Il ritrovamento di O. venne datato stilisticamente dagli scavatori tra l’835 e l’850 d.C. Nel 1959 è stato effettuato il test al 14C della camera funeraria, che ha fornito una datazione calibrata al 780-960. Tuttavia, negli anni Novanta del Novecento sono stati presi 12 campioni dalla camera funeraria per la datazione dendrocronologica, che ha consentito di precisare che la camera venne costruita nell’estate dell’834. Inoltre, gli studi sui macrofossili della torba del tumulo hanno precisato che esso venne costruito nella tarda estate, in agosto o forse settembre. Questo fissa la data dell’ultimo viaggio della regina e della sua domestica sulla grande nave. È da notare il fatto che, a parte gli animali, che erano stati uccisi, ogni oggetto posto sull’imbarcazione era integro e pronto all’uso.

Bibliografia

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