L'Italia preromana. I siti della Puglia: Leuca

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

L'Italia preromana. I siti della Puglia: Leuca

Ettore M. De Juliis

Leuca

Centro messapico (gr. Λεύκη; lat. Leuca, Leucae) all’estremità della Penisola Salentina, attualmente frazione di Castrignano del Capo, da cui dista circa 6 km.

Con le sue scogliere bianche, da cui deriva il nome, si stende tra due punte protese nel mare, gli antichi Akra Iapygia, chiamati ora Punta Meliso quella orientale e Punta Ristola quella occidentale. In questa zona si trovano alcune grotte (del Diavolo, del Presepio, del Bambino) che hanno restituito un’importante documentazione paletnologica: industria musteriana su calcare e selce, con resti ossei di fauna a clima caldo, depositi neolitici con ceramica di Serra d’Alto e del tipo Diana, attestazioni di un’intensa frequentazione nell’età del Bronzo. A Punta Meliso, presso il santuario di Santa Maria di Leuca, è stato scavato un villaggio fortificato dell’età del Bronzo, di cultura subappenninica, che ha restituito anche frammenti di ceramica micenea. Sull’altro lato della baia, alla base di Punta Ristola, sorgeva un santuario messapico frequentato anche dai Greci che sostavano nella loro lunga navigazione verso l’Occidente. Di esso restano una grotta artificiale, detta Porcinara, e una terrazza con un’ampia eschara, raggiungibili dal mare attraverso una scaletta intagliata nella roccia. Nell’eschara e in alcuni vicini depositi votivi sono stati recuperati frammenti ceramici indigeni e greci che vanno dall’VIII al IV sec. a.C. A partire dalla metà del VI sec. a.C. diventano sempre più frequenti le dediche graffite su vasi, sia in lingua messapica che in greco. In seguito comincia la serie di iscrizioni incise sulle pareti della grotta che giungono fino al II sec. d.C. Esse erano dedicate a Zeus/Iuppiter detto Batios-Batius, corrispondente alla più antica forma messapica Zis Batas, da parte di naviganti che ringraziavano la divinità.

Bibliografia

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